LA STORIA: Simone più forte della malattia di Cushing
Il 33enne non si è arreso: «La seconda rinascita con il sitting volley». Dal 5 al 7 luglio Drigo sarà a Pisa per un collegiale con la nazionale
Dalla malattia di Cushing alla nazionale di sitting volley. Un pò come rovesciare le avversità del destino e trasformarle in opportunità. Simone Drigo, dal 5 al 7 luglio a Pisa per un collegiale con la nazionale, ci racconta e ci sprona a non mollare mai. Grazie Simone della tua preziosa testimonianza e in bocca al lupo!
Ciao a tutti, mi chiamo Simone Drigo, ho 33 anni e sono nato a San Vito al Tagliamento. Sono un ex pallavolista. Ex perchè a fine 2015 sono stato costretto a smettere di praticare lo sport che fa parte di me da vent’anni. La causa è la malattia di Cushing. Questa patologia rara è dovuta ad un adenoma ipofisario, colpisce la ghiandola che regola tutti il sistema ormonale corporeo. Me l’hanno diagnosticata a inizio 2016, i sintomi sono stati la stanchezza e il notevole aumento di peso, da 90 a 130 kg, in breve tempo. All’inizio non è stato facile: fino a quel momento ero sempre in salute, tutto a un tratto mi sono ritrovato ad entrare e uscire sistematicamente dagli ospedali.
Nonostante tutto non mi sono mai dato per vinto: invece di deprimermi sono riuscito a trovare la forza per andare avanti. Ho avuto un grande supporto da parte della mia famiglia, della mia fidanzata e dei miei amici, nonostante ci siano stati momenti davvero molti difficili.
Ma soprattutto è stato molto importante per me il ritorno all’attività sportiva. Dallo scorso autunno, infatti, gioco a sitting volley, una pallavolo alternativa che si pratica da seduti per terra. Nonostante non sia guarito, lo sport è stato è sarà sempre molto importante per me, mi permette di sfogarmi e soprattutto di distrarmi dai problemi quotidiani.
La scoperta di questo sport è stata per me una seconda rinascita perché mi ha permesso di conoscere molte persone in tutta Italia che lo praticano e di provare esperienze cui altrimenti non avrei potuto accedere come, ad esempio, partecipare al campionato nazionale italiano e di essere convocato nella nazionale italiana maschile.
IL MESSAGGIO Con questo voglio dirvi che spesso la vita ci mette a dura prova, si cade ma ci si deve rialzare più forti di prima per dimostrare a sé stessi e agli altri che, anche se in modo diverso, si può tornare a fare le cose di prima adattando il proprio stile di vita.
Non da ultimo, vi consiglio di non dimenticatevi mai delle persone che vi stanno accanto e non stanno bene, cercate sempre di trattare loro come vorreste essere trattati voi se vi trovaste nella loro stessa situazione perché l’indifferenza è come una lama che ferisce l’animo in silenzio.
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