Il Trecento a Pordenone: studi e documenti

Appuntamento martedì 4 ottobre alle 18 nella ex Tipografia Savio di Pordenone per la presentazione del libro curato da Giordano Brunettin e Roberto Castenetto dal titolo "Il Trecento a Pordenone: studi e documenti". Interverrà anche Enrica Cozzi ordinaria di Storia dell'arte medievale all'Università di Trieste 

Par ces pareules partirent li baron,/ Tot chomunal traversent por desor Pordenon/ Et alent avant chevalier et peon, “A queste parole partirono i baroni, attraversano le terre comunali sopra Pordenone e vanno avanti cavaliere e fante”. Così recitava a metà del Trecento un cantare franco-italiano, scritto dal notaio bolognese Nicolò da Càsola, intitolato Attila flagellum Dei. I curatori del volume Il Trecento a Pordenone: studi e documenti, della Libreria al Segno Editrice – che sarà presentato martedì 4 ottobre, alle ore 18, nella ex Tipografia Savio, in Via Torricella a Pordenone nell’ambito della rassegna Ascoltare, Leggere, Crescere organizzata dall’associazione Euro ’92 a cui parteciperanno i curatori del libro e la docente di Storia dell’Arte Medievale a Trieste, Enrica Cozzi – lo hanno voluto come esergo della loro fatica editoriale, quasi a testimoniare il fatto che la città sul Noncello era allora ben nota nell’Italia del Nord.

Eppure oggi parlare di Pordenone nel Trecento potrebbe sembrare quasi una provocazione, perché la gente ha altro cui pensare, in tempi come questi poi, di crisi incipiente. Ma quasi in controtendenza, ben dodici autori, come gli apostoli, hanno accettato la sfida, con l’aiuto del Comune di Pordenone e della Fondazione Friuli, ma soprattutto con la passione e la determinazione di chi sa che lavorare per ricostruire il passato non è impresa inutile e vana, ma condizione necessaria per essere protagonisti nel presente.

Pordenone ha purtroppo cancellato buona parte della propria storia, urbanistica, documentale e artistica, ma permane ancora un ricco patrimonio, che purtroppo è poco conosciuto e poco indagato.Protagonista della serata di presentazione sarà una studiosa di lungo corso, quale è Enrica Cozzi, già docente di Storia dell’arte medievale all’Università di Trieste, la quale aiuterà i presenti a riscoprire i magnifici affreschi della chiesa di Santa Maria dei Battuti di Pordenone: pitture che molti pordenonesi vedono ogni giorno nella cosiddetta chiesa del Cristo, ma di cui per lo più ignorano l’importanza. Affreschi che oggi non potremmo ammirare se nel lontano 1967, l’allora giovane pittore e restauratore Giancarlo Magri non avesse avuto l’intuizione e la capacità di farli venire alla luce, con il sostegno di un altrettanto giovane ed entusiasta don Pietro Nonis.

Ma il Trecento a Pordenone riserva anche altre sorprese, come due lunghi documenti, pubblicati per la prima volta, che permettono di conoscere i beni fiscali degli Asburgo, che allora dominavano in città e nel distretto. Case, campi, prati e boschi, che forse provenivano dalla più antica curtis regia longobarda e che sopravvissero in buona parte fino agli inizi dell’Ottocento, tanto che possiamo addirittura riconoscerli negli attuali terreni esistenti tra Rorai e Cordenons.E poi tanto altro ancora, come l’ospedale, le chiese cittadine, la Cronaca del notaio Odorico, la prima dell’area Nord-Orientale, i relitti del friulano allora parlato da tutti, assieme al tedesco dei castellani e al veneto dei mercanti, le famiglie emergenti in città e i loro traffici, che rendevano appetibile a molti la residenza nell’area del Noncello, una sorta di porto franco tra medioevo ed età moderna. Insomma un grande passato, di cui andare fieri, da conservare e tramandare come un bene comune.