Domenica 24 gennaio, commento di don Renato De Zan

I chiamati sono di diverse estrazioni sociali. Se guardiamo alle figure più importanti rimaniamo sorpresi. Mosé, figlio di poveri, educato alla corte del faraone, era un omicida e un balbuziente.  Amos era un pecoraio,Isaia era un nobile. Ezechiele era un prete e Michea un contadino...

24.01.2021. 3° TO-B

 

Mc 1,14-20

14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15 e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». 16 Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17 Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18 E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19 Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20 E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

 

Venite dietro a me

 

Tematica liturgica

Giona, dopo aver recalcitrato parecchio, predicò alla nemica Ninive la conversione proposta da Dio. La città si converte e Dio recede dal male che aveva progettato contro Ninive (prima lettura, Gn 3,1-5.10). Dio per operare la salvezza, si serve degli uomini. La tematica fondamentale di questa domenica si pone al centro di quel misterioso legame tra progetto di salvezza divino e coinvolgimento degli uomini da parte di Dio, nell’attuazione di tale progetto. Dio ha scelto di aver bisogno delle persone per salvare gli altri. Le persone che Egli chiama, non devono necessariamente essere “le migliori”. Sarà Dio stesso a educarle e a condurle a quella obbedienza fondamentale necessaria perché siano capaci di portare il messaggio divino agli uomini: ed è ciò che Dio ha fatto con Giona.

L’impostazione del brano evangelico (Mc 1,14-20) è chiara: prima c’è il progetto di salvezza che si attua nella persona di Gesù (Mc 1,14-15) e, successivamente, c’è il coinvolgimento di quattro persone comuni. Si tratta di pescatori, non di rabbini o scribi. Gesù valorizzerà queste persone per renderle apostoli (“Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”). La risposta alla chiamata consiste nel “seguire” il Maestro, facendo proprio il progetto salvifico di Dio per gli uomini e ponendosi al suo servizio per la realizzazione di tale progetto di salvezza. In ogni chiamato avviene il mistero del “sì” detto da Isaia a Dio: “Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!»” (Is 6,8).

Gli uomini chiamati sono di diverse estrazioni sociali. Se guardiamo alle figure più importanti rimaniamo sorpresi. Mosé, figlio di poveri, educato alla corte del faraone, era un omicida e un balbuziente.  Amos era un pecoraio, mentre Isaia era un nobile. Ezechiele era un prete e Michea un contadino. Anche i tempi e i luoghi appartengono alla fantasia di Dio. Samuele viene chiamato durante la notte, mentre dormiva. Geremia era giovanissimo, i primi discepoli di Gesù sono già sposati, fanno i pescatori e vengono chiamati mentre lavoravano. Sicuramente coloro che Gesù chiama dimostrano una immediatezza nella adesione (“E subito lo seguirono”), una grande libertà nei confronti di cose possedute (“lasciate le reti”) e nei confronti dei rapporti con le persone (“lasciato il loro padre Zebedeo sulla barca con i garzoni”). Il chiamato, infine, sa che la propria vocazione è il frutto di un processo continuo (si è continuamente chiamati) che lo porterà ad abbracciare fino in fondo la missione voluta da Dio per lui. Abramo viene chiamato, ma solo parecchio tempo dopo Dio gli indicherà con precisione la terra dove fermarsi.

 

Dimensione letteraria

La formula evangelica di Mc 1,14-20 è uno dei pochi testi che non ha subito ritocchi da parte della Liturgia. Così, come si legge nel Vangelo, è stato preso di peso e riportato nel Lezionario. Il testo comprende un sommario della iniziale predicazione di Gesù (Mc 1,14-15) e un duplice racconto di vocazione (Mc 1,16-20). Per il sommario della predicazione di Gesù, la traduzione CEI offre questo testo: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Gli specialisti ci dicono che sarebbe più appropriata quest’altra: “Il tempo (di Dio) è compiuto” e “Il Regno di Dio si è fatto vicino: convertitevi” e “Credete a me per mezzo del vangelo”. Un piccola osservazione di traduzione anche per la pericope della duplice vocazione. Il testo CEI propone: “Venite dietro a me” lì dove il testo originale è molto più asciutto: “Dietro a me”. Il discepolo è chiamato a percorrere la strada del Maestro semplicemente perché è il Maestro a percorrerla.

 

Riflessione biblico-liturgica

a. Isaia aveva profetizzato che la luce messianica sarebbe sorta in Galilea: “In passato umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti. Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 8,23-9,1). In Galilea Gesù iniziò il suo ministero di predicazione e incominciò a chiamare i suoi discepoli.

b. Alla radice della chiamata ci sono due azioni di Gesù: “vedere” e “parlare”. Si tratta dello sguardo che elegge, amando (cf Mc 10,21). La parola, a sua volta, crea la sequela, chiamando. La sequela cristiana non è una decisione etica autonoma o un’accettazione intellettuale di dottrine, bensì l’adesione all’invito di una persona.