Ermacora e Fortunato
Si festeggia i santi Ermacora e Fortunato, patroni e protettori del Friuli Venezia Giulia. Una storia, la loro, che merita di essere conosciuta e fatta conoscere.
Luglio è un mese pieno di feste patronali con relative sagre paesane. Non esiste paese o borgata che non abbia il suo santo patrono che, quasi sempre, si festeggia d’estate. E’ la festa del paese con tanto di Messa cantata e panegirico. Al pomeriggio, dopo i vesperi solenni c’è la processione con la partecipazione della banda e di varie confraternite che portano la statua del santo, le torce e il baldacchino sotto il quale il prete in cotta, stola e piviale, reca in processione il reliquiario con qualche frammento corporeo o "ex indumentis" del santo in questione.
Ultimamente la devozione a Santi e Madonne è notevolmente calata. Si sono accorciate le processioni dei devoti mentre non conoscono crisi le sagre con pista da ballo e il meglio della griglia e della cantina. Davanti a polenta costa e un’ombra, la gente friul-veneta non si tira mai indietro.
Se non lo sapete, in questi giorni c’è la festa dei patroni delle nostre terre. L’intera Regione infatti ricorda i patroni, Ermacora e Fortunato, protomartiri di Aquileia, la prima comunità cristiana del Nord Est da cui sono partiti i missionari che hanno evangelizzato le popolazioni pagano-barbariche residenti in terra veneta, in quella friul giuliana, ma anche l’Illirico e lungo le coste Adriatiche.
Il martirologio li ricorda il 12 di questo mese e anche quest’anno saranno onorati in una grande liturgia concelebrata, secondo l’antico rito patriarchino dai Vescovi di Trieste, Gorizia, Udine e Concordia - Pordenone e con la numerosa partecipazione di migliaia di fedeli provenienti dall’intero Triveneto e da oltre confine.
La storia di Ermacora e Fortunato, protomartiri di Aquileia ci porta all’origine dell’evangelizzazione delle nostre terre, in epoca apostolica. Allora Aquileia, per numero di abitanti e importanza strategica, era la terza città del grande Impero Romano, un baluardo militare contro le ricorrenti invasioni barbariche.
Secondo il martirologio Ermacora fu il primo della lunga serie dei vescovi di quella città.
Secondo una tradizione era un pagano convertito dall’evangelista Marco che, secondo una tarda tradizione, fu l’evangelizzatore delle terre venete. Fu lo stesso Marco a nominarlo Vescovo. Fortunato era il suo diacono. Entrambi subirono il martirio nel 70 d C. Il loro culto si diffuse presto nell’intero Nord Est. Oltre che di Aquileia sono patroni di Grado, Gorizia, Udine e, con San Giusto, di Trieste.
La storia della grande città terminò nel 452 con l’invasione degli Unni, guidati da Attila. La città fu espugnata e devastata. I superstiti fuggirono verso la laguna adriatica. Il patriarca trasferì la sua sede a Grado e si cominciò a parlare di una città marinara chiamata Venezia.
Come attestano i numerosi reperti e gli splendidi mosaici, Aquileia, nei primi secoli, fu il grande centro di diffusione del cristianesimo nel Nord e nell’Illirico. Nel suo seminario, scrive san Girolamo, si formavano i vescovi e i missionari che diffusero in Vangelo nelle nostre terre, prima nei centri urbani e in seguito nelle campagne con le Pievi che, ancora oggi, attestano la diffusione del Vangelo nella grande pianura veneto friulana e nelle vallate alpine.
Il culto dei due santi protomartiri è antichissimo (sono già citati nel martirologio geronominiano del V secolo) soprattutto ad Aquileia. E venne consolidato dal Patriarca Popone che intitolò a loro la storica basilica (dichiarata recentemente patrimonio dell’umanità).
I corpi dei due protomartiri, sepolti nell’antica basilica, vennero trasferiti nella basilica di sant’Eufemia a Grado. Solo nel XV secolo furono restituite alla comunità aquileiese.
Parte delle reliquie vennero trasferite nella chiesa cattedrale di Gorizia nel 1751 quando venne soppresso il patriarcato di Aquileia.
Una chiesa dedicata ai due protomartiri si trova a Roiano, Trieste. Altre chiese minori o chiesette campestri sorgono nel territorio dell’intera Regione.
Una chiesa in stile tardo medioevale, fino a qualche decennio fa, esisteva nel fossaltese. Nel secolo scorso è stata ricostruita, ma ha cambiato il patrono Anche i devoti hanno le loro preferenze e le sagre paesane le loro esigenze.
L’unico luogo di culto dedicato ai santi protomartiri aquileiesi nella Destra Tagliamento si trova in aperta campagna tra Chions e Fagnigola. I numerosi reperti di epoca romana trovati in zona fanno supporre che la località fosse abitata giù nei primi secoli del cristianesimo. La chiesetta sembra risalire al Trecento e ha subito vari rifacimenti. Ha una tradizione secolare la sagra di luglio a cui viene gente dall’intero Friuli sia per la fiera di bestiame di metà luglio sia perché il San Ermacora di Chions è invocato dai malati di cuore.
Nella detta chiesa era venerata un’antica statua lignea, ora conservata nel museo diocesano di Pordenone dove c’è anche una pregevole tela col martirio di San Ermacora. A giudizio dell’esperto Giancarlo Magri, potrebbe essere opera del Tiepolo o, quantomeno, della sua scuola.
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