Commento al Vangelo
Domenica 17 luglio, commento di don Renato De Zan
Marta e Maria, le opere e l'ascolto
17.07.2022 – 16° TO-C
Lc 10,38-42
In quel tempo,
L’ascolto e il servizio
Tematica liturgica
1. La lettura allegorica della Scrittura fatta dai Padri della Chiesa ha influenzato parecchio la comunità cristiana. Per lungo tempo nella Chiesa si è visto nella figura di Maria, sorella di Marta, il simbolo della vita contemplativa e in Marta il simbolo della vita attiva, evidenziando la preferenza di Gesù per la prima. Questa lettura è simpatica, ma non corrisponde all’intenzione dell’autore. Se fosse vera “Maria-vita contemplativa” e “Marta-vita attiva”, ci sarebbe una contraddizione tra questo episodio e la conclusione della parabola del buon samaritano, dove l’azione (vita attiva) viene comandata da Gesù: “Va’ e anche tu fa’ così” (Lc 10,37). Il fondamento che guida le scelte del cristianesimo non è la vita contemplativa o quella attiva, ma l’agape, l’amore disinteressato per l’altro.
2. Nessun rabbino, all’epoca di Gesù, si sarebbe sognato che fosse possibile un discepolato femminile. Il pensiero teologico di allora è ben riassunto nel trattato Pirqé Abot, dove Rabbi Yosé ben Yohanan di Gerusalemme dice: “Non parlare troppo con le donne…Ogni volta che si parla troppo con una donna ci si attira la sfortuna”. Gesù, invece, va controcorrente. Parla con la samaritana (Gv 4), difende la prostituta durante il banchetto del fariseo Simone (Lc 7,36-50), salva dalla lapidazione l’adultera (Gv 8,1-11). Permette che diverse donne lo seguano e servano lui e i suoi discepoli (Lc 8,1-3). Da risorto, Gesù sceglie Maria Maddalena affinché vada dai discepoli per dir loro che il suo cammino di ritorno al Padre è iniziato (Gv 20,11-18).
3. Questa apertura di Gesù viene spiegata da Paolo nella lettera ai Galati: “Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3,26-28). Quando Gesù istituisce il discepolato femminile? Non è facile rispondere, ma sembra che l’episodio di oggi sia l’inizio di tale discepolato. L’atteggiamento di Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, è l’atteggiamento tipico del discepolo: era “seduta pròs toùs pòdas tou kirìou – ai piedi del Signore” come Paolo verrà “formato parà toùs pòdas Gamaliel ai piedi di Gamaliele” (At 22,3: la traduzione italiana dice: formato alla scuola di Gamaliele).
Dimensione letteraria
1. Il brano evangelico di Lc 10,38-42 appartiene al ciclo letterario lucano del grande viaggio di Gesù dalla Galilea a Gerusalemme (Lc 9, 51,-19,27). Questo viaggio era incominciato con il rifiuto dei Samaritani (Lc 9,52-53), mentre ora, dopo che il suo messaggio efficace era stato felicemente predicato e attuato dai settantadue discepoli (Lc 10,1-24), Gesù viene accolto da queste due donne che nel vangelo di Giovanni scopriamo essere amiche di Gesù insieme al suo fratello Lazzaro (Gv 11,5: “Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro”).
2. La formula evangelica, sotto il profilo narratologico, è composta da una introduzione (Lc 10,38) dove Gesù in cammino viene accolto da Marta. Seguono due versetti (Lc 10,39-40a) dove l’evangelista evidenzia i due modi di accogliere Gesù: il modo di Maria, che ai piedi di Gesù, lo ascoltava e il modo di Marta, occupatissima a preparare qualche cosa da mangiare per il Maestro. Chiude l’episodio un dialogo tra Marta e Gesù (Lc 10,40b-42) dove alla lamentela di Marta Gesù risponde indicando nell’atteggiamento della sorella l’atteggiamento migliore per accoglierlo.
Riflessione biblico-liturgica
1. I grandi temi della formula evangelica sono diversi: l’ascolto della Parola (Maria e Gesù), l’ascolto della Parola come radice di ogni servizio (Marta e Gesù), il discepolato femminile (Maria è ai piedi di Gesù), l’accoglienza (Marta e Maria nei confronti di Gesù), la confidenza amicale che porta a correggere la persona amica dentro alla logica di un amore e di una stima intatti (Gesù corregge Marta). Uno, in particolare merita un piccola attenzione in più. Maria accoglie Gesù e lo ama come egli desidera essere accolto e amato in quel momento. Marta, invece, non si chiede come Gesù voglia essere amato, ma lo ama come lei desidera amarlo. Dopo l’accoglienza, Maria attiva l’ascolto. Il discepolato, dunque, è prima di tutto “ascolto” (Maria) di Gesù. Solo dopo prende vita il “servizio” (Marta). Gesù conferma questo dato: “Di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”.
2. “Ascolto” e “servizio” sono i due temi sviluppati dalla Colletta particolare. Nella petizione e nel primo scopo troviamo: “Donaci un cuore umile e mite per ascoltare la parola del tuo Figlio che risuona ancora nella Chiesa, radunata nel suo nome”. Nel secondo scopo si dice: “E per accoglierlo e servirlo come ospite nella persona dei nostri fratelli”. Il tema articolato è scandito in tre tappe: ascolto della Parola del Signore, “accoglienza” e “servizio” della persona dei fratelli.