Cineconcerto con Francesco Bearzatti in trio
Oggi martedì 8 agosto alle 21 nello spazio UAU! di Pordenone, in esclusiva per Cinemazero, il trio jazz di Bearzatti suona DownBitDuke, rilettura distopica di “Anatomia di un omicidio” omaggio a Duke Ellington
Distopie di un omicidio: martedì 8 agosto alle 21 lo spazio UAU!, nei Giardini “Francesca Trombino” a Pordenone, ospita in esclusiva per Cinemazero DownBitDuke: il cineconcerto del trio jazz composto da Francesco Bearzatti, al sax e clarinetto, con Stefano Risso al contrabbasso ed elettronica e Mattia Barbieri alla batteria. Lo spettacolo, a ingresso libero, è un omaggio fantascientifico alla musica di Duke Ellington e al cinema di Otto Preminger. Nasce da “Anatomia di un omicidio”, uno dei dischi più importanti della produzione musicale di Ellington degli anni '50, colonna sonora dell'omonimo, magnifico film, di Preminger. Si tratta di una delle prime grandi partiture cinematografiche affidate a un musicista di jazz: non solo fu una rivelazione musicale all'epoca ma, a sessant'anni di distanza, suona ancora freschissima. I frammenti di quel repertorio, utilizzati come campioni per realizzare dei beat, come succede nel processo creativo della musica Hip Hop, sono gli ingredienti del cineconcerto DownBitDuke. Sullo schermo, lo splendido bianco e nero del film fa da specchio, in un canone a due voci, al virtuosismo dei musicisti. Il trio jazz di Bearzatti trasforma, smonta e ricompone la musica di Ellington in un'estetica attuale e contemporanea, in cui a tratti l'ascoltatore potrà riconoscere alcuni spezzoni della colonna sonora originale.
Il beat è il supporto, il substrato su cui poggiano composizioni originali scritte ad hoc, che servono ai musicisti da spunto per improvvisazioni strumentali libere e non convenzionali. Il beat che Ellington seguiva e cercava nella sua musica (famosa una ripresa durante la registrazione della colonna sonora in cui incita i musicisti con «Down beat! Down beat!») diventa bit nella musica del trio rappresentando il linguaggio binario del quarto strumento e veicolo musicale: il computer. Restituisce così una lettura di “Anatomia di un omicidio” che mantiene in sé il passato e il contemporaneo.
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