Donne e le violenze subite in "Donne di sabbia"
In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, le edizioni San Paolo hanno pubblicato il volume "Donne di sabbia" di Laura Cappellazzo, scrittrice di Oderzo.
In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, le edizioni San Paolo hanno pubblicato il volume "Donne di sabbia" di Laura Cappellazzo, scrittrice di Oderzo.
Il libro racconta la storia di quattro donne: quattro storie a sè, accomunate dal filo rosso della violenza subita.
Storie purtroppo vere: la peruviana Soledad è abusata dal marito, la nigeriana Innocence è stata obbligata a vendersi sulla starda, l’albanese Dashuri è sfruttata dal marito che la fa lavorare senza darle nulla e l’italiana Laetitia non sa riprendersi dalla violenza subita dal padre.
Storie che l’autrice prende a prestito dalla sua diretta esperienza di lavoro: Laura Cappellazzo ha lavorato infatti come educatrice con minori maltrattati e vittime di abuso a sportelli antiviolenza con una Ong a Lima (Perù). A questa esperienza ne ha aggiunta un’altra: ha seguito progetti antitratta per vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo della Provincia di Pordenone.
Sia pur in forma romanzata, le quattro storie esplorano tutte le crudeltà che a certe donne tocca subire.
Quattro storie di vittime con un obiettivo altissimo: se è vero - come scrive in prefazione la giornalista Elena Guerra - che la scrittura è una cura allora attraverso l’autrice quattro storie, simbolo di tutte le sofferenze che la violenza gratuitamente infligge, diventano quattro possibilità di riscatto: perché un riscatto deve pur esserci.
Laura Cappellazzo le scrive per questo: dar loro una voce, un momento di eternità, una via di salvezza per esse e per tutte le donne che la violenza hanno subito o potrebbero subire.
C’è dell’altro: lo scrive nella postfazione Caterina Boca, avvocato e legal advisor dell’Ufficio Politiche Migratorie e Protezione Internazionale della Caritas Italiana: "Donne di sabbia ha in sè qualcosa di nuovo, perché l’Autrice non si limita a narrare i drammi che queste ragazze hanno vissuto... Il racconto di ciascuna di loro passa infatti attraverso le emozioni di chi scrive, non per filtrarlo ma per rafforzarlo". E vi è gran bisogno di forza e di duvulgazione di queste, non facili né leggere storie, perché vi sono dati che pesano come macigni. Come quello fornito dalle Nazioni Unite: lo scorso anno sono stati registrati più di quaranta milioni di vittime di tratta del mondo. Vite barbaramente umiliate, sfruttate per piacere personale o come macchine da lavoro o da soldi.
Per questo i racconti di queste pagine hanno spesso toni crudi, perché cruda è la violenza. E più terribili della violenza subita sarebbero i nostri occhi, se restassero chiusi sulle loro e su tutte le storie simili a questa.
Simonetta Venturin
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