Domenica 2 agosto, commento di don Renato De Zan

Gesù si commuove di fronte alla folla che lo segue fino a tardi senza mangiare: il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci

Mt 14,13-21In quel tempo, avendo udito della morte di Giovanni Battista, 13 Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. 14 Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. 15 Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: “Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare”. 16 Ma Gesù disse loro: “Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare”. 17 Gli risposero: “Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!”. 18 Ed egli disse: “Portatemeli qui”. 19 E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 20 Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21 Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Tematica liturgicaDi fronte a Mt 14,13-21, testo che narra la compassione di Gesù verso la folla e la moltiplicazione dei pani, di norma si è attratti dal secondo episodio. Già Origene ne era affascinato e aveva letto il testo in modo allegorico. Secondo questa lettura i cinque pani rappresenterebbero la Legge di Mosè o Pentateuco, che, come si sa, è composto da cinque libri (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio). I due pesci rappresenterebbero gli altri due gruppi di libri: i Profeti (profeti “anteriori”: libri storici deuteronomistici; i profeti “posteriori”: i nostri libri profetici) e gli Scritti (i rimanenti libri storici e i testi poetico-sapienziali). Il luogo, il deserto, non è la Terra promessa, ma il luogo di tutti gli uomini. Le dodici ceste sarebbero gli apostoli. Gesù, dunque, trasformò l’Antico Testamento in un nuovo cibo spirituale, distribuito dai discepoli agli uomini di tutto il mondo. S. Giovanni Crisostomo, invece, leggeva nell’episodio della moltiplicazione dei pani un invito di tipo morale: Gesù aveva voluto insegnare la generosità (non essere mai avari), la condivisione e la sobrietà. Una terza interpretazione che risale a S. Tommaso d’Acquino è, forse la più interessante. Gesù viene presentato come colui che ha compassione per la folla. Il miracolo è la traduzione operosa di tale compassione: i pani e i pesci moltiplicati sono la Parola del Compassionevole, diventata esperimentabile. Il testo della prima lettura (Is 55,1-3) si colloca su questo versante. Il testo profetico associa il tema dell’ascolto al tema del cibarsi (“Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti”) e il tema dell’ascolto al tema del vivere (“Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete”). Oggi ci sono altre due interpretazioni che si affiancano alle prime. Un’interpretazione vede nel miracolo un chiaro segno anti-spiritualista. Gesù si interessa di tutto l’uomo, sia dello spirito sia del corpo e non solo dello spirito. Quando, infatti, Gesù mandò i suoi a predicare il Regno, li inviò anche a guarire (Mt 10,7-8). L’altra interpretazione è quella eucaristica e si fonda sul fatto che le parole che descrivono i gesti di Gesù nel miracolo dei pani, sono le parole che l’evangelista adopera per descrivere i gesti del Maestro nell’ultima cena (“Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli” // “Prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: “Prendete, mangiate: questo è il mio corpo””). La Liturgia oggi sposa la linea interpretativa antispiritualista e quella eucaristica: “O Dio, che nella compassione del tuo Figlio verso i poveri e i sofferenti manifesti la tua bontà paterna, fa’ che il pane moltiplicato dalla tua provvidenza sia spezzato nella carità, e la comunione ai tuoi santi misteri ci apra al dialogo e al servizio” (Colletta propria dell’anno A).

Dimensione letterariaIl testo biblico del vangelo dice: “Avendo udito questo, Gesù partì…”. La Liturgia lo rende più chiaro: “In quel tempo, avendo udito della morte di Giovanni Battista, Gesù partì…”. Tutta l’attenzione ora è per Gesù che il Battista aveva definito “il più forte” (Mt 13,14). Il brano evangelico si può dividere in due momenti. Il primo riguarda il tema della compassione di Gesù per le folle che vogliono seguirlo (Mt 14,13-14). Il secondo narra la moltiplicazione dei pani e dei pesci (Mt 14,15-21) con le interpretazioni che abbiamo visto.

Riflessione biblico-liturgicaa. Il miracolo avviene in disparte (greco: “kat’idìan”). L’evangelista usa l’espressione per il miracolo dei pani e dei pesci (Mt 14,13), per il cammino miracoloso sulle acque (Mt 14,23), per la Trasfigurazione (Mt 17,1), per la guarigione del ragazzo (Mt 17,19), per la profezia della passione-resurrezione (Mt 20,17) e per il discorso escatologico (Mt 24,3). Questi sono momenti molto forti per Gesù e i suoi discepoli. I messaggi sono chiari: Gesù è colui che dona la vita, non dubitare, ascoltare la persona di Gesù, accettare gli insuccessi, accogliere la profezia della morte-risurrezione e della Parusia con il giudizio.b. L’espressione “sedersi sull’erba” indica il periodo primaverile dell’avvenimento ed è anche un richiamo a Sal 23,1-2: “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare….”. Gesù è colui che dona la vita (pani e pesci), ma è anche il Pastore cha ha cura di ogni componente del gregge.