Alta partecipazione allo sciopero in difesa della sanità pubblica
Per i sindacati ha aderito il 90%. Criticata la direzione "assente" al confronto
Secondo i sindacati l’adesione è stata altissima e, in alcuni servizi ospedalieri, ha toccato il 90 per cento. C’erano, medici e anestesisti e c’erano anche infermieri e operatori socio-sanitari, anche precari, arrivati da tutti gli ospedali e dai distretti sanitari del Friuli Occidentale, al primo sciopero della sanità avvenuto nel Pordenonese. Giorni fa, hanno riempito la piazza del Bronx a Pordenone, davanti alla sede dell’Azienda sanitaria. Un luogo emblematico perché la protesta, in alcuni momenti disperata e accorata, è stata rivolta proprio verso i vertici aziendali e in direzione Trieste, vale a dire Regione. Gli interventi hanno ribadito il motivo dominante delle ultime settimane, cioè le richieste legate alle difficoltà degli organici, alla necessità dei rinnovi dei contratti a termine del personale e di nuove assunzioni. Si è respirata molta preoccupazione per il futuro, oltre alla necessità di difendere la sanità della Destra Tagliamento, che si sta sempre più impoverendo. Le bandiere dei sindacati di Cgil, Cisl e Uil hanno sventolato accanto a quelle del Nursind e a quelle di alcuni dei sindacati dei medici. Le richieste sono più assunzioni, proroghe dei contratti in scadenza, rispetto di un piano ferie che consenta a tutti gli operatori di godere dei previsti periodi di riposo. Nella giornata dello sciopero, negli ambulatori dei reparti maxilo-facciale, broncoscopia, gastroenterologia, oculistica sono saltate visite e interventi non urgenti e sono stati molti i disagi per i pazienti anche nel centro prelievi sia in ospedale che in tutti i distretti sanitari. “I cittadini, però, capiranno – rilevano i sindacati - perché è necessario difendere un bene, quello della sanità pubblica, che è prima di tutto loro. E questa giornata storica lo ha ribadito”. Le difficili vicende degli ultimi tempi sono state ripercorse negli interventi dei rappresentanti sindacali Bruno Romano (Uil), Daniela Antoniello (Cisl) e Pierluigi Benvenuto (Cgil), Gianluca Altavilla (Nursind) e di Claudia Ambrosio, del sindacato dei medici anestesisti “tra gli anestesisti nei nostri ospedali mancano 14 operatori, e abbiamo, comunque, fronteggiato l’emergenza senza mai tirarci indietro”.
Espliciti riferimenti al direttore Joseph Polimeni e all’assessore regionale Riccardo Riccardi sono giunti da Benvenuto, secondo cui “abbiamo cercato il confronto per mesi. È inaccettabile che non si dialoghi con chi lavora e manda avanti la sanità tutti i giorni. Ascoltate queste persone, ascoltate questo territorio. Se c’è un disegno per indebolire la sanità pubblica, lo si dica chiaramente”.
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