Un libro sul Rifugio Pordenone. Storia e amore per le montagne del silenzio

Presentato al Casello della Guardia. Autori Diego Stivella, Mario Tomadini e Alberto Verardo

Giovedì 11 novembre al Casello di Guardia in via De Pellegrini Porcia è stato presentato il volume Rifugio Pordenone 90. Il libro ricorda i 90 anni del Rifugio Pordenone in Val Cimoliana, il ricovero alpino voluto dalla Sezione del Club Alpino Italiano di Pordenone ed inaugurato il 25 maggio 1930. La stampa e la diffusione della pubblicazione, inizialmente prevista per il 2020, ha patito lo stop causato dalla pandemia Covid-19. Le ricerche, che sono durate più di due anni, sono state effettuate da tre autori: Diego Stivella – Bibliotecario della Sezione C.A.I. di Pordenone, Mario Tomadini- Accademico Gruppo Italiano Scrittori di Montagna e dal giovane purliliese Alberto Verardo, che hanno spulciato tra vecchie pubblicazioni, quotidiani d’epoca e soprattutto attinto dall’Archivio di Sezione. È stato un lavoro certosino che ha permesso di dare alle stampe un volume ricco di contenuti molto apprezzati dagli amanti della montagna. La lunga ed interessante storia del Rifugio Pordenone inizia nel 1930, quando viene costruito come una capanna in tronchi d’albero, essenziale ed austera, ma con tutto ciò che occorreva per offrire un riparo ad alpinisti e naturalisti. Di qui, infatti, passarono alcuni grandi esponenti dell’alpinismo d’epoca, firmando e raccontando nel librone delle firme le loro avventure sulle Dolomiti Friulane. Nel periodo bellico, tra l’altro, un luogo così remoto si dimostrò un ottimo rifugio. Negli anni ’60 e ’70 la struttura alpina subì importanti modifiche e ammodernamenti che gli conferirono la forma oggi posseduta. Nonostante i numerosi rifacimenti continuò ad esercitare il suo ruolo di punto di riferimento per la Val Cimoliana – che dal 2009 essendo parte delle Dolomiti Friulane è stata riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO – confermandone il ruolo di sentinella di un territorio incontaminato e unico. Molti i gestori che con le loro vicende e vicissitudini si sono avvicendati nella gestione del rifugio. Tra questi Marika e Ivan, che continuano oggigiorno nella sua gestione con passione ed amore per le “montagne del silenzio” e per i loro ospiti.Lorena Blarasin, assessore alla cultura di Porcia, rileva: “La pandemia ha posticipato la pubblicazione del libro, frutto di un importante lavoro di ricerca storica e documentale, nonché della passione degli autori per l’alpinismo e la montagna. Allo stesso tempo la situazione emergenziale ci ha portato ad apprezzare e scoprire luoghi vicini, a rivalutare il turismo di prossimità e questo libro va in questa direzione, valorizza una zona bellissima del nostro territorio: il Parco delle Dolomiti Friulane. Ci rende orgogliosi che un giovane socio CAI di Porcia abbia contribuito in maniera importante alla ideazione e stesura del libro”.