Numeri in calo, ma la guardia resti alta: pericoloso illudersi
Trend consolidato, ora si attendono gli effetti del "liberi tutto" del 18 maggio. Restano molti i nodi da sciogliere: come ripartirà la scuola?
Il trend sembra ormai essersi consolidato. Ogni sera, quando la Protezione civile rende noti i dati del contagio, constatiamo numeri pressoché sempre in calo: quello relativo ai decessi innanzitutto, ma anche quello dei "nuovi contagiati" e, forse il dato più rilevante, il numero dei ricoverati in strutture ospedaliere e nelle terapie intensive. Quest’ultimo ormai ben al di sotto della soglia delle mille unità (erano 541 il 25 maggio).
Dati incoraggianti, che dimostrano quanto il lockdown sia servito a contenere la diffusione del virus. Il via libera alle attività produttive, il 4 maggio scorso, non ha causato una nuova impennata della curva dei contagi.
Nei prossimi giorni sapremo se sarà stato così anche dopo il "sostanziale liberi tutti" ricevuto il 18 maggio.
I media hanno riportato diverse scene di assembramenti, specie nelle grandi città. Alcuni sindaci e governatori hanno minacciato nuovi provvedimenti restrittivi. Qualcuno, come il Sindaco Sala a Milano, li ha presi vietando la vendita del cibo per asporto dopo le ore 19.
Generalmente però bisogna riconoscere che le persone si stanno ben comportando e, tutto sommato, il cambiamento culturale necessario per affrontare questa e le fasi future è stato assorbito.
Nel week end scorso sono tornate anche le celebrazioni liturgiche senza che vi siano stati particolari problemi. Le parrocchie si sono dimostrate pronte e organizzate. Così i fedeli, disponibili alle novità.
Linee guida e i protocolli sono ormai parole che gli operatori, a tutti i livelli, conoscono bene. Ci accompagneranno a lungo. Quello che un tempo si poteva fare normalmente, ora ha bisogno di essere regolato in modo preciso. Ci abitueremo. Ci stiamo già abituando.
Restano naturalmente ancora diverse incognite su come si svolgeranno molte attività. Se il mondo del lavoro è fortunatamente riuscito ad adeguarsi bene e in fretta. Qualche difficoltà in più c’è stata nel campo dei servizi.
Ci stiamo immaginando come sarà il turismo quest’estate, mentre ancora nulla si sa di come si svolgerà la scuola a settembre.
Dalle ultime notizie sembrerebbe che la didattica online sarebbe destinata solo alle superiori, mentre asili, primarie e scuole medie tornerebbero a fare lezione in classe. Ma sulle modalità si leggono solo ipotesi.
La sensazione è che in fondo si stia puntando sul fatto che l’epidemia possa sparire quest’estate, in modo che tra settembre e ottobre molte attività possano tornare a svolgersi "normalmente", come un tempo.
Speranza o illusione? Da un punto di vista scientifico certezze non ce ne sono. Che il virus possa attenuarsi è convinzione diffusa Il virus per cercare di sopravvivere muterebbe e quindi cercherebbe di convivere con l’uomo. La morte dell’uomo infatti determinerebbe anche la morte del virus.
Ma sul fatto che questo oggi stia perdendo forza sono pochi i virologi pronti a sbilanciarsi.
Il lockdown, unitamente all’adozione di misure precauzionali, ha contribuito in modo determinante a contenere la diffusione e quindi a ridurre il ricorso alle strutture ospedaliere. La sanità ora è sicuramente più informata e preparata, ma la verità è pure che una reale terapia efficace, e tale riconosciuta, ancora non esiste.
Sul fronte vaccino siamo sempre alla fase sperimentale. Chi un passo avanti, chi uno indietro. E aldilà delle ultimora lanciate in modo forse troppo sensazionalistico, dobbiamo ritenere che i tempi comunque non potranno essere troppo rapidi.
Speriamo pure quindi che l’epidemia scompaia da sè. Tifiamo certamente perchè la scienza corra veloce verso un farmaco o un vaccino. Ma nel frattempo continuiamo a fare il nostro: autoproteggiamoci e viviamo.
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