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Speciale Agricoltura / Il malessere del mondo agricolo
Le voci del Veneto Orientale tra le maggiori problematiche, i costi della transizione energetica, il fardello burocratico, il suolo occupato dal fotovoltaico a terra e i danni causati dalla fauna selvatica
Il malessere del mondo agricolo si è fatto sentire anche a Portogruaro, dove il 10 febbraio sono sfilati un centinaio di agricoltori a bordo dei loro mezzi. In una manifestazione di protesta pacifica, non disgiunta da qualche disagio per gli intralci al traffico, rivolta ad una serie di istanze indirizzate all’UE e al governo di casa nostra, circa le difficoltà di un comparto che rappresenta una voce importante anche per l’economia del nostro mandamento. Qui, come nel resto dell’Italia, a pesare sull’impresa agricola è la bassa redditività dovuta agli alti costi di produzione cui non corrisponde un’adeguata remunerazione, soprattutto per i cereali e i prodotti da allevamento. Un’altra problematica è il costo della transizione ecologica, il green deal, una sostenibilità ambientale che non viene imposta ai produttori di altre aree del mondo con effetti sui minori costi e l’inferiore qualità degli alimenti che finiscono sulle nostre tavole. Va considerato poi che a tutto ciò si accompagna il fardello burocratico legato alla documentazione subordinata all’erogazione di contributi e alle disposizioni emanate. LA COLDIRETTI Nel veneziano la maggiore or- ganizzazione di categoria, la Coldiretti, ha scelto un’altra forma di mobilitazione, denominata “Orgoglio Coldiretti”: incontrare nelle assemblee di zona gli associati in un calendario fitto di appuntamenti a iniziare dal 14 febbraio e fino al 23 febbraio. “Il rombo del trattore è potente, ma gli effetti di una politica a favore del settore agricolo sono il frutto di un lavoro continuo e perseverante che Coldiretti sta portando avanti da anni” ha affermato Tiziana Favaretto, nella prima assemblea territoriale che si è tenuta a Cavallino Treporti. Oltre ai dirigenti provinciali e locali sono giunti un centinaio di imprenditori agricoli per fare il punto su una mobilitazione che si rende necessaria per ristabilire la verità su chi scende davvero in campo per gli interessi degli agricoltori: “E’ bene stare in guardia dalle strumentalizzazioni” ha detto ai soci il direttore Giovanni Pasquali. Sono stati ripercorsi i punti salienti che Coldiretti porta avanti a livello nazionale da anni, come l’impegno a garantire il divieto di vendita sotto i costi di produzione e aumentare i controlli sulle pratiche sleali. Ha iniziato con Lactalis, ma è pronta ad agire su tutte le filiere. La richiesta di una moratoria sul credito delle aziende agricole, per cui sono necessari dei contributi Ismea per abbattere gli interessi sui finanziamenti, Un altro fronte su cui è impegnata la Coldiretti è il fotovoltaico a terra: serve immediatamente il decreto del ministero dell’ambiente che vieti i pannelli fotovoltaici a terra. Un altro problema che assilla gli agricoltori è rappresentato dalla fauna selvatica: serve la depopolazione dei cinghiali e delle altre specie che stanno danneggiando le produzioni. Fra queste vi è il granchio blu, per cui il governo ha stanziato 13 milioni di euro, ritenuti non sufficienti a contrastare questa proliferazione che danneggia la pesca locale. D’altro canto non si possono trascurare i traguardi raggiunti, come le esenzioni sul piano fiscale di Imu, Irap, piccola proprietà contadina (valore 1,1 miliardi) e accise sul gasolio (valore 1,2 mld). “Sentiamo il dovere di intervenire per delineare le strategie future, trasformando la protesta in proposta, per salvaguardare la nostra agricoltura – ha sottolineato la presidente di Coldiretti Venezia – Perdere il settore primario significa perdere territorio, coesione sociale, salute, sicurezza degli alimenti, tradizione e cultura”.