Aperta la grande mostra su Il Pordenone a Villa Galvani. Chiuderà il 2 febbraio

Inaugurata il 24 aperta fino al 2 febbraio: la mostra de Il Pordenone aspetta i visitatori per incantarli d'arte e di scoperte circa il nostro grande pittore, amato dal Vasari, riscoperto dal Fiocco. Qui in dialogo con i suoi pari: Tiziano, Lorenzo Lotto, Sebastiano del Piombo. E tanti altri ancora (foto: Pala di Vallenoncello, particolare)

La grande mostra “Il Rinascimento di Pordenone” si differenzia molto dalle precedenti, allestite nel 1939 e nel 1984. Per i luoghi certamente, perché, finalmente, osserverà qualcuno, è proprio la città di Pordenone ad ospitare la mostra su Giovanni Antonio de’ Sacchis che in essa ha avuto i natali e che con il nome stesso della città – Il Pordenone – è conosciuto in Italia e nel mondo.

DOVEI luoghi in cui la mostra è ospitata sono Villa Galvani, sede della Galleria d’Arte Moderna, pitture e disegni; il Museo civico d’arte di palazzo Ricchieri, le opere del Museo e documenti; il Duomo Concattedrale di S. Marco (per le opere dello stesso). A corredo, in città, presso la Biblioteca civica di piazza XX settembre altri documenti provenienti dall’Archivio storico comunale.

L’INTENTOAltro aspetto che diversifica la mostra è l’aver inteso sottolineare il ruolo che l’artista ha avuto nell’arte italiana, nel Rinascimento in particolare, di cui è riconosciuto essere uno dei maggiori protagonisti, il maggiore in terra friulana. Questo l’intento dei curatori che hanno accostato Il Pordenone ai precursori come Gianfrancesco da Tolmezzo e Pietro da Vicenza, cui è attribuito l’affresco della Resurrezione nella sagrestia del Duomo di S. Marco, e i contemporanei Francesco da Milano, Giorgione (da cui Il Pordenone trasse insegnamenti ad esempio per la pala della Madonna della Misericordia in S. Marco), Romanino, Parmigianino, Sebastiano del Piombo, Tiziano, Lorenzo Lotto, Correggio. Vengono poi i seguaci e gli allievi, il genero Pomponio Amalteo, Giulio Licinio, Jacopo Bassano, Antonio Sacchiense, Giovanni De Mio. Una quarantina le opere esposte tra dipinti e disegni del Pordenone, altrettante quelle degli altri autori.

OPEREImpossibile elencarle tutte, provengono dall’Italia, da molte chiese, anche nostre, come la pala della chiesa di Torre e quella di Vallenoncello, di Travesio, di San Vito al Tagliamento, la Santissima Trinità da San Daniele del Friuli. Pale d’altare volute da fabbricieri, ricchi signori o gente povera ma ricca di fede che voleva onorare Dio, Maria e i Santi con opere di un pittore che riteneva già grande. La pala di Susegana, la Madonna con Bambino tra Santi dalla splendida architettura. In mostra anche opere dai Civici musei di Udine, l’affresco staccato della Madonna della Loggia, dal Museo Cristiano e Tesoro del Duomo di Cividale, la splendida Apparizione di Cristo alla Maddalena. Varcando i confini friulani da Venezia dalla scuola grande Arciconfraternita di San Rocco arrivano San Martino e San Cristoforo, I Santi Sebastiano, Rocco e Caterina dalla Chiesa di San Giovanni Elemosinario. Una Deposizione di Cristo arriva da Cortemaggiore, La Madonna con il Bambino e i Santi Filippo, Giacomo e donatore dalla cattedrale di Cremona. Dalla Pinacoteca di Brera la Trasfigurazione.Varchiamo i confini italiani: da Praga proviene La Resurrezione di Lazzaro. Dei contemporanei del Pordenone si potrà ammirare La Nuda di Giorgione proveniente dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, da dove arrivano anche di Giorgio Vasari Allegoria della Giustizia, Del Savoldo l’Annunciazione e di Jacopo da Bassano Sant’Anna in trono con la Vergine bambina tra i Santi Girolamo e Francesco. Del Romanino San Luca Evangelista e San Mattia apostolo dai Musei civici di Padova e Sant’Antonio dal Duomo di Salò. Di Sebastiano del Piombo Famiglia del satiro(collezione privata) e Ritratto di Clemente VII con la barba dal museo di Capodimonte. Di Dosso Dossi Astronomo con libro, da Ferrara. Del Correggio Compianto dalla Galleria nazionale di Parma. Di Tiziano Vecellio San Giovanni Elemosinario, da Venezia chiesa di San Giovanni Elemosinario. Di Giulio Campi da una collezione privata di Londra si potrà ammirare Cristo inchiodato alla Croce. Di Jacopo Tintoretto Priapo che insidia Lotide addormentata, dalle Gallerie estensi di Modena. Del Parmigianino Galeazzo Sanvitale, dal Museo di Capodimonte. Di Lorenzo Lotto San Cristoforo con il Bambino tra i Santi Rocco e Sebastiano, dal Museo Pontificio Santa Casa di Loreto. A queste si aggiungono le opere dei precursori come l’affresco staccato di Gianfrancesco da Tolmezzo che proviene dal Museo Diocesano e i tre frammenti di fregio dalla Camera di Commercio di Pordenone.DISEGNII disegni autografi del Pordenone provengono la maggior parte dalla Galleria degli Uffizi, dalla Pinacoteca del castello sforzesco, dal Museo e Real Bosco di Capodimonte, dal Museo del Louvre, dal British Museum, dall’Albertina Museum di Vienna oltre che da Museo Civico e Duomo di Pordenone.Maria Luisa Gaspardo Agosti