Cesarolo di San Michele: 5 marzo cerimonia per i caduti delle guerre riprende dopo la pandemia
Sono accorsi in centinaia da Veneto e Friuli Venezia Giulia per riprendere una consuetudine che si ripete dal 1921 a oggi. Domenica 5 marzo la Commemorazione Solenne dei Caduti di Cesarolo ha ripreso il suo normale corso dopo la pandemia e per il 103° anno ha riunito nella località sanmichelina ex combattenti, reduci e associazioni d’arma provenienti da tutto il Triveneto
Sono accorsi in centinaia da Veneto e Friuli Venezia Giulia per riprendere una consuetudine che si ripete dal 1921 a oggi. Dopo gli anni di Covid in cui il rito si è tenuto in forma obbligatoriamente ridotta, la scorsa domenica 05 marzo la Commemorazione Solenne dei Caduti di Cesarolo ha ripreso il suo normale corso e per il 103° anno ha riunito nella località sanmichelina ex combattenti, reduci e associazioni d’arma provenienti da tutto il Triveneto insieme all’Amministrazione Comunale, rappresentata dal Sindaco Flavio Maurutto, alle forze dell’ordine e al nutrito pubblico. Proprio il Sindaco Maurutto racconta: “È stato particolarmente emozionante poter tornare a respirare un’atmosfera così viva e partecipata. La presenza dei labari delle associazioni di ex combattenti e reduci accorsi da tutta la provincia di Venezia, ma anche di Udine e Pordenone, è stata esaltata dall’accoglienza straordinaria degli abitanti di Cesarolo, i quali hanno addobbato le proprie case con bandiere e striscioni tricolore, in segno di rispetto e orgoglio. Desidero ringraziarli ancora una volta per la meravigliosa risposta all’evento”.
La commemorazione si è svolta come da tradizione con il corteo che da via Conciliazione ha raggiunto il piazzale della Chiesa di Cesarolo con l’ingresso del Gonfalone di San Michele al Tagliamento, Comune decorato con la Medaglia d’oro al merito civile. A seguire la Santa Messa in chiesa e l’abbraccio collettivo attorno al Monumento ai Caduti di Cesarolo, con il toccante alzabandiera e la deposizione della corona.
Il monumento porta con sé una storia importante e un vero e proprio primato nazionale: risulta essere il secondo più vecchio d’Italia. Come racconta il libro scritto dal ricercatore storico Massimiliano Galasso in occasione de “La centesima Fiêsta dai Cadùs di Sisaròl (1921-2020)”, l’opera fu realizzata per volontà del Comitato per l’erezione del Monumento ai Caduti in Guerra presieduto dall’allora parroco don Forgiarini (sottoufficiale degli Alpini in congedo) e formato dagli ex combattenti e dalle personalità più influenti di Cesarolo. Era l’anno 1919.
Il Comitato produsse un documento destinato all’On. Amedeo Sandrini in cui chiedeva di perorare la causa per la costruzione di un monumento dedicato agli abitanti di Cesarolo defunti durante la I^ Guerra Mondiale attraverso “una istanza presso il R. Ministero degli Interni”. La richiesta andò a buon fine e grazie a una raccolta fondi attraverso donazioni e una Pesca Benefica pro erigendo-Monumento l’opera, realizzata in pietra d’Istria, venne completata in brevissimo tempo dallo scultore Francesco Ellero, già autore di alcuni altari all’interno della chiesa parrocchiale cesarolese.
Il monumento venne inaugurato ufficialmente il 21 febbraio 1921, il secondo lunedì di Quaresima, e da lì in avanti divenne fulcro della Commemorazione Solenne dei Caduti in Guerra di Cesarolo, attorno al quale ogni anno la comunità si stringe in ricordo non solo delle vittime della Grande Guerra, ma ad onorare i caduti di tutte i conflitti, passati e presenti.
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