Nell'anno dell'uomo sulla luna uscì Andromeda: il virus venuto dallo spazio
Nel viaggio che abbiamo iniziato da metà marzo non era ancora capitato, ma il libro "Andromeda" di Michael Crichton di questo parla: una malattia nuova che arriva direttamente dallo spazio.
Nel viaggio che abbiamo iniziato da metà marzo non era ancora capitato, ma il libro "Andromeda" di Michael Crichton di questo parla: una malattia nuova che arriva direttamente dallo spazio.
L’anno di scrittura di questo romanzo di fantascienza dice molto sul clima che l’autore ha respirato e che, molto facilmente, ha dato il via alla sua ispirazione e alla sua fantasia. Il libro è nato infatti nel 1969: l’anno dello sbarco dell’uomo sulla Luna. Un successo costato anni di prove e tentativi: la missione vincente è quella dell’Apollo11, che il 20 luglio 1969 approda sul suolo lunare.
Di lanci nello spazio, però, si parlava, con rivalità crescente tra Unione Sovietica e Usa - una delle manifestazioni della guerra fredda - fin dal 4 ottobre 1957, quando la prima lanciò lo Sputnik1, ovvero il primo satellite artificiale. Il successo dell’impresa scatenò paure e fantasie in tutto il mondo, ma negli Usa in particolare, specie dopo che, il 12 aprile 1961, subirono lo smacco di un’altra impresa sovietica andata a buon fine: il lancio nello spazio di Jurij Gagarin, primo uomo ad orbitare attorno al pianeta Terra.
Michael Crichton è uno scritturore statunitense. Nel ’69 ha solo 27 anni ed è tra i suoi primi passi nel mondo della letteratura. Non saranno i primi: oltre che scrittore è stato (è infatti scomparso il 4 novembre 2008) sceneggiatore, regista, produttore cinematografico e produttore televisivo. E’ suo il romanzo Jurassic Park, trasformato in film di successo dal regista Steven Spielberg. Sono sue ideazione e produzione della serie televisiva E.R. - Medici in prima linea. Il caso vuole che proprio la medicina fosse stata la prima vocazione e la materia in cui si laureò. Sia in "Andromeda" come in "E.R" si è ben avvalso del suo sapere medico.
"Andromeda" è un romanzo figlio delle missioni nello spazio. Parla del progetto della NASA Scoop che ha per obiettivo ufficiale quello di far orbitare dei satelliti a quote relativamente basse per indagare gli strati più alti dell’atmosfera terrestre; per obiettivo militare non dichiarato quello di recuperare eventuali forme di vita virulente da impiegare in una guerra chimica e biologica.
Accade però che col lancio del satellite Scoop VII (il 5 febbraio 1967) qualcosa vada storto. Il satellite avrebbe dovuto orbitare per sei giorni e quindi rientrare. Ma il secondo giorno esce dall’orbita e precipita vicino a Pidmont, un paesino dell’Arizona, dove viene recuperato e aperto dalla popolazione.
Subito gli abitanti cominciano a morire e, nel giro di otto ore, tutti e cinquanta sono sterminati: giacciono senza vita per le strade, dentro le case. Muoiono all’istante pure gli agenti di polizia che per primi entrano in paese. Solo due esseri umani vengono ritrovati vivi da chi, bardato di tute isolanti, fa un sopralluogo alla zona: si tratta di un vecchio e un neonato.
Scatta il protocollo messo in piedi dal Dipartimento della Difesa e dalla Nasa: vengono velocemente recuperati gli esperti, di diverse professionalità (microbiologo, patologo, medico chirurgo, antropologo), che formano un gruppo di studio pronto alle emergenze che minacciano la vita della nazione e del mondo. La squadra viene condotta in una base segreta nel Nevada: hanno il compito di capire - e alla svelta - cosa è successo al satellite e alla popolazione del paesino, perché due persone sono riuscite a sopravvivere, se sul satellite si sia conservata traccia di un qualcosa arrivato dallo spazio a portare la morte.
E’ una lotta contro il tempo: per questo le 330 pagine del libro volano veloci, raccontando gli eventi di cinque frenetici giorni.
Il ritmo è incalzante: gli esperti devono mettere in ordine i pezzi del misterioso puzzle per risolvere la prima crisi biologica della storia.
Scoprono che le persone sono morte in poche secondi, tutte per asfissia; tutte sembrano essere rimaste senza sangue, anche chi si è ferito cadendo non ne presenta. Gli esperti devono capire cosa è loro successo, devono cercare di ispezionare il satellite precipitato per isolare - qualora ci fosse - quel qualcosa che ha provocato le morti e devono fermare il contagio. Una delle idee per riuscirvi è un’atomica da sganciare sul paese che sta in una zona semidesertica. Ma il presidente Usa rinvia e si affida alle intelligenze degli esperti.
Intanto, viene isolata una materia grigia e verde: è una materia vivente, che si riproduce. Qualcosa di questa è capace di arrivare ai polmoni degli uomini e ucciderli in tre secondi, provocando la repentina coagulazione del sangue nei polmoni.
Come andrà a finire? Con una sorpresa che non diciamo.
Quel che questo libro dice anche a noi oggi è che, terrestre o spaziale che sia, una nuova malattia resta una sfida a cui alcuni, gli studiosi, sono chiamati a dare risposte.
Ci sono tanti filoni d’interesse in questo libro: un’avvincente storia di fantascienza; la bellezza di seguire i ragionamenti di esperti che brancolano nel buio della novità ma seguono protocolli con rigore logico; la modestia, lo scrupolo e il timore degli stessi di essere ingannati dalla loro stessa intelligenza; le eterne domande sulla caducità dell’essere umano e sulla fragilità dell’esistenza umana; i dubbi riguardo l’uso dell’atomica. Ce n’è abbastanza per pensare.
Simonetta Venturin
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento