Commento al Vangelo
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Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei?

L'Epifania sono  i magi a Betlemme ma annuncia anche un futuro di comunione: tutti i popoli si dirigeranno verso Gerusalemme per riconoscere il Dio unico e proclamarne le opere salvifiche.

Parole chiave: Epifania (5), Diocesi (193), vangelo (131)
Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei?

Mt 2,1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: "Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo". All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: "E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele". Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: "Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo". Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Tematica liturgica
L’Epifania è la festa della manifestazione del Signore a tutte le genti. L’antifona dei secondi Vesperi del giorno dell’Epifania recita così: "Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i magi al presepio, oggi l’acqua è cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza, alleluia". Si tratta di episodi che illustrano il mistero dell’incontro tra Dio che cerca l’uomo (cfr Gv 4,23 ; Lc 15,4-10) e l’uomo che, in modo più o meno dichiarato, cerca Dio. La riforma Liturgia ha spostato la festa del Battesimo del Signore a domenica prossima e ha collocato il miracolo di Cana di Galilea nella seconda domenica del tempo ordinario, anno C (la domenica dopo il Battesimo di Gesù). L’antifona continua a custodire le tracce della vecchia liturgia. Certamente la festa dell’Epifania mantiene tutta la sua ricchezza teologica e il suo fascino. È vero che Dio si manifesta all’uomo, ma è anche vero che i magi lo cercano e rappresentano tutti gli uomini che cercano Dio. Non si tratta di una ricerca alla cieca, sebbene sia impegnativa. Paolo dirà all’Areopago di Atene che Dio aveva stabilito per gli uomini "l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Poiché di lui stirpe noi siamo" (At 17,26-28). Per raggiungere Dio i Magi hanno dovuto lasciare la sicurezza delle loro case e iniziare una ricerca non semplice, ponendosi in ascolto della Natura (la stella), della Parola (attraverso Erode, i sacerdoti, gli scribi) e della storia (il Bambino con la sua Mamma). I credenti hanno già conosciuto Dio per mezzo della fede. Tuttavia sentono - come i Magi - anche il bisogno di incontrarlo nella concretezza della loro esperienza quotidiana. Così, infatti, prega la Colletta: "Conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria". Sappiamo che la "gloria" è quell’aspetto di Dio che l’uomo può esperiementare nella storia. Lo si può esperimentare attarverso la contemplazione del creato, attraverso gli avvenimenti che viviamo, attraverso la coscienza, attraverso i bisognosi (cfr Mt 25,31-46).
Dimensione letteraria
Il vangelo dell’Infanzia di Matteo è scandito da tre medaglioni con una struttura fissa in quattro parti. Pima viene presentata la situazione difficile (Mt 1,18-19; 2,1a; 2,19a), poi l’apparizione angelica a Giuseppe (Mt 1,20; 2,13b; 2,19b). Nel terzo momento si ricorda una citazione veterotestamentaria che si adempie (Mt 1,22-23; 2,15b; 2,23b) e, infine, l’esecuzione dell’ordine divino che risolve il problema iniziale (Mt 1,24-25; 2,14-15a; 2,21-23). A questa struttura arcaica, Matteo ha poi aggiunto del materiale letterario che riguarda Erode e i Magi (Mt 2,1-12.16-18). Come si può notare il vangelo odierno (Mt 2,1-12) appartiene alla prima parte del materiale aggiunto.
Erode morì dopo una eclisse di luna (tra il 12 e il 13 marzo del 750 dalla fondazione di Roma, il nostro 4 a. C.). L’episodio dei Magi è da collocarsi un anno e mezzo o due dopo la nascita di Gesù. Allora si conoscevano magi-scienziati e magi-ciarlatani. I magi del vangelo sono magi-scienziati e provenivano -secondo Clemente d’Alessandria - dalla Persia o dalla Siria. Il testo biblico e biblico-liturgico di Mt 2,1-12 sono perfettamente identici.
Riflessione liturgico-biblica
La liturgia, associando a Mt 2,1-12 i testi di Is 60,1-6 (prima lettura) e di Ef 3,2-3a.5-6 (seconda lettura), intende evidenziare solo l’aspetto positiva dell’episodio evangelico. Il testo del Trito-Isaia presenta una visione escatologica dove viene annunciato un futuro di comunione: tutti i popoli si dirigeranno verso Gerusalemme per riconoscere il Dio unico e proclamarne le opere salvifiche. Il testo della lettera di scuola paolina, proseguendo sulla stessa tematica, annuncia la salvezza per tuti i pagani che sono chiamati alla stessa eredità promessa da Dio al suo primo popolo.

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