Commento al Vangelo
Domenica 1 settembre, commento di don Renato De Zan
La radice del bene e del male si trova dentro all’uomo
01.09.2024 – 22° T.O. – B
Mc 7,1-8.14-15.21-23
In quel tempo,
La radice del bene e del male si trova dentro all’uomo
Il Testo
1. Il testo eclogadico (fatto da versetti scelti) di Mc 7,1-8.14-15.21-23, un po’ lungo, dice che la Liturgia ha voluto eliminare alcune cose. Tale scelta ha comportato la cancellazione di tre elementi: l’esempio del Korbàn (Mac 7,9-13), la prima parte dell’istruzione privata di Gesù ai Discepoli (Mc 7,17-20) e il versetto Mc 7,16, che crea problemi di critica testuale. Nella formula evangelica la Liturgia sostituisce l’avverbio “allora” (originale) con “In quel tempo…..Gesù”. Nonostante questo, il brano è ben strutturato. Al v. 6 c’è una espressione significativa (“quei farisei e scribi lo interrogarono”) che si ripete con soggetti diversi al v. 17 (“i suoi discepoli lo interrogavano”). Il testo, dunque si divide in tre parti: Mt 7,1-8.14-15 (interrogazione degli scribi e dei farisei) e Mt 7,17-23 (interrogazione dei discepoli). In mezzo, v. 14, c’è la parola di Gesù verso la folla.
2. L’interrogazione degli scribi e dei farisei è preceduta da una lunga descrizione esemplificativa di come venisse rispettata la tradizione degli uomini sulla purità (vv. 2-4). Alla loro domanda, Gesù risponde in due tappe. Nella prima (v. 6-8) Gesù cita un testo di Isaia (Is 29,13) per enucleare il problema: voi onorate Dio con le labbra, seguendo precetti umani, ma il vostro cuore è lontano da Lui. Nella seconda tappa Gesù chiarisce meglio l’errore dei suoi interlocutori: per osservare la tradizione umana essi rifiutano il comandamento di Dio. L’esempio successivo è chiarissimo. I soldi con cui aiutare i genitori – promessi al tempio, ma ancora in mano al figlio – sono blindati, secondo i precetti umani. Non possono essere dati ai genitori bisognosi. Eppure il comandamento dice “Onora tuo padre e tua madre”. L’osservanza della tradizione degli uomini annulla la Parola di Dio.
3. Alla folla Gesù annuncia un principio: ciò che entra nell’uomo non lo rende impuro; ciò che esce dall’uomo lo rende impuro. E all’interrogazione dei suoi discepoli Gesù risponde – come agli scribi e farisei – in due tappe. Nella prima, illustra il principio enunciato alla folla con un esempio di facile comprensione. Nella seconda, illustra lo stesso principio (ciò che esce dall’uomo, lo rende impuro) con altri esempi. Dall’uomo, infatti, escono impurità, furti, omicidi,
L’Esegesi
1. Samuele cercava Davide per ungerlo re. Quando si trovò di fronte ai robusti figli di Iesse, Dio gli disse: “L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore” (1Sam 16,7). Nel mondo biblico il cuore era la sede dell’intelligenza, della volontà dell’intuizione e del sentire profondo. Da lì nasce la scelta del bene o del male che l’uomo decide di fare. In perfetta sintonia con questo principio Gesù evidenzia come dal cuore dell’uomo nasca il bene e, purtroppo, nasca il male.
2. La Parola di Dio, fonte di saggezza e d’intelligenza (prima lettura, Dt 4,1-2.6-8), non può essere né impoverita né arricchita (“Non aggiungerete nulla a ciò che vi comando e non ne toglierete nulla”), ma solo accolta e obbedita: questo è il primo grande atto di culto perché il vero culto si identifica con l’obbedienza a Dio: “Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l’obbedienza alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere docili è meglio del grasso degli arieti” (1Sam 15,22).