Bambini e Covid, l’esperienza del rugby di San Vito al Tagliamento
Parla Pier Giorgio Nonis, direttore tecnico delle Pantere
Il rugby San Vito al Tagliamento, piccolo club che si occupa del settore Propaganda e quindi di bambini e bambine dai 4 agli 11 anni, ha chiuso i battenti fino al 7 gennaio, data in cui saranno riaperte le scuole dopo le festività natalizia e dalla quale - è auspicabile - si potrà riprendere anche a fare sport.
L’attività sociale in questo ultimo scorcio dell’anno si è limitata al periodo 6 settembre-20 ottobre, poi con il susseguirsi e l’accavallarsi dei Dpcm e dei provvedimenti regionali si è pensato di interromperla perché anche aggiornare settimanalmente le comunicazioni alle famiglie stava diventando un disagio.
"Devo dire che nel mese e mezzo in cui abbiamo potuto allenarci i bambini sono stati impeccabili - racconta Pier Giorgio Nonis, direttore tecnico delle "Pantere" - molto recettivi e attenti nell’assimilare le nuove routine imposte dai protocolli. Molto responsabili, consapevoli e pazienti, perfino i più piccoli. E in questo anche la scuola e le famiglie hanno sicuramente giocato un ruolo importante".
"L’attività si è svolta secondo un preciso iter, che prevedeva delle incombenze ed una scaletta anche piuttosto rigide, ma, nonostante questo, tutti hanno dimostrato un grande spirito di adattamento ed un atteggiamento estremamente positivo".
"Tutto questo perlomeno fino a che si è potuto allenarsi congiuntamente e con il contatto fisico. Quando l’ultimo decreto ha sancito il blocco delle discipline di contatto abbiamo optato per l’interruzione dell’attività, perché la gestione degli atleti a quel punto diventava molto più complicata, soprattutto per i più piccolini".
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