Venerdì 8 agosto: a scuola di paesaggio con le Dolomiti Unesco

Un evento lancia la nuova Summer School della Dolomiti Mountain: l'8 aprile alle 16.30 in sala Pasolini all'Univ. di Udine

 

Se persino luoghi apparentemente statici come le montagne si evolvono e cambiano in continuazione, coloro che le amano e le proteggono non possono essere da meno: ed ecco perché, dopo cinque edizioni, la Summer School Dolomiti UNESCO cambia formula e si rivoluziona. A partire dal nome, che diventa Dolomiti Mountain School

Questa ed altre novità saranno al centro dell’incontro “Dolomiti Patrimonio Mondiale, una scuola di paesaggio” che verrà ospitato venerdì 8 aprile, alle 16.30, nella sala Pasolini dell’Università degli Studi di Udine, a Palazzo Garzolini di Toppo Wassermann. L’evento è organizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Comunità di montagna della Carnia e l’Associazione delle Sezioni CAI di Carnia-Canal del Ferro-Val Canale.

Il meeting si aprirà con le parole di Roberto Pinton, magnifico rettore dell’Università degli Studi di Udine, e di Graziano Pizzimenti, assessore regionale alle infrastrutture e al territorio. Mara Nemela, direttrice della Fondazione Dolomiti UNESCO, chiuderà l’evento. L’incontro verrà condotto da Pierpaolo Zanchetta, coordinatore del Servizio biodiversità della Regione Friuli Venezia Giulia.

Gianpaolo Carbonetto, giornalista e studioso di culture della montagna, interverrà per spiegare alla platea “Come sta cambiando la Scuola di paesaggio”, tirando le somme delle cinque edizioni passate della Summer School e preparando il terreno per la nuova formula intorno a cui la Scuola verrà riconfigurata a partire da quest’anno.

Annibale Salsa, presidente del Comitato scientifico di Accademia della Montagna del Trentino e past-president nazionale del Club Alpino Italiano, terrà invece una lectio magistralis sul tema “Montagna: un paesaggio tra natura e cultura”.

L’appuntamento sarà una buona occasione per comprendere ancora più a fondo l’importanza del paesaggio come risorsa fondamentale per il benessere delle comunità e per lo sviluppo economico. Esso, infatti, contribuisce al senso di appartenenza e di responsabilità degli abitanti della montagna e costituisce un fattore di attrazione di visitatori e turisti. Va dunque interpretato come un patrimonio collettivo da preservare, sopratutto nell’ottica di un’integrazione sana tra gli ecosistemi naturali e la presenza umana. 

L’ingresso all’evento sarà libero, nel rispetto delle normative vigenti in materia di limitazione dei contagi da Covid-19.