Lestans: domenica 16 l’inaugurazione dei restauri agli affreschi della chiesa

Dopo il terremoto del '76, rinasce per la seconda volta la bellezza unica di questo scrigno affrescato dall'Amalteo, genero de Il Pordenone. Il restauratore è sempre Giancarlo Magri (questa volta col figlio Alberto).

  Domenica 16 giugno 2019 si potrebbe definire giorno della seconda rinascita degli affreschi che decorano la volta e le pareti del presbiterio della chiesa di Santa Maria Assunta in Lestans. Ciclo pittorico tra i più rilevanti del Cinquecento in Friuli, iniziato dal Pordenone e portato a termine dal genero Pomponio Amalteo, il prezioso gioiello il 6 maggio 1976 e il 15 settembre dello stesso anno fu gravemente danneggiato dal sisma che colpì il Friuli, “tanto che in quel periodo si parlò anche di un possibile abbattimento” dell’intera chiesa.

PRIMA RINASCITASi deve all’amore che Giancarlo Magri ha per l’arte e per quella della sua terra in particolare se l’abside e gli affreschi di Santa Maria Assunta furono salvati e fatti rinascere dopo un lungo e pericoloso lavoro.La sera del 6 maggio il pensiero di Magri corse subito alle splendide pitture che decorano le nostre chiese nell’area pedemontana. Nell’impresa cui si dedicò a partire dal giorno immediatamente successivo al sisma Magri coinvolse anche la moglie e così fu per tantissime opere d’arte del pordenonese. Molte furono trasportate a Pordenone nel laboratorio di restauro del Museo d’arte.

SECONDA RINASCITALa seconda rinascita del ciclo pittorico di Lestans si deve ancora una volta all’intervento di restauro di Giancarlo Magri, questa volta affiancato dal figlio Alberto, restauro iniziato nell’agosto del 2018 e conclusosi nei primi mesi del 2019.Il restauro secondo una metodologia aggiornata segna una nuova rinascita degli affreschi dell’Amalteo.E’ stato voluto e reso possibile da molteplici soggetti.La popolazione, unitasi attorno al parroco don Roberto Sarti, ha raccolto una parte del denaro necessario per l’opera attraverso l’organizzazione di varie manifestazioni. E’ intervenuta con contributi la Fondazione Friuli nell’ambito del Bando restauro 2018.Contributi finanziari anche dalla FriulOvest Banca, radicata nel territorio.Ultimo e non meno importante l’impegno di Giancarlo Magri e di Alberto che hanno operato in condizioni vantaggiose perché l’impresa potesse essere condotta a termine, con quello stesso amore con cui Magri aveva salvato il ciclo pittorico nel 1976.

GLI AFFRESCHILa chiesa di Santa Maria Assunta di Lestans e la sua abside in cui sono raffigurati episodi delle Sacre Scritture, dalla Creazione dell’uomo fino alla Resurrezione di Cristo e all’Incoronazione della Vergine “ci riconduce alla strada maestra della pittura lungo l’antica arteria romana che accompagnava il corso del Tagliamento, da Concordia ai guadi di San Vito, Valvasone, Spilimbergo, Pinzano. Un rosario di opere d’arte, specialmente pittoriche, che nel loro insieme formano il più bello e vero museo della regione. Sono opere del Rinascimento friulano, del Pordenone, di Gianfrancesco da Tolmezzo, del Bellunello, del Fogolino, il Narvesa e l’Amalteo, cui potremmo aggiungere importanti nomi della scultura come quello del Pilacorte”.A Lestans trionfa proprio l’Amalteo. I camerari della chiesa di Santa Maria e i rappresentanti della villa convennero il 30 novembre 1525 con il Pordenone per “Depenzer la chua (cuba, cupola, soffitto del coro della nostra giesia con tuti queli buoni modi e colori che siano posibil et con le istorie che sarà ordinato”.L’anno successivo, il 25 giugno, veniva versato al pittore un primo acconto; poi nei registri il nome del Pordenone non compare più, mentre vi si leggono ben 18 versamenti fatti a Pomponio Amalteo dal giugno 1535 all’ottobre 1551 “per conto de l’opera da me fata di su la cuba”.Così scrive mons. Antonio Giacinto ne “Le parrocchie della diocesi di Concordia – Pordenone – Brevi note di storia e arte”, Pordenone,1977). Nel testo Giacinto accenna, come tanti altri studiosi, all’attribuzione di diverse porzioni degli affreschi al Pordenone, come pure la preparazione di alcuni cartoni portati poi a compimento dal genero Pomponio Amalteo.Il rapporto fra il Pordenone e l’Amalteo è certamente il problema più complesso per la difficoltà di distinguere due linguaggi, scrive Luigi Menegazzi in “Amalteo”, volume pubblicato in occasione della mostra sul pittore allestita a Pordenone nel 1980. Caterina Furlan nel medesimo volume scrive di una propensione all’attribuzione all’Amalteo dell’intero ciclo, fatti salvi i disegni del Pordenone.”A Lestans – scrive Giacinto – l’Amalteo si dimostrò emulo del Pordenone, di grandi e rare risorse”. Concorda il Menegazzi: “Nella decorazione della cupola Amalteo ritorna alla semplicità dei suoi racconti, alla freschezza dei suoi colori puliti, alla piena disponibilità dei suoi personaggi”.A tal proposito suggeriamo di ammirare la splendida Ultima cena, affrescata nel lato sinistro dell’abside, che dopo i restauri par proprio rendere esplicito il giudizio del Menegazzi. Charles E. Cohen, sempre nel catalogo per la mostra sull’Amalteo del 1980, scrive di aver attribuito all’Amalteo un disegno a penna, inchiostro ed acquerello, intensamente lumeggiato a biacca e notevolmente squadrato, pressoché compiuto per l’Ultima Cena a Lestans.