Confcommercio Portogruaro Bibione Caorle: “Decreto riaperture: ennesimo grave errore”
A rischio la stagione balneare”. Il commento del Presidente Manrico Pedrina
“La stagione balneare messa a rischio dalle strategie del Governo: l'incertezza generata dal Decreto Riaperture e dalla comunicazione sui media delle misure in esso contenute arrecherà un gravissimo danno al comparto ricettivo e della ristorazione”. Sono le dure parole del presidente di Confcommercio Portogruaro Bibione Caorle, Manrico Pedrina dopo il via libera del Governo Draghi al nuovo Decreto Covid. Il Decreto che operatori della ristorazione e del turismo speravano potesse rappresentare un segnale di speranza. In realtà, ad avviso dei rappresentanti di Confcommercio, le misure approvate risultano timide ed hanno diffuso un senso di grave incertezza che mina l'avvio della stagione turistica.
“Il Governo ha più volte affermato di voler sostenere il turismo e di ritenerlo un asset strategico per l'Italia, ma questo provvedimento va in un senso certamente contrario rispetto alle dichiarazioni d'intenti – prosegue Pedrina – E' vero che sono previste riaperture, ma il messaggio che gli italiani ed i nostri ospiti stranieri hanno percepito è che fino al 1 luglio continueranno le restrizioni. Come si potrà prenotare serenamente una vacanza con una non chiara indicazione temporale in merito alla cessazione o all'allentamento del coprifuoco serale?”. Se è vero infatti che il Governo ha precisato che entro la fine di maggio il coprifuoco serale, tuttora fissato alle 22, potrebbe essere modificato, “rimane il fatto che in questo momento l'Italia offre un'immagine di grave incertezza che favorirà i nostri competitor europei, Grecia, Croazia, Spagna – precisa Pedrina – Dopo gli errori commessi a Pasqua con viaggi all'estero consentiti e bloccati in Italia, assistiamo al secondo clamoroso autogol del Governo nel giro di poche settimane, con danni evidenti per il comparto ricettivo italiano”.
Il presidente di Confcommercio Portogruaro Bibione Caorle evidenzia altre criticità del provvedimento del Governo, a cominciare dalle riaperture dei ristoranti consentite solamente per le attività che dispongano di tavoli all'aperto sia a pranzo che a cena, ma con il limite del coprifuoco alle 22. “La nostra associazione ha segnalato sia a livello locale che nazionale la grave disparità che causerà una simile disposizione. E' inaccettabile questo continuo accanimento da parte del Governo verso il comparto della ristorazione, tra i più colpiti dagli effetti economici della pandemia. La categoria comprende la necessità di garantire adeguati livelli di sicurezza per prevenire l'insorgere di nuovi contagi, ma non si può tacere di fronte a norme che creano un'irragionevole differenza di trattamento tra soggetti che fanno parte della medesima categoria e rispetto ad altri comparti produttivi sempre salvaguardati dall'Autorità Pubblica – aggiunge Pedrina - In ogni caso, invitiamo le amministrazioni locali ad essere vicine agli operatori, rendendo eventualmente possibile la concessione di plateatici in deroga rispetto al regime normativo ordinario”.
“Per quanto riguarda i “green pass” penso che si tratti di una misura, per quanto corretta, poco chiara, per come è stata presentata, e genererà quindi ulteriore confusione verso i turisti, che soprattutto dall'estero, faticheranno a considerare l'Italia una meta idonea per le vacanze. Il rischio concreto – tuona Pedrina – è che la stagione 2021 possa partire azzoppata a causa delle scelte del Governo. Rischiamo di fare peggio di quanto successo nel 2020. Ricordo che la scorsa estate gli operatori della ristorazione e del ricettivo hanno dimostrato di sapersi adeguare ai protocolli anti Covid, ed infatti non si sono registrati contagi nelle strutture alberghiere durante tutta la passata stagione turistica”.
“Il Governo dei migliori – conclude il presidente di Confcommercio Portogruaro Bibione Caorle – sembra non comprendere una questione elementare: il turismo vive di comunicazione e se dall'Autorità Pubblica partono messaggi sbagliati non si fa altro che vanificare gli sforzi di un settore già provato da mesi di restrizioni”.
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