Domenica 25 luglio, commento di don Renato De Zan

Cinque pani d'orzo e due pesci: solidarietà, miracolo e anticipo dell'eucaristia

25.07.2021. 17a Domenica del T.O.-B

 

Gv 6,1-15

In quel tempo, 1 Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2 e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3 Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4 Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 5 Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6 Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7 Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8 Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9 «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». 10 Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 11 Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 12 E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13 Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. 14 Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». 15 Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

 

Cinque pani d’orzo e due pesci: solidarietà, miracolo e anticipo dell’eucaristia

 

Tematica liturgica

 

1. La moltiplicazione dei pani compiuta da Eliseo (prima lettura, 2 Re 4,42-44) anticipa profeticamente il miracolo di Gesù. Le simmetrie sono molteplici: i pani sono d’orzo, c’è sproporzione tra i pani e la folla, c’è la perplessità di chi sta vicino al taumaturgo, c’è l’abbondanza degli avanzi del pane. Dio pone il segno: egli, che dona la vita, risponde abbondantemente al bisogno degli uomini purché tra gli uomini ci sia la solidarietà (A.T.: venti pani d’orzo; N.T.: cinque pani d’orzo e due pesci).

 

2. Viene illustrato tema della iniziativa umana e del suo limite, soccorsa dall’intervento miracoloso di Dio. Filippo e Andrea rappresentano la buona volontà dell’uomo nel reagire alla difficoltà di trovarsi di fronte a una folla numerosa e affamata. Gesù rappresenta l’intervento divino che va incontro al limite umano.

 

3. Le tematiche del vangelo sono più ampie. La descrizione del miracolo, un solo versetto (v. 11), è stata fatta dall’evangelista attraverso la tecnica dell’allusione. I gesti compiuti da Gesù richiamano i gesti che sono descritti dagli altri evangelisti nell’ultima cena: “prende i pani”, “rende grazie” e “li diede quelli che erano seduti”. Il miracolo, compiuto da Gesù e così descritto dall’evangelista, spinge oltre e invita a guardare verso l’Eucaristia. Dietro al miracolo c’è “il segno” del dono totale di Cristo, vero pane, vero significato dell’esistenza, vera eternità donata ad ogni uomo.

 

4. Il Gesù di Gv 6,1-15, diversamente da quanto raccontato nei vangeli sinottici, non si fa aiutare dai discepoli. Egli è l’unico dispensatore di ogni grazia, di ogni messaggio divino e, infine, di se stesso. Nella sinagoga di Cafarnao, Gesù affermerà con forza di essere lui a dare il pane di vita (cfr Gv 6,27.51-52). Lo scrittore sacro rafforzerà questo concetto affermando: “Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù” (1 Tm 2,5)

 

Dimensione letteraria

 

1. Con questa domenica la Liturgia interrompe la lettura del vangelo di Marco (toccherebbe il brano della moltiplicazione dei pani) e legge il capitolo sesto del vangelo di Giovanni (stesso episodio – moltiplicazione dei pani – con la successiva riflessione sul pane di vita). La lettura del testo giovanneo si prolungherà fino alla 21a domenica del Tempo Ordinario (22.08.2021). Successivamente verrà ripresa la lettura del vangelo di Marco.

 

2. Liturgia sopprime l’espressione evangelica “dopo questi fatti” (guarigione dell’infermo alla piscina di Betzatà e discorso sull’opera del figlio dell’Uomo), espressione giovannea senza particolare significato teologico, e fa iniziare la pericope di Gv 6,1-15 con la dicitura classica “In quel tempo, Gesù passò all’altra riva”. Per il resto, testo biblico e testo biblico-liturgico si equivalgono.

 

3. La pericope può essere letta secondo una scansione in sei medaglioni: lo scenario (vv. 1-4), la prova di Filippo (vv. 5-7), il dialogo con Andrea (vv. 8-10), il miracolo (v. 11), la raccolta degli avanzi (vv. 12-13), il rifiuto della regalità umana (vv. 14-15).

 

 

Riflessione liturgico-biblica

 

1. Nulla deve andare perduto. Si tratta di una allusione – secondo alcuni studiosi – alla cura della raccolta dei frammenti eucaristici. Si tratta – secondo altri – della raccolta dei discepoli perché non si perdano oppure dell’unità della Chiesa attraverso l’Eucaristia (cfr la “Didaché” usa l’immagine della raccolta dei frammenti eucaristici per indicare l’unità della Chiesa).