Presidio ospedaliero di Maniago, una targa in ricordo di Ernesto Beltrame
Una targa per ricordare un amministratore locale che fu a lungo anche presidente del CdA dell’ente
Una targa commemorativa dedicata a Ernesto Beltrame è stata scoperta sabato 11 settembre all’interno dell’edificio del presidio ospedaliero di Maniago. L’iniziativa è un tributo a un maniaghese che, seppur scomparso quarant’anni fa, rimane nella memoria di molti per aver contribuito proprio alla realizzazione dell’ospedale, inaugurato nel lontano 1955.
Nato nel 1911, Beltrame apparteneva a una delle storiche famiglie di Maniago, proprietaria del battiferro situato in zona "Peschiere". Si divideva tra la famiglia, composta dalla moglie Giovanna Massaro, dai loro nove figli e dalla sorella Tea, e la gestione dell’azienda di famiglia. Nel tormentato periodo che seguì la seconda guerra mondiale, era stato alla guida del Comitato di Liberazione Nazionale di Maniago. Già in questa fase aveva dato vita alla "commissione pro erigendo ospedale civile", riconoscendo nella tutela della salute uno dei beni più preziosi per una comunità.
Assessore comunale dal 1946 al 1956, si era adoperato per risolvere alcune delle criticità principali per il mandamento: i trasporti, la creazione di posti di lavoro, gli interventi in favore di fasce bisognose della popolazione.
Per la realizzazione dell’ospedale si era recato più volte a Roma, presso i ministeri e in Parlamento, per cercare di ottenere i finanziamenti necessari al completamento dell’opera. L’entusiasmo aveva coinvolto l’intera comunità maniaghese: imprenditori, professionisti, operai contribuivano con donazioni spontanee o partecipando direttamente ai lavori del cantiere. Dopo l’inaugurazione, Ernesto Beltrame aveva presieduto per lunghi anni il consiglio di amministrazione della struttura.
Mancato nel febbraio del 1981, non ha assistito alla progressiva riconversione dell’ospedale e al processo che, in nome di logiche a volte troppo ispirate al concetto di aziendalizzazione, ha portato a scelte discutibili nei confronti di un’area in cui appare evidente la carenza di determinati servizi sanitari. Chissà quali sarebbero oggi le riflessioni di Ernesto Beltrame e dei tanti che con lui avevano reso possibile il sogno di un intero territorio.
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