Istituto Zanussi: la ripresa e i nodi al pettine

Tra progetti legati alla ripresa e le criticità di una scuola professionale: "Si pensi agli spazi, al distanziamento sociale, alle attività laboratoriali, all’alternanza scuola/lavoro, ai trasporti, alle mense … è uno scenario completamente travolto e diverso" 

n tempi di Covid 19 tutte le varie realtà ed istituzioni sono state obbligate a vorticosi cambiamenti da scombinare prassi consolidate, modalità operative e organizzazione. Così la Scuola. Un fenomeno straordinariamente positivo è la così detta DaD, didattica a distanza. Insegnanti, allievi, famiglie hanno rivoluzionato tempi, approcci, mezzi comunicativi e strumenti didattici per continuare – in un contesto del tutto impensabile – l’azione educativa propria della Scuola. Molte scuole erano già pronte, nel senso che avevano già avviato negli anni dei percorsi di innovazione sia metodologico-didattico che di strumenti, basati anche sulle tecnologie, altre scuole non erano così pronte, ma nel complesso la scuola italiana, per quanto osservabile, ha fatto un grande passo in avanti.Tutti si sono messi in gioco e il risultato è stato formidabile, seppur non omogeneamente distribuito. Le Scuole hanno offerto professionalità, strumentazione tecnologica, presenza attiva dei docenti ed anche supporto psicologico perché, comunque lo si presenti, questo repentino cambiamento operativo e organizzativo, è stato un trauma per tutti. Gli esseri umani sono in sé relazione, che si crea nel contatto, nella vicinanza, nella fisicità, negli sguardi. Tutto questo è venuto meno. Ora ci si avvia alla conclusione dell’anno scolastico, tra molte incertezze e contraddizioni. A tutt’oggi (articolo redato l’8 maggio; nel box qui sotto le decisioni prese successivamente ndr.) siamo in attesa delle Ordinanze ministeriali al fine svolgere scrutini ed esami in questa situazione di emergenza. Oltre a queste immediate emergenze ciò che preoccupa molto il mondo della Scuola è la ripresa a settembre. Quali criteri e modelli organizzativi verranno messi in atto? Come si potrà rispondere alle criticità? Si pensi agli spazi, al distanziamento sociale, alle attività laboratoriali, all’alternanza scuola/lavoro, ai trasporti, alle mense … è uno scenario completamente travolto e diverso quello che si presenta. Saranno necessari investimenti e risorse economiche ingenti.Verrà richiesta una flessibilità inedita sia alle famiglie che al personale della scuola, rivedendo necessariamente l’organizzazione del lavoro, che richiederà creatività, disponibilità e tanti sacrifici. Si ricorda che il diritto all’istruzione è sancito dalla Costituzione Italiana e dovendovi provvedere con quegli accorgimenti necessari alla tutela della salute tutto dovrà essere rimpostato. Due sono le mie personali preoccupazioni. La cura delle fasce più fragili degli allievi (per provenienza, per lingua, per censo, per appartenenze, per situazioni familiari variamente esposte …) e gli allievi disabili. Costoro hanno bisogno di cure educative specifiche, articolate, diversificate con personale altamente qualificato. Difficilmente si potranno armonizzare esigenze salutistiche e azione didattica. Si evince la necessità di aprire dei tavoli di riflessione e di progettazione specifici a livello locale e regionale per dare una risposta pertinente, significativa, adeguata. Infine una particolare attenzione agli istituti tecnici e professionali. Sono caratterizzati dall’alta presenza di laboratori che ne connotano i percorsi scolastici. Ad essi non si può né rinunciare né ridurre il monte ore. Al momento si fanno delle ipotesi operative, ma bisogna arrivare a qualche determinazione operativa in breve tempo, settembre è alle porte. Vale sempre l’antico adagio: “Videant consules, ne quid res pubblica detrimenti capiat” (provvedano i consoli affinché lo Stato non soffra alcun danno).Giovanni Dalla Torre