A proposito del miele
Miele sì: ma per chi è adatto e per chi no?
La premessa è doverosa: "L’organizzazione mondiale della sanità consiglia che l’introito di zuccheri semplici dev’essere attorno al 5% delle calorie totali. Per cui, su 2000 kcal di fabbisogno, il quantitativo giornaliero è di circa 12 calorie di zucchero semplice". Tradotto in termini pratici significa: "Due-tre cucchiaini di zucchero, o un bel cucchiaione di miele".
Snocciolare dati ha sempre un perché, dietro ai numeri c’è la spiegazione: "Con queste quantità minime, sostituire lo zucchero con il miele potrebbe non avere vantaggi. Lo è invece, ad esempio, per gli sportivi e le donne in gravidanza - spiega Andrea Maccioni, biologo nutrizionista - perché il miele ha diverse proprietà importanti: un potere dolcificante molto maggiore, quindi se ne può utilizzare meno; ed è ricco di vitamine, sali minerali, enzimi e antiossidanti che danno effetti benefici per la salute".
VALIDO ALIMENTO "Certamente - prosegue Maccioni - è indispensabile che il miele non sia trattato termicamente - gli enzimi e i lattobacilli presenti verrebbero uccisi -, così diventa un valido alimento che rispetto allo zucchero fa una differenza preponderante. Basta pensare che quest’ultimo le eventuali infiammazioni presenti le aggrava ulteriormente. Al posto delle bevande zuccherate, quindi, è meglio utilizzare il dolcificante naturale come il miele che ha un indice glicemico inferiore. Il glucosio e il fruttosio sono separati all’interno, e non uniti come accade nel saccarosio".
LA RACCOMANDAZIONE: "Va assunto quotidianamente nelle dosi giuste che ognuno si può permettere: è importante imparare ad essere nutrizionisti di sé stessi".
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