Cultura e Spettacoli
Il nuovo spazio espositivo a Casso per il contemporaneo
Ad aprire lo spazio sarà la nuova collettiva metamorfica organizzata da Dolomiti Contemporanee che apre con la mostra “Le Fogge delle Rocce” che apre sabato 27 luglio alle 17, in cui gli artisti esplorano il territorio attraverso la lente della geologia
Si terrà sabato 27 luglio alle 17 nel Nuovo Spazio di Casso l’Opening della mostra Le Fogge delle Rocce, una collettiva metamorfica di Dolomiti Contemporanee, nella quale gli artisti esplorano il territorio attraverso la lente della geologia. La mostra rimarrà aperta fino al 31 dicembre, con performance inaugurale costituita da applicazioni ortofoniche per calcari di fukte+nodolby sempre sabato 27 alle 18.30.
Gli artisti in mostra sono: Nancy Allen, Ilze Aulmane, Sara Antonellis, Emmanuel Awuni, Josephine Baker, Lorenzo Barbasetti di Prun, Mattia Barbieri, Fungai Benhura, Alberto Bettinetti, Gino Blanc, Max Boyla, Stefano Caimi, Simone Cametti, Iside Calcagnile, Federica Clerici, Kristene Daukšte, Nanni de Biasi, Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Roberto De Pol, Cristiano Di Martino, Bruno Fantelli, Pierpaolo Febbo, Cristiano Focacci Menchini, Gusty Ferro, Enej Gala, Adam Fung, Silvia Giordani, Massimiliano Gottardi, Andrea Grotto, Nicola Gunnarson, Moe Yoshida, Suleman Khilji, Minji Kim, Evelyn Leveghi, Silvia Listorti, Harry Jones London, Marco Mastropieri, Monica Mazzone, Stefania Mazzola, Philipp Messner, Alessandro Pagani, Sebastiano Pallavisini, Valeria Pin, Nelly Radak, Giacomo Segantin, Caterina Erica Shanta, Alan Silvestri, Norberto Spina, Kristian Sturi, Roberto Picchi, Fabio Tallo, Fabiano Vvicentini, Nežka Zamar, Federica Zanlucchi.
Collaborazione scientifica sugli aspetti geologici e interazione ultradisciplinare: Emiliano Oddone – Dolomiti Projectpartners: db group, caffè bristot, speck unterberger, panificio marcon, vini biasiotto, birra dolomiti, tutta la rete dc.
Il museo della pietra e degli scalpellini di Castellavazzo è partner di dolomiti contemporanee in le fogge delle rocce, e fornisce punte e subbie a supporto della performance applicazioni ortofoniche per calcari di fukte+nodolby.La mostra è parte del programma dei dolomiti days 2024, iniziativa promossa dalla regione autonoma Friuli Venezia Giulia, che si realizza in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco, la Magnifica comunità di montagna Dolomiti Friulane Cavallo e Cansiglio, insieme al comune di Erto e Casso.La mostra sarà aperta:agosto: dal martedì alla domenica, 10-12:30 e 14-18:30settembre: aperto dal mercoledì alla domenica, 10-12:30 e 14-18:30da ottobre a dicembre: aperto nei fine settimana quando segnalato, e su appuntamento
Tra i temi principali che informano la stagione 2024 di dolomiti contemporanee, c’è la geologia, quale lente e piccone a scavare ancora le specificità del territorio e della montagna. Utilizziamo dunque la geologia, innanzitutto, come scienza, per far conoscenza. Ma anche per entrare nell’estetica della plasmazione e della riplasmazione dell’ambiente, che concepiamo come mobile e non come fossile, raccogliendone taluni riverberi echeggianti, e facendo affiorare in tal modo una serie ambienti binati, combinati, spazi correlati nella sinapsi poietico-culturale, quella pasta che ricopre il complesso mente-materia, in modo che le due parti non risultino tetramente scisse, ma collaboranti. Ecco dunque gli ambienti linguistici aumentati, gli ambienti del paesaggio critico affermato, la parola espansa, a percolare fuori dal proprio ambito minimo di senso, per afferrare ulteriori possibili connessioni espansive, per suggerirle: i rimandi.
Insomma qui la geologia, con tutta la precisione ispirante ed evocativa del proprio ricchissimo linguaggio specifico, abitualmente utilizzato nel contesto di riferimento per definire gli oggetti della ricerca scientifica in modo puntuale, viene proposta quindi, e utilizzata, in modo versatile, con ciò inducendo la lingua scientifica ad esaltare, espandere, piegare, allargare, il contenuto di senso di alcune espressioni e testi, per riapplicarlo, come un mantello ribollente, al contesto stesso, che è l’ambiente, ovvero il paesaggio, in tal modo illuminandolo con una luce e una prospettiva diversa, incrementali, e questo è un ottimo modo per non osservarlo sempre eguale a se stesso, quel contesto, concedendogli letture ulteriori, che catalizzano altri fattori della ricerca.