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Jacopo e Matteo: più forti della Duchenne

Contro le barriere non solo architettoniche

Jacopo e Matteo: più forti della Duchenne

Arriva il lockdown e che fanno? Danno il via a una nuova iniziativa "perché volevamo creare qualcosa di figo vista la situazione". Tendere la mano e andare oltre - nonostante la (loro) situazione - è una questione di focus interiore.

Jacopo Verardo e Matteo Tosetti ce l’hanno dentro, nel dna. Più forte della Duchenne che affrontano con un’accettazione da giganti della vita. Non si può fare in un modo? Faremo nell’altro. Diversamente ma lo fanno, questo conta. L’ultima - nel senso cronologico - invenzione, è sbarcata su instagram e si sviluppa dal loro profilo "matteotose_e_jakyverardo".

Molteplici le idee che vogliono mettere in campo: "Punteremo soprattutto sul far crescere la pagina in modo che aumentino le persone disposte a scoprire la disabilità, per molti un mondo sconosciuto". E al tempo stesso sua fonte di arricchimento, com’è la diversità. A patto che ognuno di noi sia disposto a rizzare le antenne, captare e interiorizzare. La diversità è… normale: tutti lo siamo fin dalla nascita. E, nell’esserlo, siamo tutti persone con pregi e difetti, doveri e diritti. Tra questi ultimi c’è - ad esempio - lo spostamento in autonomia talvolta, o spesso, ostacolato dalle barriere architettoniche. Dietro a quello scalino dove dovrebbe esserci lo scivolo, o a quelle scale prive di ascensore, ci sono gli innegabili diritti negati. Jacopo e Matteo ne hanno parlato in alcune delle puntate del loro magnifico viaggio "virtuale ma reale".

VIGNETTE Ogni tappa è stata accompagnata da vignette (pubblicate in queste pagine) tanto simpatiche quanto significative, che mettono in luce l’origine delle barriere architettoniche: quelle culturali. La disabilità non è, non dovrebbe essere, un problema di chi ce l’ha, bensì di tutti. Con i dovuti scongiuri ma chiediamocelo: e se capitasse a noi un incidente che ci fa perdere l’uso delle gambe? E se fossimo colpiti noi da Duchenne? O da qualsiasi altra avversità? Spereremmo che le persone e le istituzioni si comportassero nei nostri confronti in base a quello che siamo: persone con diritti e doveri. Sorge spontanea un’altra considerazione: facciamo agli altri che gli altri vorremmo facessero a noi.

Nel frattempo Jacopo e Matteo proseguono il loro cammino: un cammino di vita, per la vita. Nonostante tutto.

Fonte: Redazione Online
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