Commento al Vangelo
Domenica 5 aprile, commento di don Renato De Zan
E' la domenica della Passione di Gesù o degli Ulivi, anche se quest'anno la benedizione degli stessi non si terrà, rinviata causa emergenza coronavirus. il signore nel Getsemani pare ancora più solo.
05.04.2020 Domenica di Passione
Mt 26,14-27,66
La Passione di Gesù secondo Matteo si articola secondo queste scene: i preparativi del pasto pasquale, l’annunzio del tradimento di Giuda, l’istituzione dell’Eucaristia, la predizione del rinnegamento di Pietro, al Getsemani, l’arresto di Gesù, Gesù davanti al sinedrio, rinnegamenti di Pietro, Gesù condotto davanti a Pilato, la morte di Giuda, Gesù davanti a Pilato, la corona di spine, la crocifissione, Gesù in croce deriso e oltraggiato, la morte di Gesù, la sepoltura, la custodia della tomba
Speranza è degna di leggere la Passione di Cristo
Tematica liturgica
Anche se a causa della pandemia siamo tutti a casa, ognuno può entrare in dialogo profondo con se stesso. Il cuore ha degli spazi infiniti. La Quaresima costituisce per i cristiani un percorso di conversione. Quest’anno il cammino ha avuto la caratteristica di riscoprire il proprio battesimo.
La comunità cristiana ha iniziato il cammino di Quaresima riflettendo sulla tentazione e sapendola affrontare come Gesù. Successivamente ha scoperto nel Trasfigurato la propria fede e il proprio impegno morale. Con la Samaritana ha imparato le tappe della scoperta del Signore Gesù (uomo, Signore, Profeta, Messia, Salvatore). Ha poi riflettuto su ciò che il cristiano è chiamato a vivere come battezzato attraverso la figura del cieco guarito: abbandonato dai suoi e cacciato dalla sinagoga, ma accolto da Cristo. Con Lazzaro rivivificato ha approfondito il dono del Battesimo: lo Spirito è garanzia di resurrezione e di vita eterna. Nel battesimo per immersione il catecumeno scendeva nella vasca battesimale, si immergeva totalmente – mentre il celebrante pronunciava le parole sacramentali – e risaliva dalla vasca come cristiano. La discesa prendeva il significato del “morire con Cristo”. La risalita era un “risorgere con Cristo”. Paolo, quasi a commento del rito del battesimo, scrive ( Rm 6,5): “Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione”. Per questo motivo la domenica di Passione e la domenica di Resurrezione sono inscindibili.
Prima del racconto della passione proclamato dalla Liturgia (Mt 26,14-27,66), c’è un episodio che può in qualche modo illuminare la lettura della passione. Si tratta dell’episodio di Betania (Mt 26,6-13). Lì si suggerisce al lettore ciò che accadrà “dopo” l’unzione stessa. Gesù sarebbe morto da lì a poco e l’unzione acquisiva, perciò, il valore di un’unzione funebre (Mt 26,12). Successivamente Gesù sarebbe risorto e il vangelo sarebbe stato predicato ovunque assieme al ricordo dell’episodio di quella unzione (Mt 26,13). L’evangelista vuole invitare il lettore, leggendo la passione, a non concentrare la sua attenzione solo sulla morte del Maestro, ma a collocare la passione-morte all’interno dell’arco narrativo di ciò che accadrà anche “dopo”: la risurrezione e la predicazione del vangelo. La passione va letta con un atteggiamento ricco di fede, con la mente carica di memoria e il cuore colmo di speranza.
Dimensione letteraria
Il racconto liturgico della passione secondo Matteo (Mt 26,14-27,66) si apre con il tradimento di Giuda e il suo losco traffico. È l’adempimento di Zac 11,12-13: “Poi dissi loro: «Se vi pare giusto, datemi la mia paga; se no, lasciate stare». Essi allora pesarono trenta sicli d’argento come mia paga. Ma il Signore mi disse: «Porta al fonditore questa grandiosa somma, con cui sono stato da loro valutato!»”. I soldi passano dai sacerdoti a Giuda per tradire la Verità (Mt 26,15-16; 27,4-10). Lo stesso accadrà subito dopo la risurrezione: c’è un nuovo losco traffico di soldi che dai sacerdoti passano ai soldati di guardia per tradire nuovamente la verità (Mt 28,12-15). Si tratta di una tristissima realtà presente tra gli uomini da sempre: il denaro spesso tenta di oscurare il verità.
Il racconto di Matteo è redatto sulla falsariga del racconto della passione di Marco. Matteo, però, aggiunge degli episodi che sono propri della sua fonte particolare e che non sono presenti in Marco: la morte di Giuda (Mt 27,3-10), l’episodio della moglie del governatore romano (Mt 27,19), il gesto simbolico di Pilato che si lava le mani (Mt 27,24) e gli episodi apocalittici alla morte di Gesù (Mt 27,51-53). Tutto il racconto è impostato sulla figura del giusto sofferente e ingiustamente perseguitato. Si veda cosa dice la moglie di Pilato: “Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua”( Mt 27,19). Matteo vede in Gesù il Servo di Yhwh. Gesù viene venduto per il prezzo di un servo. Nell’ultima cena sostituisce la vecchia alleanza, diventado lui stesso la nuova alleanza: il “servo di Yhwh” è alleanza per il popolo (Is 42,6). Nel giardino degli ulivi Gesù accoglie la volontà di Dio per la salvezza degli uomini, nella solitudine, nell’abbandono da parte dei discepoli e nel tradimento da parte dell’amico (come “servo di Yhwh”).
Riflessioni biblico-liturgiche
a. Di fronte a Gesù il Messia, uomo e Dio, crocifisso e risorto, ci sono due traditori: Pietro e Giuda. Uno è santo, l’altro no. Uno sbaglia, si pente, si converte. L’altro sbaglia, si pente, ma non opera nessuna conversione.
b. Per gli ebrei Gesù voleva sostituire gli insegnamenti di Mosé, contenuti nella Torah, con i propri insegnamenti e presentare se stesso come Dio. Davanti a Pilato, però, lo presentarono come un sovvertitore dell’ordine costituito: egli aveva la pretesa di farsi re. In una parola, Gesù doveva morire. Gesù, invece, è il Servo che redime tutti gli uomini. Per questo è morto.