Regione Fvg: riforma sanitaria
Nel dicembre scorso, il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato il disegno di legge di riforma del sistema sanitario regionale. A favore, naturalmente, ha votato la maggioranza di centrodestra. Si sono astenuti M5S, Patto per l’Autonomia e Cittadini. Hanno votato contro il Pd e Open Sinistra Fvg.
Nel dicembre scorso, il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato il disegno di legge di riforma del sistema sanitario regionale. A favore, naturalmente, ha votato la maggioranza di centrodestra. Si sono astenuti M5S, Patto per l’Autonomia e Cittadini. Hanno votato contro il Pd e Open Sinistra Fvg.
"Abbiamo portato a casa un risultato strategico per questa legislatura". Così aveva commentato, all’indomani dell’approvazione in aula, l’assessore regionale con delega alla salute, Riccardo Riccardi, che subito aveva chiarito come, con l’inizio del 2019, si sarebbe messo mani alla programmazione sanitaria.
Cosa prevede la riforma? In sostanza una riorganizzazione dell’assetto strutturale: si passa a tre aziende di area vasta comprendenti sia l’area territoriale che quella ospedaliera. A questa dovrebbe seguire una diversa programmazione.
Dal 1° gennaio 2020 l’attuale Aas5 si chiamerà Azienda sanitaria del Friuli Occidentale (As FO), con sede a Pordenone. Ci saranno poi l’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (As GI) e l’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (As FC).
L’As GI avrà sede a Trieste e di fatto riunirà l’attuale Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste, parte del patrimonio dell’attuale l’Aas 2 Bassa Friulana-Isontina (gli stabilimenti ospedalieri di Gorizia e Monfalcone e le strutture di prevenzione e sanità pubblica oggi operanti nell’ambito dei distretti dell’Alto e del Basso Isontino).
L’As FC, con sede a Udine, dal 1° gennaio 2020 riunirà l’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, parte del patrimonio dell’attuale l’Aas 2 Bassa Friulana-Isontina (gli stabilimenti ospedalieri di Latisana e Palmanova e le strutture di prevenzione e sanità pubblica oggi operanti nei distretti Est ed Ovest) e l’attuale Aas 3 dell’Alto Friuli - Collinare - Medio Friuli.
Ciascuna di queste tre Aziende dovrà garantire una piena valorizzazione dell’area territoriale. Definire una rete ospedaliera che, coordinata con i due Istituti scientifici (Irccs) Cro di Aviano e Burlo di Trieste, consenta l’effettiva realizzazione del modello Hub and Spoke che si fonda sull’organizzazione delle reti cliniche integrate e prevede l’affidamento della casistica più complessa in un numero limitato di presidi Hub.
Questo presuppone che l’attività dei presidi Hub sia fortemente integrata con quella dei presidi ospedalieri Spoke. Sono necessari più livelli di integrazione: a livello regionale, tra gli Hub; a livello locale, tra Hub e Spoke e tra gli stessi Spoke e, ancora, tra gli ospedali e tutti i servizi del territorio e l’area del sociale: Previsto che i presidi ospedalieri, sia Hub che Spoke, siano dotati di autonomia organizzativa, gestionale e contabile e siano organizzati in centri di costo e di responsabilità.
Ulteriore impegno a cui saranno chiamate le 3 Aziende sarà quello di assicurare l’effettiva uniformità dei livelli di prestazione per tutto il territorio regionale evitando, nel rispetto delle diverse peculiarità, le difformità tra Aziende e territori regionali.
Previsto, tra gli obiettivi della riforma, il coordinamento delle relative funzioni istituzionali tra la Regione e le Università, attraverso le Aziende sanitarie universitarie sarà realizzato con la stipula di un protocollo d’intesa.
Quanto ai Comuni, quelli rientranti nel territorio di competenza di ciascuna Azienda esprimono i bisogni di salute della popolazione attraverso la Conferenza dei sindaci, che può agire tramite rappresentanze di sindaci su due livelli: competenza territoriale dell’azienda, denominata area vasta; competenza territoriale di distretto.
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