Apertura anno pastorale 2019-2020 per una nuova sfida
Camminare insieme nella nostra chiesa giovani e adulti
Accogliendo la proposta della lettera pastorale dedicata ai giovani, del nostro Vescovo Giuseppe, …"E camminava con loro…", vogliamo iniziare il nuovo anno pastorale mettendo subito in pratica l’invito di Papa Francesco: "E’ importante che si diffonda un metodo di essere e lavorare insieme, giovani e anziani nell’ascolto e nel discernimento, per giungere a delle scelte pastorali corrispondenti alla realtà".
Nella Christus vivit, Esoratazione postsinodale ai giovani e a tutto il popolo di Dio, Francesco, inizia dicendo: "Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita... Essere giovani, più che un’età, è uno stato del cuore. Quindi, un’istituzione antica come la Chiesa può rinnovarsi e tornare ad essere giovane… Chiediamo al Signore che liberi la Chiesa da coloro che vogliono invecchiarla, fissarla sul passato, frenarla... Chiediamo anche che la liberi da un’altra tentazione: credere che è giovane perché cede a tutto ciò che il mondo le offre… Sono proprio i giovani che possono aiutarla a rimanere giovane, a non cadere nella corruzione, a non fermarsi, a non inorgoglirsi, a non trasformarsi in una setta, ad essere più povera e capace di testimonianza...".
Allora mettiamo nei nostri zaini alcune domande che ci accompagneranno durante l’anno.
Come sono i giovani oggi?
Che cosa stanno vivendo?
Come entrare in contatto con loro?
Come accompagnarli ad entrare in contatto con il Signore?
Quale posto occupano nella società e nella comunità ecclesiale?
Di quali spazi dispongono per portare il loro contributo originale?
Che cosa ci chiede lo Spirito attraverso i giovani e le loro richieste?
In un cammino fatto insieme, giovani e adulti, non dovrà mancare il modo di procedere di Gesù nell’Icona dei due di Emmaus. "Gesù cammina con i due discepoli che non hanno compreso il senso della sua vicenda e si stanno allontanando da Gerusalemme e dalla comunità.
Per stare in loro compagnia, percorre la strada con loro. Li interroga e si mette in paziente ascolto della loro versione dei fatti per aiutarli a riconoscere quanto stanno vivendo.
Poi, con affetto ed energia, annuncia loro la Parola, conducendoli a interpretare alla luce delle Scritture gli eventi che hanno vissuto.
Accetta l’invito a fermarsi presso di loro al calar della sera: entra nella loro notte.
Nell’ascolto il loro cuore si riscalda e la loro mente si illumina, nella frazione del pane i loro occhi si aprono.
Sono loro stessi a scegliere di riprendere senza indugio il cammino in direzione opposta, per ritornare alla comunità, condividendo l’esperienza dell’incontro con il Risorto" CV 237
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