Le poesie di Villata in Pianoforte poetico
Le musiche di Franz Liszt, Alberto Ginastera, George Crumb, Karlheinz Stockhausen incontrano le poesie di due poeti, l’uno italiano Gian Mario Villalta l’altro sloveno Marko Kravos, nell’esecuzione di due pianiste, Maria Iaiza e Klara Lužnik, venerdì 10 febbraio a Nova Gorica
La lingua della musica e la lingua della poesia si intrecciano nello spettacolo Pianoforte poetico, progetto ideato dall’associazione La Casa de Kamna (Radovljica, Slovenia), Piano City Pordenone (Pordenone, Italia), che verrà proposto venerdì 10 febbraio alle 20 nel Teatro Nazionale Sloveno di Nova Gorica.
Le voci di due poeti, l’uno italiano Gian Mario Villalta l’altro sloveno Marko Kravos, verranno interpretate e accostate alle musiche di Franz Liszt, Alberto Ginastera, George Crumb e Karlheinz Stockhausen, nell’esecuzione di due pianiste, l’una italiana Maria Iaiza e l’altra slovena Klara Lužnik. Per la regia di Ana Cecilia Prenz. Le poesie di Villalta e Kravos sono state tradotte da Alenka Jovanovski, Patrizia Raveggi, Daria Betocchi, Arnaldo Bressan, Roberto Dedenaro.
Questo entusiasmante viaggio è il primo passo verso GO!2025 - Nova Gorica - Gorizia, Capitale della Cultura 2025, a cui La Casa de Kamna e Piano City Pordenone insieme a Pordenonelegge intendono dare il proprio contributo.
Pianoforte Poetico interpreta i versi di Gian Mario Villalta e Marko Kravos. Villalta, poeta intimo ed evocativo nei componimenti selezionati dall’album Case/giacenze, canta la “fantastica umanità”, l’appartenenza dell’essere umano alla terra, la sua imperfezione, che, come scrive, genera anche la sua gloria (Dove sono gli anni). La sottile ironia, la parola con tutto il suo retroterra etimologico, l'uso accentuato di sfumature costituiscono, invece, il mondo poetico di Marko Kravos, poeta perspicace, dello stupore e del gioco che canta la bellezza ma i cui versi non sono esenti da delusioni e critiche del mondo contemporaneo (Poesie tratte da varie raccolte).
Intersecano i versi dei poeti le note di due compositori americani, uno del Nord, George Crumb, l'altro del Sud, Alberto Ginastera. Crumb si esprime attraverso un uso non convenzionale del pianoforte, prestando attenzione ai suoni della natura, alla sua finitudine, lavorando sugli echi e sull'uso prolungato del pedale, introducendo oggetti esterni nel pianoforte, giocando con il canto e la recitazione del pianista. Anche le sue partiture, in proiezione, sono un'opera d'arte e sono costruite come riflesso dei significati filosofici e poetici delle sue composizioni. Riflessioni sul tempo, sulla finitezza, sui limiti della conoscenza, che sono anche le riflessioni del poeta Gian Maria Villalta. Alberto Ginastera, dal canto suo, ci conduce negli estremi confini del sud, al ritmo della musica popolare della pampa argentina e dei suoi balli, come il malambo. I titoli delle composizioni si riferiscono a personaggi tipici della pampa, il vecchio mandriano e il gaucho. I ritmi della pampa completano da lontano gli spazi naturali, i paesaggi mediterranei, i venti e aromi, cantati da Kravos. Il Mediterraneo, nella grafica di Franko Vecchiet, pittore senza confini, accompagna i versi del poeta e ci restituisce la narrazione stessa dello spazio.
Klavierstücke I-Examen di Stockhausen e la Dante sonata di Liszt costituiscono un momento poetico musicale, una sosta tra i suoni. Franz Liszt compose l'opera nel 1849 ispirandosi alla lettura della Divina Commedia. Il titolo completo della composizione è Après une lecture du Dante: Fantasia quasi Sonata e deriva dall'omonima opera di Victor Hugo. Sentiamo il lamento delle anime all'Inferno e la pienezza delle anime beate in Paradiso.
Pianoforte poetico è una performance trasversale in cui culture e linguaggi, immagini e suoni, versi e frasi musicali si accompagnano e si completano a vicenda.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento