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Siamo un popolo di figli unici

Vantaggi e svantaggi del crescere senza fratelli e sorelle

Siamo un popolo di figli unici

Siamo un popolo di figli unici. In Italia i senza fratelli sono il 28%, in famiglie meno numerose e sempre più attempate. Non aver fratelli o cugini con cui giocare e bisticciare tutto il giorno, è un vantaggio o un guaio?
Ne parla l’esperta Ellen Beck in una recente pubblicazione. Secondo lei, il figlio unico può essere avvantaggiato ma anche avere seri problemi. Il fatto positivo è che il piccolo solitario avrebbe più tempo e più attenzioni da parte dei genitori; sarebbe meno aggressivo, non avendo occasioni svantaggiate. Ma senza fratelli, il bambino corre il rischio di non imparare a collaborare con gli altri. Ad esempio - dice il pedagogista Luigi Fati - è difficile per un bambino essere socievole se non è abituato in famiglia ad essere buono e tollerante con i fratelli. Il figlio unico non ha occasione di bisticciare con la sorellina. Sarebbe ambizioso poter ricambiare quanto i genitori fanno per lui, farebbe meglio a scuola potendo studiare in pace senza essere disturbato dagli strepiti e dalle urla dei fratellini.
Secondo altri, il figlio unico può diventare egocentrico, freddo e narcisista se non vive una rete di relazioni in cui accoglie ed è accolto e il suo io convive e si confronta con vari tu. C’è il pericolo che i genitori lo proteggano troppo e per ogni problema lo portino dal pediatra.
Il figlio unico può anche essere caricato da parte dei genitori di aspettative che superano le sue possibilità e così il pargolo diventa vittima di quella che è chiamata la sindrome del 4-2-1. I 4 nonni e i due genitori sono tutti in attesa dei trionfi del loro rampollo che non sempre è in grado di corrispondere alla stima e alla pressione che gli mettono. Un figlio unico non ha qualcuno come lui, con cui può parlare di ciò che gli succede: alla fine può essere così chiuso da diventare insopportabile e i genitori spesso si legano troppo in modo che il suo bisogno di autonomia li manda in crisi. I genitori spesso stravedono, lo vedono un genio, un campione, e allora piantano storie con insegnanti, allenatori e anche con i suoi compagni. La stima è una cosa, la sopravvalutazione è un’altra. Il ragazzo ha bisogno di fiducia e incoraggiamento, ma anche di conoscere i propri limiti per essere se stesso e non il papavero alto, alto, alto, asociale ed esibizionista.
I genitori di figli unici possono essere afflitti dalla "sindrome del rischio unico", diventando eccessivamente prudenti e protettivi; e hanno paura di ogni difficoltà che il figlio deve affrontare.
Per evitare queste trappole, ecco alcuni consigli.
Permettete ai vostri figli di esplorare e di fare esperienza senza la vostra presenza. Prende l’autobus e va a scuola da solo anche chi ha più fratelli. Tutti i genitori, anche quelli con più figli, sono in ansia. Crescendo, i figli devono imparare ad affrontare da soli le varie situazioni. Non condizionateli con le vostre ansie e i vostri timori, ripetendo le vostre solite raccomandazioni. Mostrate fiducia nei loro confronti. Frequentate i parenti. Fate sapere ai vostri figli che zii e parenti sono famiglia vostra e loro, anche se non vivono vicini.
Coinvolgete i vostri figli in attività di gruppo con i coetanei. Accogliete i loro amici e compagni di scuola che vengono a trovarli per passare insieme il tempo libero.

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