Poesia e musica per le anteprime di Dedica
Appuntamento sabato 4 marzo alle 20.45 a Sesto al Reghena nell’auditorium Burovich con le poesie di Francesco Targhetta, le improvvisazioni musicali di Freddy Murphy e Chiara Lee
È uno degli appuntamenti più attesi nel percorso delle anteprime di Dedica quello in programma sabato 4 marzo, alle 20.45, nell’auditorium Burovich di Sesto al Reghena e organizzato dall’associazione Thesis con il sostegno del Comune: si tratta infatti della lettura sonorizzata di e con Francesco Targhetta, una fra le voci più originali e nitide della poesia italiana, intitolata “La colpa al capitalismo” e tratta dalla sua omonima raccolta poetica, impreziosita dalle improvvisazioni musicali di Freddie Murphy e Chiara Lee Fondatori del progetto musicale Father Murphy, con cui hanno realizzato una serie di concept album, Muprhy e Lee si sono esibiti in festival ed eventi prestigiosi in Italia e all’estero e parallelamente si sono dedicati alla scrittura di colonne sonore per il cinema indipendente, collaborando a pellicole selezionate e premiate in diversi festival internazionali. Dal 2018 collaborano con Targhetta, con cui hanno prodotto due spettacoli di reading sonoro. Francesco Targhetta, a dieci anni dal romanzo in versi che lo rivelò, Perciò veniamo bene nelle fotografie, con La colpa al capitalismo apre un nuovo capitolo dedicato all'indagine in versi dell'esistenza. Abitata da personaggi isolati, vulnerabili, sospesi tra strategie di sopravvivenza e tentativi d'amore, disseminati lungo paesaggi labili dai profili industriali, la raccolta affronta i temi della solitudine, dell’individualismo, del disagio psichico, dell’alienazione digitale, indagando le nuove contraddizioni che estenuano oggi il mondo occidentale. Ne esce una galleria di vivi a metà, proiezioni e nemesi dell’autore, che affollano una raccolta poetica priva di “io” e tutta proiettata nell’abisso contemporaneo.
La colonna sonora di Freddie Murphy e Chiara Lee, già al lavoro con Targhetta su Le vite potenziali e Perciò veniamo bene nelle fotografie, sostiene gli stessi suoni e respiri dei versi, aprendone un’ulteriore dimensione, tra rabbia rappresa e spaesamento urbano, che non può che penetrare in profondità. «Data la colpa al capitalismo / a rimanere è un vuoto immenso».
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