Fai: Il Pordenone a Pordenone
La Delegazione Fai di Pordenone, guidata da Marina Fileti, e il Gruppo Fai di Spilimbergo, con a capo Andrea Spagnol, partecipano alla Giornata - sabato 23 e domenica 24 marzo - con due diverse proposte: riscoprire "il Pordenone a Pordenone"; l'arte di Gianfrancesco da Tolmezzo. Il tuto anche grazie agli studenti "Apprendisti Ciceroni"
ell’anno della mostra su Giovanni Antonio de’ Sacchis detto "il Pordenone", la Delegazione FAI ha inteso affiancare questo progetto del Comune di Pordenone illustrando ai visitatori delle Giornate di Primavera 2019 le opere del massimo pittore che la sua città custodisce, testimonianza dell’evoluzione della sua pittura.
Dal tratto già sicuro, ma ancora vicino ai modelli precedenti, della Madonna con Bambino del 1506 sul pilastro del Duomo-Concattedrale alla maestria dell’ultimo lavoro, rimasto incompiuto, del 1535: ovvero la pala dell’altar maggiore, nella quale San Marco consacra Sant’Ermacora vescovo di Aquileia al centro di una scena animata da un movimento quasi vorticoso. Dopo questa data, il Pordenone fu a Venezia e Ferrara, dove morì inaspettatamente senza avervi potuto lasciare testimonianza della sua arte.
La visita alle opere del Pordenone in città potrebbe cominciare dai due nuclei presenti nel Museo Civico e nel Duomo-Concattedrale. E continuare seguendo la successione cronologica, nelle chiese dei quartieri di Villanova, Vallenoncello, Roraigrande e Torre. Gli "Apprendisti Ciceroni", formati per la parte storica da Angelo Crosato, già curatore conservatore del Museo Civico, e per la parte artistica dallo storico dell’arte Fulvio Dell’Agnese, evidenzieranno nelle loro spiegazioni anche lo sviluppo storico e urbanistico della città.
Nella due giorni pordenonese numerosi saranno gli eventi collaterali: ricordiamo solo la conclusione, domenica 24 marzo, ore 18,30, nella Chiesa di S. Ulderico a Villanova con il concerto del Dramsam - Ensemble vocale e strumentale (Fabio Accurso liuto, Alessandra Cossi voce e percussioni, Teodora Tommasi arpa, flauti dritti e voce) che eseguirà Musica in Italia al tempo del Pordenone.
Duomo Concattedrale di San Marco(apertura: Sabato 9.30-17.30; Domenica 13.0 0-17.30)
Nel maggior tempio cittadino il Pordenone ha lasciato la Madonna con Bambino, la pala della Madonna della Misericordia (1516), capolavoro della sua prima maturità, Sant’Erasmo in cui già si scorgono i modi propri della sua maturità artistica e, sul medesimo pilastro, San Rocco, considerato l’autoritratto del Maestro e un suo capolavoro; le portelle del fonte battesimale (1534) raffiguranti episodi della vita del Battista (copia) e la Pala di San Marco (1533/1535).
Civico Museo d’Arte Palazzo Ricchieri
(apertura: Sabato e Domenica 9.30 -17.30
Del Pordenone sono qui presenti le portelle originali del fonte battesimale del Duomo, il Ballo campestre, l’unico dipinto rimasto di quelli con cui il de Sacchis aveva decorato (1534/35) il Palazzo Rorario, la Pala di S. Gottardo recuperata dopo la soppressione del convento dei Cappuccini nel 1806. Inoltre una delle sue opere più liriche, l’affresco della Fuga in Egitto dipinto nel 1527 per la Chiesa di Santa Maria dei Battuti di Valeriano, e il dipinto Ritrovamento della vera croce.
Torre
(apertura: Sabato 9.30-17.30; Domenica 12.0 0-17.30)
Questa parrocchia fu una delle prime pievi della Diocesi di Concordia: conserva la pala raffigurante la Madonna e i santi Ilario e Taziano, una delle opere più vigorose del Pordenone.
Roraigrande
(apertura: Sabato 9.30-17.30; Domenica 12.00-17.30)
L’opera del de Sacchis che qui si ammira consiste negli affreschi della volta del coro, provvidenzialmente salvato e incluso come cappella laterale nella chiesa nuova (opera che venne completata da Marcello Fogolino da Vicenza, 1521).
Villanova
(aperrtura: Sabato 9.30 -17.30; Domenica 10.30-12.30 / 13.00 - 17.30)
Il Pordenone lavorò a Villanova nel 1514-1515: all’esterno della chiesa un San Cristoforo, oggi molto rovinato; all’interno gli affreschi della cupola e del coro. Il pittore ha utilizzato qui una gamma cromatica chiara e luminosa operando con estrema libertà nella realizzazione pittorica e creando immagini di grande suggestione. L’altare è del Pilacorte.
Vallenoncello
(apertura a cura del Gruppo FAI Giovani di Pordenone: Sabato 9.30- 17.30; Domenica 12.00-17.30; Oratorio Corpus Domini: Sabato e Domenica 9.30 -17.30)
La chiesa di Vallenoncello, dedicata a S. Ruperto, del Pordenone conserva il dipinto dell’altar maggiore; interessante anche il dipinto raffigurante la Natività di Cristo del Calderari. Sarà aperto anche l’Oratorio del Corpus Domini in Valle, consacrato nel 1488, con tre affreschi del 1494, che taluno attribuisce al Pordenone giovanissimo, addirittura undicenne.
SPILIMBERGO
Alle Giornate FAI di Primavera partecipa anche il Gruppo di Spilimbergo che aprirà le chiesette di Barbeano e di Provesano , entrambe affrescate da Gianfrancesco da Tolmezzo che a buon diritto può essere considerato se non il maestro, almeno il predecessore illustre del de’ Sacchis. Quindi le aperture spilimberghesi ((con orario 10.12,30/14,30-18 in entrambe le giornate) si pongono in sinergia e in continuità con quelle pordenonesi.
Chiesa di Sant’Antonio Abate a Barbeano
Chiesetta campestre di notevole valore artistico. Presenta testimonianze del lavoro di Gianfrancesco da Tolmezzo e dei lapicidi lombardi di fine Quattrocento. Il coro presenta un ciclo di affreschi, fra i più importanti del Friuli, eseguiti dal Tolmezzino attorno al 1489. Nella parete di fondo la Natività e l’Adorazione dei Magi, in quella di destra l’Ascensione di Cristo, in quella di sinistra il Giudizio Universale; nella volta quattro Dottori della Chiesa, gli Evangelisti e i Profeti; nel sottarco dieci mezze figure di Profeti.
Chiesa di San Leonardo di Provesano
La chiesa conserva un notevole ciclo di affreschi di Gianfrancesco da Tolmezzo del 1496: si ammirano la Crocifissione nella parete di fondo, Storie della Passione di Cristo nelle pareti, sul basamento il Paradiso, l’Inferno e gli Apostoli. Sull’arco trionfale sono presenti San Rocco e San Sebastiano nei pilastri e, nell’intradosso, i mezzi busti delle Sante Orsola, Marta, Apollonia, Lucia, Agata, Caterina d’Alessandria, Barbara, Rosa da Viterbo, Agnese e Maddalena. Gli affreschi riflettono gusti nordici nelle scene della Passione ma con evidenti influenze venete. Sono presenti due affreschi realizzati da Pietro da San Vito e datati 1513
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