Diagnosi e terapia del cancro del colon-retto
L’incidenza è in aumento negli under50, indicazioni per la diagnosi precoce dai medici del Cro di Aviano Claudio Belluco direttore facente funzioni della Chirurgia oncologica generale e Renato Cannizzaro, direttore della Gastroenterologia oncologica e sperimentale del CRO
Secondo le ultime stime dello IARC (l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), in Italia il tumore del colon-retto si conferma la seconda causa di morte per neoplasia, dopo il cancro del polmone. Mentre l’incidenza nelle popolazioni più anziane è in diminuzione grazie ai programmi di screening, si guarda con attenzione ai dati nelle persone più giovani. Negli Stati Uniti, i tumori del colon-retto negli Under 50 sono quasi raddoppiati - in numero assoluto - dall’inizio degli Anni ’90, con cifre che già rappresentano un problema di salute pubblica. Per questo si stanno studiando le cause e le possibili contromisure per limitarne i danni.
Un recentissimo studio - pubblicato sulla rivista Annals of Oncology - ha evidenziato un preoccupante aumento della mortalità per il cancro del colon-retto nella fascia 25-49 anni anche in Unione Europea, in particolare nel Regno Unito dove è stato stimato che il numero dei decessi causati da questa forma tumorale è cresciuto del 26,1% nei maschi e del 38,6% nelle donne rispetto al 2018. Un simile trend, anche se più ridotto, è stato registrato anche in Italia.
“Questa neoplasia negli Under 50 presenta aspetti peculiari, dimostrando una maggiore aggressività clinica e caratteristiche genetiche specifiche, tanto da essere considerata un’entità a sé stante”, spiega Claudio Belluco, direttore facente funzioni della Chirurgia oncologica generale del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e vicepresidente della Società Italiana di Chirurgia Oncologica. “I principali fattori che sembrano contribuire all’aumento dell’incidenza del tumore del colon-retto tra i giovani adulti sono obesità, consumo di alcol e di bevande ad elevato contenuto di zucchero, fumo e sedentarietà, oltre a predisposizione genetica in una percentuale rilevante di casi”.
“In particolare, lo stile di vita sembra influire sull’aumentato rischio di sviluppare questa patologia mediante modificazioni del microbioma, ovvero dei microrganismi che vivono nel tratto intestinale”, prosegue il professor Renato Cannizzaro, direttore della Gastroenterologia oncologica e sperimentale del CRO, che ha fatto parte del team internazionale di esperti che, lo scorso marzo, ha delineato le linee guida per la diagnosi e la terapia di questo tumore negli Under 50 (link alla pubblicazione: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36549470/ ).
“Tra le indicazioni principali – aggiunge Belluco - c’è la raccomandazione di prestare la massima attenzione alla comparsa di campanelli d'allarme come dolore addominale, perdita di peso, anemia, comparsa di sangue nelle feci, sintomi ostruttivi o diarrea. In questi casi è consigliato svolgere, quanto prima, una colonscopia. E’ importante, inoltre, eseguire un test genetico per verificare la presenza di mutazioni che predispongono a questo tipo di tumore. Le eventuali terapie, infine, possono pregiudicare la fertilità; è utile, quindi, considerare la preservazione delle cellule necessarie alla riproduzione”.
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