Aspettando il Festival…doppio appuntamento il 24 e il 25
Martedì 24 agosto torna l’Accademia d’Archi Arrigoni e mercoledì 25 un sontuoso programma (Beethoven e Schumann) affidato ai solisti del Festival Briatore, Bronzi, Moccia e Sperandeo.
Il Festival Internazionale di Musica di Portogruaro, organizzato dalla Fondazione Musicale Santa Cecilia, quest’anno con la direzione artistica di Alessandro Taverna, si avvicina alla grande inaugurazione del 26 agosto e chiude gli appuntamenti preliminari di “Aspettando il Festival” con due serate ospitate in suggestivi contesti del territorio del Veneto Orientale: martedì 24 agosto a Bibione di San Michele al Tagliamento suona l’Accademia “Arrigoni” e mercoledì 25 agosto, a Summaga di Portogruaro, tocca a quattro Solisti del Festival (Alessandro Moccia, violino; Simone Briatore, viola; Enrico Bronzi, violoncello e Francesca Sperandeo, pianoforte).
Martedì 24 agosto alle 21.15 nella Chiesa di Santa Maria Assunta di Bibione di San Michele al Tagliamento torna, dunque, l’Accademia d’Archi “Arrigoni” di San Vito al Tagliamento, affiancata dai giovani interpreti Christian Sebastianutto (violino) e Pierluigi Rojatti (violoncello); la direzione è affidata al Maestro Domenico Mason.
L’Accademia d’Archi “Arrigoni è una virtuosa realtà che si occupa di formazione e accoglie giovani e giovanissimi strumentisti ad arco con proposte didattiche di alto livello; si incontra, in uno scambio virtuoso, con il Festival di Portogruaro nel nome della formazione dei giovani, della crescita, della condivisione, dell’amore per il territorio.
Il repertorio della serata è di sicuro effetto e propone una pagina di tango rivisitato da Josè Bragato, un violoncellista e compositore nato a Udine nel 1915 ed emigrato giovanissimo in Argentina, dove ha lavorato con Astor Piazzolla; il grande, classico “Concerto per violoncello e orchestra” n. 1 in do maggiore di Haydn, tra le opere più limpide ed equilibrate del repertorio del compositore austriaco; la “Serenata” per orchestra d’archi di Elgar, pagina elegiaca e molto celebre dell’Ottocento inglese per terminare, in un’atmosfera di moderno pathos, con tre celeberrimi brani di Astor Piazzolla (a cent’anni dalla nascita): “Oblivion”, “Libertango” e “Meditango”.
Mercoledì 25 agosto chiuderanno gli appuntamenti introduttivi della manifestazione quattro prestigiose firme dei Solisti del Festival: Alessandro Moccia, violino; Simone Briatore, viola; Enrico Bronzi, violoncello e Francesca Sperandeo, pianoforte suoneranno alle 21 nell’Abbazia di Summaga di Portogruaro.
Il programma della serata propone due pagine di grande spessore. Nella composizione del “Trio per archi e pianoforte” in do minore op. 9 n. 3, Ludwig van Beethoven ha preso le mosse dall’estetica del divertimento di derivazione mozartiana, per emanciparsene e trovare una propria inconfondibile chiave espressiva. A cominciare dal modo minore (piuttosto inconsueto in questo genere), che imprime un carattere avvincente e a tratti eroico a tante sue musiche. In questo Trio la ricerca dell’equilibrio sonoro (armonico e melodico) tra i solisti è al centro dell’attenzione compositiva: gli strumenti solisti si alternano con grande autonomia, esaltando a ogni passaggio le proprie caratteristiche individuali, timbriche, tecniche ed espressive
A seguire, in programma è il “Quartetto con pianoforte” in mi bemolle maggiore op. 47 di Robert Schumann, del 1842. Per l’autore questi sono gli anni e della coraggiosa sperimentazione cameristica strumentale perché – per dirla con Liszt – il solo pianoforte stava diventando “troppo limitato per lui”. Tuttavia, pur dopo la compulsiva composizione degli Opus 41 e 44 per soli archi, l’amato pianoforte rientra nelle partiture schumanniane, in particolare in questo Quartetto dove in vari momenti la tastiera assume il ruolo di vero protagonista, quasi virtuoso solista, nell’appassionato dialogo tra gli strumenti.
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