Il 26 gennaio: prima domenica della Parola

 "Stabilisco, pertanto, che la III Domenica del Tempo Ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio. Questa Domenica della Parola di Dio verrà così a collocarsi in un momento opportuno di quel periodo dell’anno, quando siamo invitati a rafforzare i legami con gli ebrei e a pregare per l’unità dei cristiani". Sono parole solenni e dense quelle che papa Francesco adopera per istituire questa domenica particolare per la terza del tempo ordinario: il 26 gennaio 2020.

  Papa Francesco aveva già pensato a questa domenica.

1. A conclusione del Giubileo straordinario della misericordia (08 dicembre 2015-20 novembre 2016) aveva chiesto di pensare a “una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo” (Lettera apostolica 20 novembre 2016 “Misericordia et misera”, 7). Questa provocazione ha portato una risposta. Molti hanno chiesto al papa l’istituzione di questa domenica, come egli stesso testimonia: “Intendo rispondere a tante richieste che mi sono giunte da parte del popolo di Dio, perché in tutta la Chiesa si possa celebrare in unità di intenti la Domenica della Parola di Dio”. Da qui, la decisione papale.

2 “Stabilisco, pertanto, che la III Domenica del Tempo Ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio. Questa Domenica della Parola di Dio verrà così a collocarsi in un momento opportuno di quel periodo dell’anno, quando siamo invitati a rafforzare i legami con gli ebrei e a pregare per l’unità dei cristiani”. Sono parole solenni e dense quelle che papa Francesco adopera per istituire questa domenica particolare. Da una parte la domenica della Parola di Dio ha una valenza teologica e pastorale molto forte (celebrazione, riflessione, divulgazione).Dall’altra c’è anche una valenza ecumenica con i fratelli cristiani non cattolici e una valenza di dialogo interreligioso con i fratelli ebrei.

3. Ben consapevole che la celebrazione di ogni S. Messa è celebrazione del mistero di Cristo, presente sia nella Scrittura proclamata sia nell’Eucaristia, papa Francesco non istituisce questa domenica come una domenica fra le tante. Dice espressamente che “il giorno dedicato alla Bibbia vuole essere non “una volta all’anno”, ma una volta per tutto l’anno, perché abbiamo urgente necessità di diventare familiari e intimi della Sacra Scrittura e del Risorto, che non cessa di spezzare la Parola e il Pane nella comunità dei credenti”. In altre parole, questa domenica è una luce fortissima che intende rappresentare e illuminare tutte le altre domeniche e di ogni celebrazione eucaristica. Questa forte unione tra Parola ed eucaristia è la stessa che si trova tra Parola e ogni Sacramento perché ” Sacra Scrittura e Sacramenti tra loro sono inseparabili”. La teologia presente nello scritto papale si fonda essenzialmente sul Concilio (Costituzione sulla divina rivelazione “Dei Verbum”) e sul magistero (esortazione postsinodale di Benedetto XVI “Verbum Domini”).

4. Nel “motu proprio” ci sono alcuni suggerimenti per solennizzare questa domenica. Come prima cosa viene proposta l’intronizzazione della Bibbia insieme a una cura particolare per l’omelia; omelia che dovrebbe essere lungo tutto l’anno liturgico frutto di una buona preparazione: ” È necessario, quindi, che si dedichi il tempo opportuno per la preparazione dell’omelia. Non si può improvvisare il commento alle letture sacre. A noi predicatori è richiesto, piuttosto, l’impegno a non dilungarci oltre misura con omelie saccenti o argomenti estranei”. Poi viene consigliato di trovare “le forme per la consegna della Bibbia, o di un suo libro, a tutta l’assemblea in modo da far emergere l’importanza di continuare nella vita quotidiana la lettura, l’approfondimento e la preghiera con la Sacra Scrittura, con un particolare riferimento alla lectio divina”.I Vescovi potrebbero in questa domenica “celebrare il rito del Lettorato o affidare un ministero simile, per richiamare l’importanza della proclamazione della Parola di Dio nella liturgia”.

5. Queste poche righe non intendono riassumere la ricchezza del “motu proprio” e non vogliono neppure mettere in evidenza i punti principali. Cercano solo di facilitare la lettura diretta del documento per comprendere il valore di questa domenica, senza cadere – magari involontariamente – in quei commenti non sempre corretti circa “una domenica in più” oppure “non era necessaria” oppure ancora “ci mancava anche questa”.”Dedicare in modo particolare una domenica dell’Anno liturgico alla Parola di Dio consente, anzitutto, di far rivivere alla Chiesa il gesto del Risorto che apre anche per noi il tesoro della sua Parola perché possiamo essere nel mondo annunciatori di questa inesauribile ricchezza”. Questa domenica è un invito a fare di ogni domenica un momento di celebrazione e di approfondimento del mistero della Parola, associata al mistero dell’Eucaristia. Emmaus insegna.Renato De Zan