Coldiretti Pordenone, bilancio di un’insolita annata
In sofferenza agriturismi, ristoranti e vini; bene i prodotti a km 0
L’agricoltura è uno dei settori dove l’emergenza sanitaria ha toccato in maniera diversa i vari comparti che la compongono.
Quelli che sono stati maggiormente colpiti riguardano il settore della multifunzionalità con gli agriturismi che fanno ristorazione ed ospitalità. Un altro comparto che ha subito forti penalizzazioni è quello che fornisce il canale Horeca e quindi alberghi e ristoranti e quindi in maniera particolare il settore vitivinicolo con particolare riguardo alle aziende agricole con cantina.
Si sono difese in questo senso le strutture più grandi come la cooperazione che fornisce la grande distribuzione che nella fase di lockdown è stato un sbocco per il vino imbottigliato.
Sempre restando nella multifunzionalità un comparto che invece ha visto un momento favorevole è stato quello delle vendita diretta legata al cibo del territorio a chilometro zero. In questo caso gli spacci aziendali, i mercati agricoli e i mercati coperti, come ad esempio quello di Campagna Amica in centro a Pordenone, sono stati un punto di riferimento per i consumatori. In questo caso le vendite hanno registrato una tenuta e per tanti un incremento. Da rilevare che in questo caso molte aziende si sono adoperate con le spese a domicilio, fornendo un servizio praticamente gratuito soprattutto a favore di persone che avevano dei limiti a fare gli acquisti.
BILANCIO ANNATA Entrando nel merito dei comparti tradizionali nei seminativi la stagione è stata positiva anche grazie al clima e alle precipitazioni. La produzione si è attestata su buoni livelli per il mais, orzo e frumento. Anche le oleaginose (soia, colza e girasoli) hanno registrato raccolti adeguati. Per quanto riguarda la zootecnica, il comparto è sempre legato a leggi di mercato che collocano le aziende in situazione che sono difficili da gestire. A partire dal latte dove il prezzo riconosciuto alla stalla è sempre inferiore a quello che dovrebbe essere il reale compenso che l’allevatore dovrebbe ricevere. Per quanto riguarda la suinicoltura, anche in questo caso le fluttuazioni dei prezzi sono un elemento che pongono le aziende in una situazione di incertezza, soprattutto per quanto riguarda la programmazione ed eventuali investimenti. Stesso ragionamento per gli avicoli e cunicoli dove l’instabilità dei prezzi è sempre una variabile che incide negativamente sui bilanci aziendali. Per la frutticoltura, una boccata di ossigeno è stato il calo registrato riguardo la presenza delle cimice asiatica che nelle passate annate aveva fortemente attaccato le produzioni e la qualità dei raccolti. Nel Pordenonese si segnala come la recente raccolta di mele si sia attestata su una buona qualità e discreta quantità. A tutto ciò, però, è sempre legato il prezzo che sarà riconosciuto ai produttori.
Per quanto riguarda invece le produzioni minori, quelle primaverili, da segnalare in questo caso che le precipitazioni hanno compromesso i raccolti e nel caso delle ciliegie la perdita è stata quasi totale.
Per il comparto vitivinicolo, la stagione è stata favorevole dal punto di vista agronomico, con il periodo della vendemmia propizio che ha consentito di portare in cantina un prodotto di qualità, con produzioni adeguate. Come detto in premessa resta da vedere lo sbocco del prodotto finale e quindi il vino imbottigliato nei canali della ristorazione fortemente penalizzati dalla pandemia.
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