Rivoluzione Galileo: arte e scienza

Galileo Galilei rivive a Padova in una mostra aperta fino al 18 marzo: tra scienza e arte tutta la complessità e la genialità di una figura ancora da scoprire

Dopo Galileo nulla fu come prima. E non solo nella ricerca astronomica e nelle scienze, ma anche nell’arte. Con lui, il cielo passa dagli astrologi agli astronomi. La mostra “Rivoluzione Galileo. L’arte incontra la scienza” (a Padova, Palazzo del Monte di Pietà, in piazza Duomo fino al 18 marzo), a cura di Giovanni C.F. Villa e Stefan Weppelmann per la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, racconta la figura complessa e il ruolo di uno dei massimi protagonisti della scienza e della cultura italiana ed europea.

L’UOMO GALILEODa questa mostra emerge l’uomo Galileo nelle molteplici sfaccettature: dallo scienziato padre del metodo sperimentale al letterato esaltato da fior di letterati; dal Galileo virtuoso musicista ed esecutore al Galileo artista e critico d’arte; dal Galileo imprenditore – non solo il cannocchiale ma anche il microscopio e il compasso – al Galileo della quotidianità. Poiché l’uomo, eccezionale per potenza d’intuizione e genio scientifico, lo era anche nei piccoli vizi e debolezze, quali gli studi di viticoltura e la passione per il vino dei Colli Euganei, la produzione e vendita di pillole medicinali, compresa la lucrosa attività di “affittacamere” ai suoi studenti in una delle sue tre case padovane.

L’ARTISTA E LOSCIENZIATO Attraverso numerose opere d’arte la mostra documenta la vita e l’attività di Galileo. Si ammirano gli splendidi acquerelli e schizzi dello stesso scienziato, che mostrano la sua qualità di disegnatore ( i suoi acquerelli della luna collimano perfettamente con le moderne foto al telescopio). Ma anche le opere di diversi altri artisti, che testimoniano l’influenza che le conquiste galileiane e della scienza moderna ebbero sulla cultura artistica già nel primo Seicento: sia con la minuziosa resa della natura sia con una pittura che recepisce la prorompente portata delle “macchine” di Galileo. Tra gli anni Venti e Trenta del Seicento prende vita una vera e propria “bottega” galileiana, ovvero una generazione di artisti in grado di condividere le suggestioni offerte dalla lezione dello scienziato; senza dimenticare che anche nel Novecento tanti artisti si sono rifatti alle conoscenze di Galileo. In mostra sono documentati il processo cui l’Inquisizione sottopose lo scienziato, e  la “costruzione” del mito galileiano specie nell’800.

GALILEOPATAVINOCosì sette secoli di arte occidentale, intrecciandosi con la scienza, la tecnologia e l’agiografia galileiana, restituiscono compiutamente la parabola umana di Galileo celebrato in una Padova che lo vide protagonista per 18 anni. Ricordati dallo scienziato come i più felici per la libertà concessagli dallo Studio patavino, allora ai vertici della cultura europea. E la stessa Università agli Studi di Padova il sabato e la domenica apre il Palazzo del Bò per far ammirare il Teatro Anatomico, la Cattedra e altri preziosi elementi atti, con altre iniziative promosse dall’Ateneo, ad approfondire la figura di uno dei suoi più illustri docenti e Maestri.Info: http:www.mostrarivoluzionegalileo.it/Nico Nanni