Speciali
Emergenza abitativa: la risposta dell’area grave marginalità
Caritas diocesana di Pordenone: l’accoglienza nell’asilo notturno "La Locanda"
area grave marginalità si occupa di tutta quella popolazione che si trova in un momento di difficoltà per quanto riguarda la sfera abitativa. Lavora con persone che vivono in strada, ma anche con persone che vivono in situazioni di sovraffolamento, senza contratto o senza utenze, o in situazioni precarie ospitate da conoscenti, come da classificazione ethos: senza tetto, senza casa, sistemazione insicura, sistemazione inadeguata.Da gennaio 2021 a giugno 2021 sono state accolte 40 persone all’asilo notturno “La Locanda” a Pordenone, dormitorio gestito dalla Fondazione Buon Samaritano e dalla cooperativa sociale Nuovi Vicini. All’interno della struttura lavora un’équipe formata da operatrici/tori e un gruppo di 15 volontari/e, presenti dall’apertura del servizio. L’obiettivo è di fornire servizi essenziali: un posto caldo e riparato, cibo, la possibilità di prendersi cura dell’igiene personale.I volontari si turnano per garantire una presenza costante e duratura nel tempo considerando che il servizio è aperto tutti i giorni dell’anno. Ogni due settimane si incontrano per discutere le modalità con cui operare, condividendo fatiche e cercando di trovare in maniera collettiva risposte ai problemi emersi durante il turno. Nella relazione con l’ospite rappresentano una finestra sul mondo reale e in essa l’ospite può raccontarsi con libertà mostrando quella parte di sé che in contesti istituzionali non mostra.E’ presente un’unità di strada che opera direttamente sul territorio pordenonese, per intercettare anche quelle persone che non ritengono, non desiderano chiedere aiuto o rivolgersi alle istituzioni. Questo cambio di paradigma prevede che non sono più le persone che devono cercare aiuto ma sono gli operatori che entrano in contatto con gli altri nei loro luoghi di vita, mettendo le persone nella condizione di trovare aiuto e non di andare continuamente a chiedere. E’ una modalità che permette di riconoscere la dignità delle persone, non lasciarle sole, rischiando che si sentano responsabili della propria condizione.Durante le uscite sono state incontrate 70 persone, alcune delle quali sono state accolte in dormitorio, altre messe in contatto con i servizi sociali, o con i servizi legali o di cerca casa afferenti alla cooperativa. Non vogliamo fare una graduatoria e classificare il più povero dal meno povero, il rischio è quello di categorizzare tutti basandosi sul problema, ma facendo in questo modo non ci concentriamo sulle risorse che tutti abbiamo. “Nessuno può dirsi così povero da non poter donare qualcosa” (papa Francesco), nei nostri servizi non è un dare occasionale, ma è uno scambio, cercando di fare in modo che la relazione non sia asimmetrica, di accompagnare la persona ad autodeterminarsi, considerandola portatrice di saperi e competenze. Questo cammino viene fatto insieme perché si può crescere solamente attraverso la relazione con l’altro.* Operatrice dell’AreaGrave Marginalità della Fondazione