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Storia di San Valentino: non solo innamorati

La storia del santo: non solo per innamorati ma anche patrono degli epilettici come testimonia un quadro conservato in san Giorgio di Pordenone opera di Luigi Bonatto. Ma la città al santo dedica un parco e la chiesetta

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Storia di San Valentino: non solo innamorati

STORIA

il 14 febbraio si ricorda San Valentino. I media, i negozi di dolci, di gioielli, i fiorai propongono vetrine dedicate agli innamorati, perché per i più la festa di San Valentino è interamente dedicata a loro.
San Valentino in realtà è il protettore degli ammalati di epilessia.
Nella chiesa di San Giorgio in Pordenone c’è una pala d’altare, recentemente restaurata da Anna Comoretto e il cui autore è un tale Luigi Bonatto, che fu docente alla Scuola di disegno Andrea Galvani in Pordenone, una pala che si trova sul primo altare della chiesa entrando a destra. Qui il Santo è ritratto mentre sta benedicendo una fanciulla probabilmente prima caduta a terra e poi dolcemente sorretta da una donna.
Il Santo veste i paramenti rossi che i sacerdoti indossano nelle celebrazioni liturgiche dedicate ai martiri della Chiesa. E’ ritratto come di consueto quale un giovane alto, magro, dai delicati lineamenti. Bellissimi anche i colori della veste della giovane epilettica e l’ambientazione. Invitiamo a vedere la pala.
San Valentino detto anche San Valentino da Terni (Terni, 176 ca; Roma 14 febbraio 273) si convertì al cristianesimo e in seguito fu ordinato vescovo da San Feliciano da Foligno nel 197, a soli 21 anni. Fu il terzo vescovo della Diocesi di Terni.
Nell’anno 270 Valentino si trovava a Roma, giunto su invito dell’oratore greco e latino Cratone, per predicare il Vangelo e convertire i pagani.
Invitato dall’imperatore Claudio II il Gotico a sospendere la celebrazione eucaristica e ad abiurare la propria fede, rifiutò di farlo, tentando anzi di convertire l’imperatore al cristianesimo. Claudio II lo graziò dall’esecuzione capitale affidandolo a una nobile famiglia.
Valentino venne arrestato una seconda volta sotto Aureliano, succeduto a Claudio II. L’impero proseguiva nelle sue persecuzioni contro i cristiani e contro i vertici della Chiesa di Roma e, poiché la popolarità di Valentino stava crescendo, i soldati romani lo catturarono e lo portarono fuori città lungo la via Flaminia per flagellarlo, temendo che la popolazione potesse insorgere in sua difesa.
Questo arresto gli fu fatale: morì decapitato il 14 febbraio 273 per mano del soldato romano Furius Placidus, agli ordini dell’imperatore Aureliano. Le sue spoglie furono sepolte sulla collina di Terni, al LXIII miglio della via Flaminia, nei pressi di una necropoli.
Sono molte le narrazioni più o meno autentiche circa la vita del Santo, che giustificano l’istituzione della festa a lui dedicata il 14 febbraio. Secondo un racconto, Valentino, già vescovo di Terni, unì in matrimonio la giovane cristiana Serapia, gravemente malata e il centurione romano Sabino; l’unione era ostacolata dai genitori di lei ma, chiamato dal centurione al capezzale della giovane morente, Valentino battezzò dapprima il giovane soldato e quindi lo unì in matrimonio alla sua amata, prima che entrambi cadessero in un sonno profondo. La festa inoltre sostituirebbe quella pagana della fertilità, i Lupercalia.
Prima che si diffondesse la fama di protettore degli innamorati, San Valentino era considerato protettore degli epilettici e dei malati psichici. Questa devozione era collegata al racconto della sua guarigione miracolosa del figlio di un maestro di retorica latina di nome Cratone. Il miracolato e i suoi familiari in seguito decisero di farsi battezzare, ma questo portò Valentino alla decapitazione per mano dei pagani. Questa versione è "attestata" nel Martirologio romano: "A Roma, sulla via Flaminia, il natale di san Valentino, prete e martire, il quale, glorioso per guarigioni e dottrina, fu percosso con bastoni e decapitato sotto Claudio Cesare".
La giornata dedicata all’epilessia ricorre l’8 febbraio, in molte città per celebrarla vengono colorati di viola palazzi municipali o altri monumenti.

LA CHIESA-ORATORIO DI SAN VALENTINO IN PORDENONE

na piccola chiesa cui si accede attraverso una breve scalinata e un grazioso portico. Visibile, ma protetta al contempo da una strada molto trafficata, è la chiesa o oratorio di S. Valentino a Pordenone. Conosciutissima, dà il nome alla via ed al quartiere circostante.
La storia della chiesa di S. Valentino è legata alla Confraternita laica dei Battuti che si occupava dell’assistenza. Dall’Ottocento proprietà privata, costituisce un unicum con la bellissima villa Poletti, poi Marchi. Il 28 gennaio 1944 la zona attorno a San Valentino fu colpita dal primo grande bombardamento di Pordenone. Alcune schegge caddero anche sui gradini di accesso al portico. Ventuno i morti, tra cui molti giovani che tornavano da scuola.
La gente è sempre stata legata a questa chiesetta. Dalla visita pastorale del vescovo Gabrieli nel 1777 si apprende che venivano celebrate tre messe la settimana dal cappellano della confraternita. Il parroco di San Giorgio celebrava il 14 febbraio e il 26 dicembre. Questa messa fu voluta dai Mantica, che avevano cappella in San Marco.
Divenuta privata, fu sempre riaperta in occasione della festa del santo, detta anche la Sagra delle arance. Grande illuminazione la sera della vigilia di tutto il quartiere. La gente un tempo andava in processione da San Giorgio a San Valentino, partendo alle sette del mattino, portando la reliquia del Santo, esposta poi sull’altare tutto il giorno.
Il Popolo ne diede notizia fin dal 1924. Il primo gennaio 1950, parroco era mons. Luigi Coromer, fu istituita la messa festiva per gli abitanti della borgata "divenuta assai popolosa rispetto alle poche case di un tempo". Il parroco in precedenza aveva interpellato i capi famiglia ed il vescovo mons. Vittorio De Zanche. La famiglia Marchi aveva acconsentito.
Oggi ogni domenica e nelle altre festività religiose i sacerdoti di San Giorgio celebrano a San Valentino. Durante il mese di maggio rosario tutte le sere. La domenica successiva al 14 febbraio due messe e chiesetta aperta tutto il giorno, la vigilia una piccola veglia di preghiera, chiesetta illuminata e così il lungo viale che conduce alla villa. La gente accorre alle celebrazioni e alla sagra attorno alla chiesa di San Valentino, che nel tempo non ha mai perso il suo fascino.

LE CHIESE DEL TERRITORIO

el 1978 al tradizionale pranzo sociale del Gruppo Alpini di San Vito, che si svolge a Prodolone come consuetudine si invitano persone vicine al Gruppo, tra queste l’allora Colonnello Camana che per raggiungere Prodolone aveva percorso via San Valentino e visto i ruderi di una costruzione completamente sommersi da edera, piante, erbacce e in stato di completo abbandono, praticamente in attesa di crollare definitivamente. Chiese e s’informò a quale struttura appartenessero i ruderi visti a lato della strada appena percorsa. Lanciò un’idea: è necessario ricostruire quel luogo sacro, ridare lustro alla Chiesetta che i nostri padri costruirono e che per tanto tempo avevano mantenuto in vita. "Dal materiale impiegato e dallo stile, la Chiesetta risale a data assai antica ed è costruita in mezzo ai campi, non tanto distante dall’antica Via Giulia, nei pressi di una località ove, nel 1972, venne scoperta una necropoli paleo-veneta dell’VII sec. a.C. ed era agibile fino alla fine della 2ª Guerra Mondiale. La chiesetta risale probabilmente alla fine del XV secolo, dedicata a S. Mauro prima e a S. Valentino dopo, frequentata periodicamente. Successivamente per la mancata manutenzione e per il completo abbandono, l’edificio andò completamente in rovina. Crollando il tetto, vennero asportati i materiali recuperabili, compresa l’ossatura del tetto e la piccola campana. All’interno della Chiesetta, sul fianco destro, si trova un affresco di notevole fattura, rappresenta, in figura intera ed abiti sacerdotali San Valentino e sotto l’affresco la scritta: MDLXXII DIE XI APRILE QUESTA OPERA A FATO FAR. Perché l’affresco non andasse completamente distrutto a proprie spese il Prof. De Rocco lo fece staccare e trasportare nel Museo Civico di San Vito. I lavori terminarono nel 1983. Il 14 febbraio di ogni anno nella chiesetta viene celebrata una Messa a ricordo e suffragio di tutti gli Alpini caduti in guerra e in tempo di pace". Dal libro "La chiesetta di San Valentino" di Giuseppe Jop.
Molte le chiese, i capitelli e gli altari dedicati a San Valentino in Diocesi di Concordia Pordenone, oltre a quello di Prodolone la chiesetta di Cintello di Teglio Veneto, in realtà dedicata a San Giovanni Battista.
A metà strada fra Tramonti e Spilimbergo, in località Ciago - Meduno sorge l’oratorio di San Bartolomeo. La sua esistenza è attestata fin dal 1457 e al suo interno erano conservati, fino al secolo scorso, tre altari in legno, uno dedicato al patrono, uno a S. Valentino e uno a Sant’Antonio abate.
A Marsure in comune di Aviano, in località Costa sorge una chiesetta del XVIII secolo dedicata a San Valentino.
Anche a Zoppola sorge una bella chiesa settecentesca dedicata a San Valentino. Facciata tripartita da quattro lesene sulle quali poggia un timpano affrescato con un’immagine della Madonna con il Bambino e i Santi Valentino e Rocco.

MARIA LUISA GASPARDO AGOSTI

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