Domenica 20 novembre: Giornata del Seminario diocesano
Navigare a vista o con il vento dello Spirito?
Siamo sempre stati un popolo di mercanti e di marinai, di poeti e di artisti… e anche oggi le avventure della vela ci accompagnano nello sport con risultati sempre convincenti. Sarà per questo che spesso le metafore che andiamo ad usare attingono dal mondo marinaresco. Una in particolare viene spesso usata per indicare lo stile che potrebbe caratterizzare per certi versi il nostro cammino di Chiesa: "navigare a vista".
In questo tempo di incertezza e di cambiamento in cui progettare un futuro a lunga scadenza sembra improbabile e frustrante, forse è più facile pensare a obiettivi di piccolo cabotaggio navigando a vista, privi di grandi orizzonti. Ma sarà così anche il piano di Dio per noi? E come coniugare la vocazione ad essere discepoli e la sequela a vita del Maestro nella vita consacrata con la frammentarietà e la transitorietà culturale che affrontiamo?
Forse questa potrebbe essere la sfida più grande per il nostro Seminario e per la preparazione dei giovani al presbiterato, perché navigare solo a vista rischia di togliere fiducia e speranza, riferimenti certi e sicurezza futura.
Ma ancora la metafora velica ci può aiutare. Da un lato perché anche con il vento contrario si può andare di bolina e risalire a zig zag verso la direzione desiderata. E questo ci dice che la Chiesa anche con venti avversi non si è mai persa d’animo e ha sempre affrontato le vicende della storia con coraggio e fiducia. Dall’altro forse dovremmo essere così abili da salire qualche pennone e così attenti a cogliere i segni dei tempi - dove soffia il vento dello Spirito - per gonfiare le vele della Sua presenza che fa navigare in modo più spedito la "barca di Pietro".
In entrambi i casi non è stando fermi in porto che si trovano le soluzioni o che si naviga verso nuovi lidi, ma rischiando in mare aperto, dove catturare il vento dello Spirito e farsi condurre dalla volontà del Signore per gettare la rete dalla parte giusta e trovare pesca abbondante (Gv 21)
Grazie a questa immagine credo che la vita del seminarista possa avere queste prospettive e dimensioni: lasciare il porto sicuro della famiglia, della parrocchia, delle amicizie o delle abitudini consuete, per intraprendere un viaggio a volte in acque tranquille, altre volte con qualche onda da affrontare, ma con una meta che la bussola del Vangelo indica con sicurezza e un Signore che chiama a diventare senza timore "pescatore di uomini" (Lc 5,10)
Una navigazione che non si fa da soli, ma con la compagnia di qualche aiuto più esperto e di altri compagni che possono incoraggiare e sostenere. Così la vita fraterna di comunità diventa punto fondamentale nel vivere insieme e nel costruire quel presbiterio che sarà la nostra nuova "famiglia". Inoltre, accanto ci sarà sempre una comunità cristiana che accompagna e con la quale navighiamo insieme, come un unico popolo di battezzati.
Allora abbiamo la sicurezza che non navigheremo a vista, ma che guidati da Colui che conosce da dove veniamo e dove siamo diretti. Il Signore non ci lascerà mai soli anche nella tempesta, anche se sembra dormire a poppa, è sempre con noi come con gli apostoli (Marco 4,35-41). Egli ci invita, piuttosto, ad avere fiducia "Perché avete paura? Non avete ancora fede?".
*Rettore del Seminario diocesano
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