Giancarlo Basaglia nuovo primario di microbiologia al Civile
Mantiene la collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità
Il dott. Giancarlo Basaglia è il nuovo primario della Struttura complessa di Microbiologia e Virologia dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone. Il nuovo, importante incarico gli è stato attribuito in seguito all’affermazione ottenuta al recente, specifico concorso. Oltre al nuovo ruolo direttivo, mantiene per quattro giorni al mese la collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, per un contributo specialistico che riguarda il grande e articolato tema della resistenza agli antimicrobici. È una collaborazione che si svolge in accordo tra le due Istituzioni e che consente un arricchimento reciproco con la condivisione di importanti aggiornamenti.
La vita professionale del dott. Basaglia è stata totalmente dedicata alla Microbiologia Medica. Il legame con il Reparto ora affidato alla sua direzione risale ai tempi della tesi di laurea elaborata nel 1986 con l’Università degli Studi di Trieste, in collaborazione appunto con la Microbiologia di Pordenone.
Una vita di costante approfondimento, spesa nell’individuazione di svariate patologie attraverso l’indagine sull’infinitamente piccolo, connotata da passione, dedizione, competenza. Ne percorriamo le tappe più significative con riferimento al servizio prestato in periodi successivi presso l’ospedale civile di Pordenone (’87 - ’92), il Cro di Aviano (1992 - 2017) e successivamente di nuovo a Pordenone.
Negli anni trascorsi al Cro era di grande attualità il tema dell’Aids in pazienti oncologici facilmente soggetti a infezioni. Poi l’attività avianese di questo settore per riorganizzazione regionale è confluita nella struttura di Pordenone con un accorpamento che ha generato un reparto unico più forte in seguito alla messa in comune di varie competenze e risorse.
Chiediamo alcune informazioni al dott. Basaglia in merito alla situazione determinata dal virus "protagonista" dei nostri giorni. Nella svariata molteplicità delle patologie indagate dalla Microbiologia, merita una particolare sottolineatura l’ultimo arrivato: tutte le analisi riguardanti il Covid delle varie strutture del Pordenonese, Ospedali e territorio, afferiscono alla Microbiologia dell’ospedale civile di Pordenone. È stato necessario allestire una sorta di macchina da guerra per la gestione fino a 1.500 tamponi al giorno (in totale da inizio pandemia fino a metà luglio circa 100 mila): sono stati acquisiti nuovi strumenti ed è stato necessario organizzare turni continuativi per l’attuazione delle indagini.
Naturalmente si deve tener conto dei vari livelli di urgenza, pertanto si è resa necessaria una nuova organizzazione dei laboratori con conseguente flessibilità da parte del personale che ha risposto con la massima disponibilità. È stata attuata una nuova organizzazione dell’orario con un grande lavoro di squadra.
Il Covid non ha risparmiato nessuno: per quanto dietro le quinte, anche gli operatori dei laboratori hanno espresso una generosità eroica. Negli ultimi mesi la mole del lavoro si era ridotta, ma da qualche settimana stanno aumentando purtroppo le varianti del virus: dapprima l’inglese e poi l’indiana, quest’ultima molto diffusibile. Questi virus si moltiplicano rapidamente e sta aumentando con le varianti la loro aggressività.
Sono stati compiuti passi da gigante nella conoscenza del Covid, tuttavia ci vorranno forse anni per approfondirla e per adottare strategie adeguate alle varianti. E’ da sottolineare il fatto che la vaccinazione riduce la gravità della malattia e rende meno trasmissibile l’infezione.
La Microbiologia del Santa Maria degli Angeli lavora per tutto il Pordenonese. Un grande utente è il Cro di Aviano con la peculiarità e la varietà delle sue richieste anche molto complesse. Il Laboratorio esegue circa 120 mila esami all’anno, aumentati notevolmente in seguito al Covid.
Dal punto di vista economico, ci sono esami che comportano un costo molto basso, altri che richiedono una spesa anche oltre i 100 euro. È importante ricordare che dietro a ogni provetta c’è una persona: è una consapevolezza di tutti gli operatori di questo particolare reparto. "E anch’io- conclude il neoprimario- intendo continuare a dedicarmi al mio lavoro in questa ottica, consapevole di dare un servizio al territorio, ma soprattutto a ogni persona".
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento