Villa Manin di Passariano: la maestria di Cappucci fino al 17 settembre
Si conclude domenica 11 giugno a Villa Manin di Passariano la mostra "Guerra all’arte! 1940-1945. I beni culturali del Friuli Venezia Giulia fra protezione e distruzione" . Resta aperta fino al 17 settembre la mostra dedicata all'arte di Roberto Cappucci raccontata attraverso i suoi abiti da scena
Si conclude domenica 11 giugno a Villa Manin di Passariano la mostra "Guerra all’arte! 1940-1945. I beni culturali del Friuli Venezia Giulia fra protezione e distruzione" (Il Popolo se ne occupò nei mesi scorsi), che ripercorre lo sforzo della Soprintendenza ai monumenti e gallerie di Trieste per mettere in salvo opere d’arte e edifici storici durante la Seconda guerra mondiale, quando la stessa Villa Manin divenne importante custode di beni preziosi.
Ma se una mostra si conclude, altre due sono aperte nella dimora dogale, che finalmente, dopo anni di chiusura per lavori e altri problemi, sembra ora ritornare a essere catalizzatrice di attenzione da parte del pubblico.
Roberto Capucci
Fino al 17 settembre si può ammirare la mostra Roberto Capucci. Prospettive a Villa Manin, a cura della Fondazione Capucci (che ha sede proprio nella villa di Passariano) e di Erpac Fvg. Le creazioni di Cappucci entrano in dialogo con l’architettura della villa. Gli abiti scelti per l’esposizione, realizzati a partire dagli anni Ottanta, sono tra le più fastose invenzioni da cerimonia e da sera del maestro. A essi si aggiunge una selezione di vere e proprie sculture in forma d’abito. In particolare, sono in mostra i vestiti ideati per il centenario della Biennale di Venezia e per il Museo Capucci già ospitato a Villa Bardini di Firenze. Tra gli abiti da sposa si ammirano quello ispirato all’affresco di Tiepolo "La Continenza di Scipione" a Villa Cordellina di Montecchio Maggiore e ancora la "Sposa Rossa" creata per la mostra di Palazzo Fortuny (2009). In mostra anche "Fuoco", "Ventagli" e "Primavera", quest’ultimo caratterizzato dagli oltre cento fiori di tessuto applicati su organza di seta, nello stesso stile del celebre abito viola creato per l’attrice Valentina Cortese e una delle più esplicite manifestazioni della perizia artigianale che contraddistingue queste opere. Completano la mostra una selezione di disegni e schizzi che consentono di approfondire l’immaginario e il processo creativo di Cappucci. Info: www.villamanin.it, 0432 821210; da martedì a domenica 10-19.
Luciano Bellet
Nella Barchessa di Ponente e fino al 17 settembre è allestita, invece, la mostra E così via/And so on dell’artista di origini pordenonesi Luciano Bellet (orari: venerdì 15-19, sabato e domenica 10-19). Il percorso espositivo, a cura di Paolo Toffolutti, si compone di cinquantasei opere, da cui emergono l’eccezionale competenza tecnica e l’intelligenza manuale di Bellet e il suo carattere di uomo di azione che ama confrontarsi con la tela e con la pittura quasi come in una performance fisica. Le creazioni di Bellet sono frutto di abilità e di un dinamismo che si ispira all’action painting ed è in grado di rinnovarlo. In mostra sono presenti opere realizzate con la tecnica, inventata dallo stesso Bellet, del "dripping per sottrazione": dipinti tridimensionali, arabeschi di vernice applicati a tele dopo essere stati lasciati essiccare su altre superfici. Altre sono realizzate con lana da coibentazione modellata o fusa, per dare vita a quelli che l’artista definisce "accumuli". Anche in questo caso l’intelligenza creativa di Bellet mette a frutto materiali inconsueti per generare forme nuove, per movimentare le superfici, per creare effetti di trasparenza.
Nico Nanni
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