Influenza 2020: attenzione a quel mister B
In Friuli si vaccina solo il 55% degli anziani, il 20% della popolazione
Una lastra marmorea in ricordo della costruzione del lazzaretto del mio paese natio così recita : "Perpetuam italici coeli securitatem, hinc, contra omnes externorum morborum insultus, publicum salutis hospitium munitissimum sanitatis propugnaculum obiicior. MDCXXVI ." (A perpetua sicurezza del cielo italiano, qui, contro tutte le offese dei morbi esterni, è nato un pubblico ospedale, strenua difesa di sanità). A quei tempi il concetto di contagio non era ancora legato alla presenza di agenti patogeni. Infatti nel secolo XVII la dottrina miasmatico umorale era una teoria diffusa in campo medico e spiegava l’origine delle malattie infettive attraverso la diffusione nell’aria dei cosiddetti miasmi generati da acque stagnanti, da escrementi, da corpi putrefatti (corruptione et infectione) o dipendente perfino da sfavorevoli congiunzioni astrali o eruzioni vulcaniche. Va beh, ora lasciamo perdere il vecchio mondo, con le sue teorie un po’ barcollanti, e sbarchiamo sulla terra ferma, al sicuro. Ma già la clessidra del tempo corre via spedita mentre nell’aria avvertiamo, con un po’ di rimpianto, l’addio della bella stagione. Intanto i mass media riportano i primi casi di influenza, comprovati dall’isolamento del virus B, un mister che ha scorazzato in maniera imprevista nelle scorse stagioni un po’ in tutta Europa, ficcando a letto una buona parte della popolazione. E questo perché il vaccino trivalente proposto negli anni passati si è dimostrato inefficace verso questo ceppo virale insidioso, mentre lo era il quadrivalente, somministrato però ad una minoranza della popolazione. Infatti, sempre più numerosi esperti ora consigliano di affidarsi alla formulazione quadrivalente, appunto perché c’è stata una mancata corrispondenza tra i virus inseriti nei vaccini tradizionali e quelli in circolazione. Pertanto in questa stagione l’OMS ha stabilito che i ceppi da includere nel vaccino da somministrare saranno i seguenti quattro: A/Brisbane/2018 (H1N1), A/Kansas/2017 (H3N2), B/Colorado/2017 e B/Phuket/2013. Da tempo sappiamo che virus influenzali sono instabili, presentando quasi ogni anno piccole variazioni genetiche (= deriva antigenica o drift) che possono dare una maggiore virulenza; oppure acquisire antigeni del tutto nuovi (H5N1) per riassortimento tra ceppi aviari e quelli umani (= spostamento antigenico o shift), come è capitato anni fa in tutto il mondo. Attualmente, in Italia, già dal 2014 esiste il vaccino quadrivalente di tipo split (= virus frammentato) che protegge anche nei confronti dei nuovi ceppi B circolanti (Fluarix e Vaxigrip Tetra). Quest’anno già si sono manifestati alcuni casi di influenza, in anticipo rispetto alla usuale epidemia, il cui picco è previsto verso gennaio. Pertanto è bene non rinviare la vaccinazione la cui campagna inizierà da metà ottobre fino a dicembre. La protezione inizia dopo due settimane dalla somministrazione e dura per sei-otto mesi. Ricordiamo che in genere il ceppo più aggressivo è H3N2 in quanto, se associato al pneumococco, può causare polmoniti assai temibili negli anziani. In Friuli si vaccina solo il 55% degli anziani e circa il 20% della popolazione o degli operatori sanitari. L’obiettivo dovrebbe essere almeno il 75%. Infine, come ogni anno, la vaccinazione è offerta gratuitamente a chi ha un’età pari o superiore a 65 anni e a tutti i soggetti a rischio (cardio-pneumopatie, neoplasie, diabete, epatopatie etc., oltre a donne in gravidanza, operatori sanitari, forze di polizia e familiari di soggetti ad alto rischio). Insomma bando alle stravaganti credenze che disorientavano l’uomo del medioevo, assillato da un fatale influsso delle stelle, da una strana e occulta coeli influentia, e consegnati senza indugio ad un affidabile e proficuo vaccino capace di inflúere, di far scorrere dentro di te quei preziosi e impagabili anticorpi che ti trasformeranno in un munitissimum sanitatis propugnaculum.
Walter Bruni
Medico
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