Pordenonelegge: Mazzucco ha saputo raccontare il Friuli

Il premio FVG è stato consegnato alla presenza del presidente di Fondazione Pordenonelegge e del direttore artistico del festival, il quale ha approfondito in conversazione con la scrittrice i temi fondanti del racconto inedito dedicato al Tiepolo e alla città di Udine pubblicato da Italo Svevo edizioni.

Il Premio letterario Friuli Venezia Giulia è stato fortemente voluto dalla presidenza della Regione e che dopo la prima edizione vinta da Valerio Massimo Manfredi il riconoscimento di quest’anno sia andato ad una scrittrice raffinata come Melania Mazzucco rende particolarmente onore alla Regione perché l’autrice ha saputo aprire i cassetti della storia e raccontare magistralmente al grande pubblico la straordinaria opera del Tiepolo e il patrimonio artistico del Friuli.   

Lo ha sottolineato l’assessore regionale alla Cultura – sabato 18 settembre – consegnando alla scrittrice Melania Mazzucco la stele di Giorgio Celiberti per la seconda edizione del Premio letterario Friuli Venezia Giulia “Il racconto dei luoghi e del tempo”, istituito dalla Regione con Fondazione Pordenonelegge per valorizzare, attraverso la narrazione di un importante scrittore, un luogo della regione e la sua storia.

 

“Una conoscenza profonda della storia dell’arte e una capacità rara di dialogare con le grandi opere di pittura”, recitano le motivazioni della Giuria, al compianto presidente della quale, Paolo Maurensig, l’assessore ha tributato un commosso ricordo.

 

Il premio è stato consegnato alla presenza del presidente di Fondazione Pordenonelegge e del direttore artistico del festival, il quale ha approfondito in conversazione con la scrittrice i temi fondanti del racconto inedito dedicato al Tiepolo e alla città di Udine pubblicato da Italo Svevo edizioni.

 L’autrice ha raccontato di essere stata affascinata dal racconto della storia delle opere udinesi e friulane del Tiepolo – oggi per la gran parte disperse per guerre e saccheggi nei vari musei del mondo – nell’immaginario collettivo meno conosciuta rispetto al periodo veneziano, rimanendo colpita dalla “persistenza del rapporto dell’artista con Udine”.

 

L’altro tema affrontato nel racconto è il rischio della distruzione delle opere d’arte durante le guerre e in particolare durante la Grande Guerra; la scrittrice di “Fuoco infinito.

Tiepolo 1917″ ha voluto mettere in luce le vicende ancora poco note in Italia che vedono protagonisti direttori dei musei, professori in pensione, alcuni ufficiali dell’esercito e volontari in un vero piano di salvataggio e protezione del patrimonio artistico.