L'Editoriale
Il dono più grande non si compra
In Italia la gestazione per altri (GPA) è reato universale: una legge appena approvata così sancisce, aggiungendo al divieto già presente dal 2004 (legge n.40) anche il reato di chi, cercando una genitorialità attraverso una via non percorribile, bypassava l’impossibilità ricorrendo all’utero in affitto all’estero, nei paesi dove questo reato non è. L’argomento è quanto complesso, vi si intrecciano questioni di diritto e di tutela - della donna, della gestante, dei minori - con altre soggettive e personali - come il desiderio, non il diritto, della genitorialità. E’ pure un tema quanto mai divisivo... (Foto Ansa / Sir)
In Italia la gestazione per altri (GPA) è reato universale: una legge appena approvata così sancisce, aggiungendo al divieto già presente dal 2004 (legge n.40) anche il reato di chi, cercando una genitorialità attraverso una via non percorribile, bypassava l’impossibilità ricorrendo all’utero in affitto all’estero, nei paesi dove questo reato non è.L’argomento è quanto complesso, vi si intrecciano questioni di diritto e di tutela – della donna, della gestante, dei minori – con altre soggettive e personali – come il desiderio, non il diritto, della genitorialità. E’ pure un tema quanto mai divisivo, tanto che opinione pubblica e politica affossano o esaltano la proposta di legge di Carolina Varchi (FdI) che il 16 ottobre il Senato ha approvato in via definitiva.Punto contestato, anche dal mondo della giurisprudenza, è la definizione di reato universale, espressione con cui si identificano quei reati che, per la loro gravità e disumanità, non possono che essere percepiti come tali da chiunque e in tutto il mondo (universalmente appunto). Appartengono alla categoria di reato universale i crimini di guerra, la pedofilia, il terrorismo, il genocidio. Nel caso della Gpa, il fatto che in alcune nazioni questa sia da tempo possibile, quindi accettata e regolamentata, rende di fatto una sonora incongruenza la definizione di reato universale per questa pratica.La Gpa infatti è consentita in varie parti del mondo ma con un fondamentale distinguo: a titolo solidale o a titolo oneroso. Nel primo caso avviene senza mercimonio quindi a titolo gratuito, solidale; nel secondo è prevista una transazione economica dagli aspiranti genitori alla gestante su commissione, in cambio della cessione del frutto della gestazione.I paesi in cui la Gpa è permessa solo a titolo solidale e gratuito sono l’Australia, il Brasile, il Canada, alcuni stati degli Usa, Hong Kong. In altri è prevista sia nella modalità solidale e gratuita che in quella a pagamento, come in Sudafrica, Russia (anche per single e coppie non sposate), Georgia (coppie eterosessuali sposate), Bielorussia, Armenia, alcuni stati degli Usa. In altri paesi ancora la Gpa è legale e retribuita: in Thailandia (coppie eterosessuale sposate), Ucraina (coppie eterosessuali) e fino al 2015 anche in Inda dove, a seguito dell’emersione di vari casi di sfruttamento, è diventata possibile solo a titolo solidale (con rimborso spese). Infine, la Gpa non è consentita in nessuna formula in Germania, Austria, Bulgaria, Spagna, Finlandia, Francia, Lituania, Lettonia, Norvegia, Svezia, Svizzera, Malta, Arabia Saudita, Azerbaijan, Cambogia, Singapore, Costa Rica, Montenegro, Repubblica Domenicana, Turchia e Italia. Restano nella non regolamentazione una trentina di nazioni per cui, senza una proibizione esplicita, la libertà d’azione potrebbe indurre allo sfruttamento delle gestanti. Un caso limite è quello della Nigeria e delle denunciate “fabbriche di bambini”, con gestanti recluse fino al parto per conto terzi.Regolamentata o no, la Gpa è uno di quei temi che, come accade quando si tocca la vita – il suo inizio e la sua fine – non pertengono mai solo alla sfera giuridica o razionale, perché si annidano nella sfera più intima e privata della persona, mescolano desideri e sentimenti, si intrecciano alla visione del mondo, che cambia a seconda dei valori su cui si impernia la vita. Resta comunque difficile non cogliervi lo sfruttamento della donna, usata nella sua capacità di generare, esposta e sfruttabile – se la Gpa avviene con scambio di denaro – nella sua condizione di fragilità socio-economica. Né, ugualmente, non può non accendersi l’attenzione sul minore chiamato in vita in modi e contesti assai diversi da quelli che madre natura contempla e poi lasciato in balia di una legislazione che in alcune nazioni lo riconosce e accetta come figlio di chi ha fatto ricorso a tale pratica, in altre no, lasciando bambini in un limbo inaccettabile.Dato che i valori che imperniano la vita di ciascuno hanno un ruolo non secondario sulla questione, per i cattolici restano una guida le parole di papa Francesco. Nel suo discorso al corpo diplomatico (8 gennaio 2024) ha ribadito il rispetto della vita a partire da quella del nascituro nel grembo della madre: “Non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio” e ha definito “deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio”. Lo stesso ha anche auspicato l’impegno della Comunità internazionale “per proibire a livello universale tale pratica”.