Palinsesti 2023: l’arte contemporanea a San Vito
Inaugura sabato 4 novembre alle 17 nel Teatro Arrigoni la rassegna d’arte contemporanea organizzata dal Comune che si costituisce di 4 esposizioni
Palinsesti, la rassegna d’arte contemporanea, organizzata dal Comune di San Vito al Tagliamento, Assessorato alla Vitalità, sarà ufficialmente aperta sabato 4 novembre 2023 alle ore 17.00 nell’Antico Teatro Sociale “G. G. Arrigoni” e potrà essere visitata fino al 14 gennaio 2024.
Con il suo ricco e variegato programma di mostre ed eventi la rassegna, giunta al suo trentaduesimo appuntamento sommando alle 18 edizioni di Palinsesti le 14 di Hic et Nunc, anche in questo 2023, rinnova il rapporto fra San Vito al Tagliamento e l’arte contemporanea con quattro esposizioni.
Si parte dunque, con questa nuova edizione, dalla suggestiva cornice dell’antico Ospedale di Santa Maria dei Battuti dov’è presentato il progetto espositivo Geometria e natura, curato da Magalì Cappellaro e Luca Pietro Nicoletti, il cui titolo esplica i due poli verso cui oscillano le ricerche dei tre artisti invitati. Al piano terra, il visitatore sarà accolto da due sculture di Igino Legnaghi, il cui linguaggio visivo fondato su una semplicità strutturale e formale, è capace di celare la forza di un preciso ordine costruttivo votato al rigoroso assemblaggio di forme primarie entro strutture dall’aspetto totemico e arcaizzante. Il percorso prosegue al primo piano con la retrospettiva dedicata a Romano Perusini – artista friulano trasferitosi a Trento da molti anni – che si propone non solo come momento di indagine sulla coerente quanto longeva produzione pittorica dell’autore, ma anche come un vero e proprio “ritorno a casa”. A caratterizzarne il lavoro vi è un approccio tecnico essenziale, ottenuto dal dialogo tra il rilievo materico e un’adeguata incidenza della luce reale, elemento fondamentale per la costruzione dell’opera entro un preciso ordine compositivo. L’artista pescarese Giulia Napoleone, infine, propone una serie di sedici opere su carta dedicate ad altrettanti poeti: arte e poesia dialogano qui attraverso il rigore di un lavoro meticoloso e paziente, dove l’inchiostro di china si fa mezzo per esplicitare forme elementari che scaturiscono dalla fitta e delicata trama di segni, dando vita a visionarie apparizioni organiche e vitali.
All’Essiccatoio Bozzoli è ospitata la personale di Beppino De Cesco, curata da Antonio Garlatti e Didier Zompicchiatti, che costituisce un omaggio all’opera dell’artista prematuramente mancato nel 2013. La ricerca artistica di Beppino De Cesco (Udine, 1947 – 2013) ha abbracciato, in modo originale, alcune forme di pensiero, nate negli anni Sessanta e Settanta, legate alle correnti dell’Arte Povera e del Concettuale. Lo testimoniano le sue frequentazioni torinesi, tra il 1970 e il 1973, vicine a Giuseppe Penone e Gilberto Zorio. Il suo processo creativo si fonda sulla libera associazione di idee, una sorta di brainstorming, in cui viene praticato il gioco degli opposti e l’elemento ludico che caratterizza molti dei suoi lavori non è finalizzato a suscitare una piacevole ilarità, bensì a far riflettere sugli aspetti paradossali della nostra condizione esistenziale.
L’appuntamento internazionale del Premio In Sesto. Il luogo come arte,curato da Michela Lupieri con la collaborazione di Alice Debianchi riconferma la vocazione dimostrata nei suoi precedenti anni di attività: promuovere il rapporto storia-contemporaneità sul territorio e favorire l’incontro e lo scambio tra artisti nazionali e internazionali. Per questa quindicesima edizione, il Premio In Sesto coinvolge gli artisti Julia Hohenwarter (1980, Vienna), Andrea Kvas (Trieste, 1986), Nuvola Ravera (Genova, 1984), invitati a ideare una proposta di opera pubblica per una zona della cittadina. Il luogo scelto è un edificio nel centro storico della città. Si tratta dell’Auditorium “H. Zotti”, uno spazio polivalente e sede di diverse attività culturali, con una forte connotazione sociale e luogo per la comunità. Suggestiva e imponente è anche la sua architettura, gli spazi invitano ad essere abitati, attraversati e le grandi superfici ad accogliere gli interventi artistici. Al primo piano delle Antiche Carceri sono esposte alcune opere rappresentative della ricerca di ciascun artista, mentre le stanze al piano terra ospitano le tre proposte progettuali da votare. The most normal things about me are my shoulders, di Julia Hohenwarter,è un intervento dislocato in tre punti dell’edificio, si compone di un rilievo a parete da leggere e di un audio attivo solo in precisi momenti della giornata. L’artista “trasforma lo spazio in una sorta di corpo sonoro, al fine di intensificare la connessione tra gli abitanti e l’ambiente architettonico”. Diversamente Miriadi, di Andrea Kvas, è un intervento pittorico corale che, sotto la guida dell’artista si attua con il coinvolgimento della comunità in una serie di laboratori finalizzati alla produzione di grandi tavole pittoriche. “Partecipazione e condivisione” trasformano campiture, linee e superfici in grandi dipinti da affiggere sui muri dell’edificio. Con Il sogno di un fiume Nuvola Ravera inserisce, nel passaggio centrale della struttura, alcuni elementi scultorei di vetro immaginati come residui organici per sottolineare il portato generativo, trasformativo e creativo del luogo stesso.
Negli spazi al piano terra di Palazzo Tullio-Altan è ospitata la personale dell’artista Sasha Vinci, curata da Giada Centazzo, aggiudicatosi la passata edizione del Premio In Sesto con il progetto Ecco una terra non ancora colonizzata dal potere, ideato per piazza IV Novembre a Ligugnana, recentemente rinnovata. La scultura – dedicata a Pier Paolo Pasolini nel centenario della nascita – è costituita da tre moduli sovrapposti in acciaio corten che nella forma richiamano archetipici gusci di tartaruga.In mostra Vinci propone una serie di opere inedite, installazioni plurimediali site specific pensate per Palazzo Tullio-Altan, in cui riflette sul futuro della Natura a partire dalle prospettive odierne dell’antropocene, tra scenari utopici e presagi apocalittici. Le opere di Vinci si pongono come dispositivi di pensiero con cui ci invita a meditare su problematiche urgenti, come la sostenibilità ambientale e sociale; i suoi progetti artistici sono quindi sorta di azioni civili pubbliche.
Apertura mostre: dal 4 novembre 2023 al 14 gennaio 2024, sabato e domenica 11.00-13.00 / 14.30-18.30.
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