Cultura e Spettacoli
Vicino/Lontano. il 12 maggi si parla di guerra e libertà di informazione
Informazione e libertà di informare: il caso Assange alle 18.30. Putin e "la guerra alla memoria" alle ore 21 con lo storico russo Sergej Bondarenko (in foto).
L’attualità e le sfide cruciali del nostro tempo sono al centro della seconda giornata del festival vicino/lontano, giovedì 12 maggio.
Sono sfide centrali del nostro tempo la “transizione ecologica” e la “transizione energetica”: su quest’ultimo aspetto, intorno agli investimenti necessari per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico si confronteranno al festival domani, alle 19.30 nella Chiesa di San Francesco: Chicco Testa Presidente di Fise Assoambiente, Proger Spa, E.VA Energie Valsabbia e A.D. di Telit Communications Spa, Edoardo Zanchini Vicepresidente nazionale di Legambiente, architetto e dottore di ricerca in pianificazione urbanistica, Giuseppe Zollino già presidente di Sogin, la Società pubblica responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi e l’esperta di energie rinnovabili Patrizia Feletig. Condurrà l’incontro Antonio Massarutto, docente di Economia applicata all’Università di Udine e Research Fellow del GREEN alla Bocconi di Milano. E alle 21.30, sempre nella Chiesa di San Francesco, Fabio Deotto (finalista del Premio Terzani 2022 con “L’altro mondo”), il geografo Franco Farinelli e il giornalista e saggista Marco Pacini (autore per Meltemi di “Pensare la fine”), moderati dal giornalista Stefano Tieri, discuteranno di Antropocene e di come prepararsi all’idea della (nostra) fine come specie, con il preciso scopo di evitarla.
Molti gli incontri di rilievo domani: alle 17.30 nel Salone del Popolo il dialogo promosso a cura della Sezione FVG della Società Filosofica Italiana, “Cultura e identità nella Polonia attuale” con Ivan Dimitrijević e Beatrice Bonato. Si parlerà del caso Polonia e di quanto divide la sua società: dai diritti delle minoranze sessuali alla legislazione sull’aborto, alla crisi migratoria. Alle 18 domani nell’aula Pasolini a Palazzo Di Toppo Wassermann la proiezione del documentario “Mesto na travniku / La città sul prato” con le autrici Anja Medved e Nadja Velušček, introdotte da Laura Montanari e Guido Crainz. L’iniziativa rientra nelle attività per GO! 2025, ed è promossa dalla Scuola superiore dell’Università di Udine, nell’ambito del corso “Memorie di Confine”: Nova Gorica e Gorizia saranno insieme Capitale europea della Cultura nel 2025, la proiezione di questo documentario rappresenta una tappa di avvicinamento.
Sempre domani alle 19.30 nell’Auditorium Sgorlon riflettori sull’incontro “La guerra non ha un volto di donna: Da Caterina Percoto a Svjatlana Aleksievič”, a cura del Premio Letterario Nazionale Caterina Percoto, con Sergia Adamo ed Elisabetta Pozzetto. Interverrà Silvia Parmiani, Assessore alla Cultura del Comune di Manzano. Ripercorrere il filo che lega due scrittrici lontane – dal Friuli dell’Ottocento all’Ucraina di oggi – è esercizio meno ardito di quanto sembri. Entrambe dotate dell’«amoroso tocco», Aleksievič si è formata alla letteratura attraverso il giornalismo, elaborando una sorta di ‘racconto documentario’, una formula tutta in germe nella scrittrice friulana Caterina Percoto, che ha affrontato la crudeltà della guerra attraverso le lacerazioni che provoca nei vincoli affettivi e di sangue.
Domani sera, infine, alle 20:30 al Teatro San Giorgio, riflettori sullo spettacolo ‘In un mare di voci’, di Nicoletta Taricani e con ospite d’onore Giorgio Deidda, nome di spicco del panorama jazz italiano. In un’originale dimensione jazz, tra musica e recitazione, si parlerà di migrazione, di viaggi disperati nel Mediterraneo alla ricerca di salvezza. In apertura, le testimonianze dell’anestesista Chiara Parvisani e Yannick Julliot, responsabile dei progetti di MSF a Torino, Udine e Trieste, dedicati al supporto sociosanitario rivolto a migranti, rifugiati e richiedenti asilo, tra cui anche persone in fuga dall’Ucraina. «Udine è una delle mete della rotta balcanica e spesso, dopo aver compiuto viaggi lunghi e pericolosi, le persone in arrivo hanno difficoltà ad accedere ai servizi sanitari pubblici a causa di barriere amministrative o linguistiche. Lo sportello H.O.P.E. vuole essere uno strumento per supportarli, per esempio nell’ottenere la tessera sanitaria o a usufruire di visite mediche se ne hanno bisogno», ha dichiarato Yannick Julliot, responsabile dei progetti di MSF a Torino, Udine e Trieste.