Commento al Vangelo
Domenica 25 luglio, commento di don Renato De Zan
Cinque pani d'orzo e due pesci: solidarietà, miracolo e anticipo dell'eucaristia
25.07.2021. 17a Domenica del T.O.-B
Gv 6,1-15
In quel tempo,
Cinque pani d’orzo e due pesci: solidarietà, miracolo e anticipo dell’eucaristia
Tematica liturgica
1. La moltiplicazione dei pani compiuta da Eliseo (prima lettura, 2 Re 4,42-44) anticipa profeticamente il miracolo di Gesù. Le simmetrie sono molteplici: i pani sono d’orzo, c’è sproporzione tra i pani e la folla, c’è la perplessità di chi sta vicino al taumaturgo, c’è l’abbondanza degli avanzi del pane. Dio pone il segno: egli, che dona la vita, risponde abbondantemente al bisogno degli uomini purché tra gli uomini ci sia la solidarietà (A.T.: venti pani d’orzo; N.T.: cinque pani d’orzo e due pesci).
2. Viene illustrato tema della iniziativa umana e del suo limite, soccorsa dall’intervento miracoloso di Dio. Filippo e Andrea rappresentano la buona volontà dell’uomo nel reagire alla difficoltà di trovarsi di fronte a una folla numerosa e affamata. Gesù rappresenta l’intervento divino che va incontro al limite umano.
3. Le tematiche del vangelo sono più ampie. La descrizione del miracolo, un solo versetto (v. 11), è stata fatta dall’evangelista attraverso la tecnica dell’allusione. I gesti compiuti da Gesù richiamano i gesti che sono descritti dagli altri evangelisti nell’ultima cena: “prende i pani”, “rende grazie” e “li diede quelli che erano seduti”. Il miracolo, compiuto da Gesù e così descritto dall’evangelista, spinge oltre e invita a guardare verso l’Eucaristia. Dietro al miracolo c’è “il segno” del dono totale di Cristo, vero pane, vero significato dell’esistenza, vera eternità donata ad ogni uomo.
4. Il Gesù di Gv 6,1-15, diversamente da quanto raccontato nei vangeli sinottici, non si fa aiutare dai discepoli. Egli è l’unico dispensatore di ogni grazia, di ogni messaggio divino e, infine, di se stesso. Nella sinagoga di Cafarnao, Gesù affermerà con forza di essere lui a dare il pane di vita (cfr Gv 6,27.51-52). Lo scrittore sacro rafforzerà questo concetto affermando: “Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù” (1 Tm 2,5)
Dimensione letteraria
1. Con questa domenica la Liturgia interrompe la lettura del vangelo di Marco (toccherebbe il brano della moltiplicazione dei pani) e legge il capitolo sesto del vangelo di Giovanni (stesso episodio – moltiplicazione dei pani – con la successiva riflessione sul pane di vita). La lettura del testo giovanneo si prolungherà fino alla 21
2. Liturgia sopprime l’espressione evangelica “dopo questi fatti” (guarigione dell’infermo alla piscina di Betzatà e discorso sull’opera del figlio dell’Uomo), espressione giovannea senza particolare significato teologico, e fa iniziare la pericope di Gv 6,1-15 con la dicitura classica “In quel tempo, Gesù passò all’altra riva”. Per il resto, testo biblico e testo biblico-liturgico si equivalgono.
3. La pericope può essere letta secondo una scansione in sei medaglioni: lo scenario (vv. 1-4), la prova di Filippo (vv. 5-7), il dialogo con Andrea (vv. 8-10), il miracolo (v. 11), la raccolta degli avanzi (vv. 12-13), il rifiuto della regalità umana (vv. 14-15).
Riflessione liturgico-biblica
1. Nulla deve andare perduto. Si tratta di una allusione – secondo alcuni studiosi – alla cura della raccolta dei frammenti eucaristici. Si tratta – secondo altri – della raccolta dei discepoli perché non si perdano oppure dell’unità della Chiesa attraverso l’Eucaristia (cfr la “Didaché” usa l’immagine della raccolta dei frammenti eucaristici per indicare l’unità della Chiesa).