15 agosto, Assunta in cielo, commento di don Renato De Zan

 Nessuna corruzione nel sepolcro per la Madre del Signore della vita

Lc 1,39-56

39 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40 Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44 Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». 46 Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore 47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48 perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49 Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; 50 di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. 51 Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52 ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; 53 ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. 54 Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55 come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». 56 Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

 

Il Testo

 

1. La pericope biblica e la formula evangelica sono uguali. Il brano della visita di Maria ad Elisabetta appartiene al vangelo dell’Infanzia (Lc 1,5-2,52) che – secondo diversi specialisti – è stato aggiunto al testo del vangelo dopo una prima redazione. Basta comparare il progetto di Luca (Lc 1,3: Ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo”). In Lc 3,1 le ricerche accurate si vedono (“Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene….”). Non si vedono in Lc 1,5: “Al tempo di Erode, re della Giudea….”.

 

2. La formula di Lc 1,39-56 è suddivisibile in quattro momenti. C’è un’introduzione (Lc 1,39-40) che presenta Maria in viaggio fino alla casa di Zaccaria. In un secondo momento (Lc 1,41-45) viene narrato l’incontro tra Maria ed Elisabetta con il bellissimo saluto di quest’ultima. Segue il canto del Magnificat che Maria innalza con gratitudine per la sua maternità messianica (Lc 1,46-55). Chiude il testo il ritorno di Maria a casa sua (Lc 1,56). L’introduzione e la conclusione, a ben guardare, formano una ottima inclusione.

 

L’Esegesi

 

1. Nel testo biblico non viene narrata l’Assunzione di Maria, ma vengono presentati tutti i motivi che giustificano tale mistero. Luca dice che l’angelo la chiamò “kecharitomène” (Lc 1,28), cioè “fatta destinataria di ogni grazia per sempre”. Basterebbe questo per dare all’Assunzione una base teologica fondante. Ma c’è di più. Luca fa dire ad Elisabetta (colma di Spirito Santo): “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”, creando una parallelo strettissimo tra Maria e Gesù. Maria, poi, viene chiamata “madre del mio Signore” e “beata”. Le parole di Elisabetta offrono il robusto supporto teologico per legare in modo indissolubile Maria Vergine alla persona di Gesù. Il prefazio sintetizza tutto questo dicendo: “Tu (Dio Padre) non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che in modo ineffabile ha generato nella carne il tuo Figlio, autore della vita”.

 

2. Gli studiosi ci dicono che il Magnificat (Lc 1,46-55), insieme al Benedictus (Lc 1,58-79), sarebbero due composizioni inniche composte dalla Chiesa nascente per ringraziare Dio della cessata persecuzione di Erode Agrippa I. Poiché nella teologia lucana ciò che viene predicato di Maria si può predicare della Chiesa e viceversa (ambedue offrono all’umanità la possibilità di esperimentare il Verbo fatto carne, l’una attraverso l’Incarnazione, l’altra attraverso la Parola e i Sacramenti), l’evangelista non ha trovato nessuna difficoltà a mettere in bocca a Maria questo bellissimo inno, sovrapponendo in modo elegante Maria e Chiesa.

 

Il Contesto Liturgico

 

1. Nella prima lettura, il brano dell’Apocalisse, viene presentata la donna rivestita di sole (Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab). Nella teologia apocalittica questa donna è la Chiesa. I Padri l’hanno interpretata come simbolo mariano. Nella seconda lettura (1Cor 15,20-27a) Paolo presenta la resurrezione come il modo con cui Dio assoggetta a Cristo ogni cosa. Maria Assunta in cielo è, per i credenti, l’anticipo della risurrezione dei morti.

 

2. La costituzione conciliare “Lumen Gentium”, al n. 68, esprime un concetto che può essere una delle chiavi interpretative della celebrazione liturgica: “Come, già glorificata in cielo nel corpo e nell’anima, la Madre di Gesù è l’immagine e l’inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nella futura eternità, così nel frattempo brilla quaggiù sulla terra come segno di sicura speranza e di consolazione per il Popolo di Dio in cammino, fino a quando verrà il giorno del Signore (cfr. 2Pt 3,10)”.

 

3. Per un approfondimento si suggeriscono: F. Bovon, Luca. 1, Commentario Paideia. Nuovo Testamento, Paideia, Brescia 2005, 96-114Lettura pastorale del vangelo di Luca, EDB, Bologna 1983, 169-176Il vangelo di Luca. Parte prima, Commentario teologico del Nuovo Testamento, Paideia, Brescia 1983, 163-186Il vangelo secondo Luca, Nuovo Testamento. Seconda Serie, Paideia, Brescia, 2000, 39-43.